«Non legalizzeremo mai la droga» di Pierangelo Sapegno

«Non legalizzeremo mai la droga» il convegno di san patrignano, TRA PAURE, SPERANZE E TENTATIVI DI SOLUZIONE «Non legalizzeremo mai la droga» Mattarella: l'obiettivo unico è di far uscire dal tunnel reportage Pierangelo Sapegno invialo a SAN PATRIGNANO Johnny Mcnamara ha 37 anni e tutte le sere che torna a casa si infila nel Web e viaggia su Internet. Johnny è felice così. Ha detto che dorme di meno e vive di più. Non ha paura che un computer gli rubi la vita. Lui abita a Manhattan, New York, nel centro del centro del mondo. Alla sera ha un mucchio di amici che conosce solo come si conoscono le parole: le insegue per tutto quello che possono raccontare. Li saluta con un cursore, www. friendly. Ha conosciuto anche Carole, navigando. Lei voleva studiare la vita degli indiani. E' diventata sua moglie un giorno di novembre e adesso studia gli indiani con lui. «Il vento danzava con le foglie morte», ha scritto Louis Wimille per raccontare il loro matrimonio al circolo di Internet. C'erano tanti amici alla festa di nozze. Johnny e Carole invece erano contenti di scappare per scambiare quattro chiacchiere con un mouse. Se la droga è una prigionia, anche Internet può diventarlo. Non è una condanna. La nostra libertà è il bene più debole che abbiamo: per questo dovremmo amarlo di più. E invece lo perdiamo solo più facilmente. Beppe, da Modena, 29 anni, ospite di San Patrignano, dice: «la droga è un richiamo che senti dentro. Una pulsione, persino, come quella del sesso». Beppe, in fondo, descrive un vizio. Il secolo che verrà ce ne porterà che noi neanche conosciamo. Allora, a San Patrignano, convegno di Rainbow, «Nello sguardo di Medusa», questa volta parlano di tutte le dipendenze che ci catturano: il gioco, l'alcol, il sesso, e chissà quanti altri vizi che accompagneranno l'esistenza di noi che entriamo nel Duemila. Non stanno solo da quella parte della barricata i prigionieri. Stanno anche di qua. Johnny Mcnamara. non è solo un fantasma di Rainbow. Però, la droga ha cambiato la faccia sua e la nostra. Oggi, spiega l'ultimo sondaggio Datamedia, non c'è più nessuno che la intende solo come «una sostanza aromatica»; e sono scesi dall'8,5 per cento all'1,7 quelli che la giudicano «una sostanza cui è difficile rinunciare». In compenso, aumentano quelli che considerano l'ecstasy non come una droga, ma come qualcosa che «serve solo a socializzare»: erano 8,5 nel '97 e adesso sono diventati il 17,2. E aumentano pure quelli che considerano la cocaina come uno status symbol, una droga che fa tendenza. Passano gli anni e gli unici successi contro la piaga della tossicodipen¬ denza, arrivano dalle comunità come quelle di San Patrignano, che vivono della passione di pochi e della disperazione di molti. Per il resto, la sconfitta è così dura che Pino Arlacchi, vicesegretario generale dell'Onu e capo dell'Uncdp, la struttura antidroga delle Nazioni Unite, sostiene che in Europa qualcuno sembra già aver alzato bandiera bianca: «Ritenere che lottare contro la droga sia impossibile e smantellarla definitivamente sia inutile è solo una moda intellettuale e politica. Problemi come l'ambiente e la condizione femminile, o come le grandi malattie del seco- lo, vengono affrontati nella convinzione che possano essere risolti. Perché con la droga dovrebbe essere diverso?». Ed è proprio su questa linea che Sergio Mattarella, vicepresidente del Consiglio, viene a Rainbow (mentre nella sala del teatro Deborah Compagnoni incontra i ragazzi di Sampa) e apre quasi una frattura nelle convinzioni del governo sul tema della droga. Niente legalizzazione, e niente riduzione del danno, due ipotesi avanzate da qualcuno della maggioranza in altri tempi. Mai, dice Mattarella: e mai, ripete, «in nessuna circostanza, potremo accettare una normativa che contempli la somministrazione