Malpensa, rubavano ii kerosene ai jet in partenza di P. Poi.
Malpensa, rubavano ii kerosene ai jet in partenza La truffa miliardaria iniziò nel '94: veniva rivenduto per riscaldamento, la gang si comprava ville Malpensa, rubavano ii kerosene ai jet in partenza Arrestati 14 dipendenti della società incaricata dei rifornimenti MILANO Rubavano il carburante destinato ai jet, si arricchivano e investivano i soldi in ville a Montecarlo. Era più che una truffa: i piloti potevano essere tratti in inganno dalle indicazioni degli strumenti credendo di aver fatto il pieno che invece non c'era, e sono facilmente immaginabili le conseguenze. Per la Malpensa, dopo i ritardi e le proteste ambientali, arriva un'altra stoccata, anche se i reati imputati alla banda sgominata ieri sono stati commessi in gran parte quando Malpensa non era ancora 2000. Gli investigatori l'hanno chiamata Operazione Vampiro, si è conclusa dopo un anno e mezzo di indagini e ha portato all'arresto dei succhiatori di carburante. Un furto colossale: si parla di centinaia di migliaia di chili di kerosene per aerei Jet rubati dal 1994 in poi, con un guadagno di svariati miliardi per 1 responsabili del dirottamento del carburante. Sottratto agli aerei durante i rifornimenti sarebbe stato rivenduto come combustibile da riscaldamento garantendo alla banda notevoli arricchimenti. La Polaria, che ha condotto l'indagine, ha scoperto che i truffatori avevano acquistato auto, arredi e ville di lusso, anche a Montecarlo. In manette sono finiti 14 dipendenti della società Ram (Rifornimenti Aeroportuali di Milano) su ordine di custodia del giudice del tribunale di Busto Arsizio, Adet Toni Novik. Sono ii capo deposito, il ragioniere, alcuni autisti e operai che trasferivano il carburante dalle cisterne agli aerei. I nomi non sono stati rosi noti e si stanno ancora cercando alcuni dei depositi dove il kerosene veniva stoccato. Nell'indagine, coordinata dal pm Masini, ci sono anche venti indagati. L'accusa per tutti: associazione a delinquere finalizzata al furto aggravato, falso e peculato. L'inchiesta era partita dalla scoperta casuale, nel '98, di un'asta per le misurazioni truccata. Il sistema utilizzato per sottrarre carburante consisteva nell' immettere nei serbatoi dell'aereo quantitativi inferiori rispetto a quelli richiesti dalle compagnie aeree, che in questa vicenda sono considerate parte offesa (più di tutte avrebbe subito danni l'Alitalia). Il metodo era duplice: tramite il termodensimetro, apparecchio che faceva figurare il carburante più denso di quanto in realtà fosse, oppure tramite una valvola di scarico che «riciclava» all' interno dell'autobotte parte del carburante. In questo caso il contalitri alterato segnava una quantità superiore rispetto a quella realmente inserita nel serbatoio del jet. I piloti non potevano rendersi conto della truffa perchè i rifornitori rubavano quantità basse da ogni aereo e quindi gli strumenti non segnalavano la differenza che era minima. Oppure, grazie al termodensimetro che indicava un gasolio più pesante di quello realmente fornito, dagli strumenti appariva che era stata caricata sull'aereo la quantità giusta in litri, che invece non corrispondeva alla realtà. Ed è questo il caso più inquietante. [p. poi.]
Persone citate: Masini
Luoghi citati: Busto Arsizio, Milano, Montecarlo
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