controllata di stupefacenti o che implichi l'accettazione della subalternità alla droga. L'obiettivo di qualunque norma, regola, legge dello Stato deve tendere alla piena uscita da questo tunnel». E ancora: «Il governo contrasterà ogni legge che tenda a stabilizzare il consumo di droga, arrendendosi a essa, che suggerisca illusorie vie di fuga o addirittura sostenga ingannevoli principi di libertà». Per questo Mattarella ha anche ribadito «il no alle politiche di riduzione del danno se come tappa di un percorso teso verso la liberazione totale della tossicodipendenza». Quindi no all'uso controllato di presunte quantità limitate, che hanno solo lo scopo di non turbare l'equilibrio sociale. «Nessuno è irrecuperabile ed è indegno di un paese civile eliminare o nascondere i meno fortunati». L'ultima mano tesa del vicepresidente del Consiglio arriva alla fine del suo intervento: «Il volontariato ha fatto bene e va valorizzato». Da questa parte della barricata, comunità di San Patrignano, però, i ringraziamenti sono pieni di prudenza: «Ben vengano queste dichiarazioni, ma che siano seguite da fatti concreti», dice Andrea Muccioli. E fino adesso, aggiunge Muccioli, non è che si sia visto molto: «Lo Stato italiano ha speso sette miliardi in prevenzione, con la campagna "fatti furbo, non farti male", sulla cui utilità nutriamo seri dubbi. In compenso, da noi c'è una legge in vigore da dieci anni, che stabilisce che un tossicodipendente che delinque e va in carcere, ha il diritto di poter passare la sua condanna in un istituto di recupero. Quasi tutti i ragazzi lo chiedono: quasi nessuno riesce ad andarci. Non ci sono abbastanze strutture perché lo Stato non ha fatto niente per crearle». Alla fine, il mondo della droga non è cambiato molto. Da quando Muccioli cominciò, ventini anni fa, come la vita di un ragazzo che è diventato uomo, 14 mila giovani sono passati da qui: qualcuno si è salvato, qual¬ cuno no. Il dramma è che tanti sono costretti a venirci ancora. Il male, questo male, resiste. E'così cambiato nello scorrere del tempo, che cambiano gli strumenti e gli uomini per combatterlo. Oggi, Muccioli annuncerà una nuova iniziativa con Ibm per aiutare tutti gli sconfitti dalla droga e dalla vita con i computer e con Internet. Si usano le stesse anni che ci possono imprigionare, perché a volte è così. La nostra salvezza non è sempre un cielo aperto. Su Internet ci sono siti per vendere e comprare la droga, rna anche por curarsi dalla droga. Oppure ci sono siti per viaggiare senza fermarsi mai. Come sta facendo Johnny che cammina davanti a noi, nel cyberspazio. Arlacchi: «Ritenere che la lotta alla droga sia impossibile è solo una moda politica» Sono in aumento i giovani che considerano l'ecstasy un momento di socializzazione Muccioli: «Dubbi sull'utilità della campagna governativa di prevenzione» GLI ITALIANI E LA DROGA • italiani che hanno fatto uso di eroina nel 1998 300.000 (-561 rispetto al 1997) • Ultratrentenni in cura 52,4% del totale (29,5 nel 1991) • Rischio Aids 16,2% degli utenti Sert (28,8% nel 1991) © Rischio epatite B 1.076 degli utenti Seri (1.566 nel 1996) • Tossicodipendenti in cura al Sert 137.657 «MIDENTIKIT DEL DROGATO DEL 2000 Maschio 86% del totale Età media 20-34 anni 71,6% del totale 3 Detenuti che si drogano 13.567 Militari che fanno uso di stupefacenti (di cui 85,5% giovani in servizio di ^ 838 leva MINORI CHE HANNO AVUTO PROBLEMI CON LA GIUSTIZIA 1.418 (di cui 78% in età tra 14 e 17 anni) 'per cocaina ^Jh|F~ 17,1% ^1^^63,9% 81,4% per eroina per cannabis italiani 97% maschi 63,9% per cannabis i (i >n mimmi iMfiTiwinf imnm mmfawwi MMmroi mwmmi ihmhhìhmm mr» MniMiamum » i m wm i wt\ mit w n wm ih mimmi wmh m Sopra, l'ex campionessa di sci Deborah Compagnoni In alto. Andrea Muccioli. responsabile della comunità di San Patrignano

Luoghi citati: Europa, Manhattan, Modena, New York, Rainbow