Ciampi; attenti a Internet di Enrico Benedetto

Ciampi; attenti a Internet Il capo dello Stato a Parigi: la globalizzazione culturale offre straordinarie opportunità, ma può offuscare il sapere Ciampi; attenti a Internet \M Louvre una dura denuncia dei media Enrico Benedetto Corrispondente da PARIGI Sceglie il Louvre, Carlo Azeglio Ciampi, per denunciare la «strumentalizzazione puramente commerciale della cultura» mettendo in guardia contro pericoli e «messaggi negativi» che «i media tv, le tecnologie satellitari e via cavo, Internet» irradierebbero sui giovani fino a comprometterne il «percorso formativo». Il direttore Pierre Rosenberg, cicerone dall'inseparabile sciarpa rossa, se ne rallegra quasi incredulo. «Lo chiameranno, ormai, il "discorso del Louvre"» ci dice. «Immaginavo che il Presidente italiano vi annettesse un'importanza particolare. Sa, è rarissimo che un capo di Stato tenga a visitarci. E ancor più sentirgli dire cose non formali». Invece l'uomo del Quirinale attacca duro. Pur vantando le «straordinarie opportunità che dischiude la globalizzazione» in campo culturale, ne denuncia con fermezza i «rischi». Globalizzando le idee si può «offuscare il sapere». La prima conseguenza è quasi un crimine: lesa memoria. Ad «emarginare i tratti salienti delle nostre tradizioni» ammonisce Ciampi, utilizzeremmo nel modo peggiore il processo in corso. Dunque vigilanza. Attenti ragazzi: la fatina Internet può nascondere l'orco. E la tivù rivelarsi un complice insidioso. Evocando i «varchi non vigilati» che il Web e le nuove teletecnologie aprono sul pubblico non solo giovanile, il Quirinale auspica che il legislatore intervenga? Ce lo si chiedeva, ieri sera, ascoltando l'appello contro la «tecnica vissuta come un fine» e «il linguaggio ; informatico» colpevole, almeno potenzialmente, di «relegare in secondo piano il ricco patrimonio linguistico europeo». E che il monito arrivi proprio da Parigi, ove Lionel Jospin si accinge a varare una legge quadro restrittiva su Internet, non è forse casuale. «Italia e Francia» aggiunge Ciampi «debbono operare congiuntamente promuovendo le rispettive lingue». Per l'Eliseo, da anni in trincea contro l'egemonia anglofona, ritrovarsi con il Quirinale sulla medesima lunghezza d'onda prefigurando un asse Roma-Parigi costituisce un formidabile tonico. Aggiungiamoci gli accenni elogiativi che Ciampi riserva a Fernand Braudel e quel suo citare l'Illuminismo che forgiò la Rivoluzione e le sopravvive sedimentando la cultura europea. A sentirlo, parrebbe che l'idillio italo-francese sfiori il coup de foudre. C'è sì un omaggio alle «Americhe» plurale significativo - ma in terzultima riga non si può dire corregga davvero la tendenza. Il nodo è che «milioni d'europei cercano protezio¬ ne» nella «propria identità culturale». Come? «Salvaguardando le radici». Il deficit cui s'interessa ormai Ciampi è quello dell'«umanesimo», parola chiave - e apprezzatissima dal pubblico nell'allocuzione. Che la «società civile» persegua quindi «obiettivi a livello qualitativo», indispensabili per la sua maturazione. Qualcuno ritroverà in filigrana temi emersi nell'ultimo incontro con Giovanni Paolo II, Fiducia verso lo sviluppo economico e il boom hi-tech, ma nessuna metafisica del progresso. Anzi, occhio al «pensiero greco e cristiano»: almeno al Louvre, Ciampi non baratterebbe Leonardo con Bill Gates. «L'informatica rischia di relegare in secondo piano 8 patrimonio linguistico europeo» Critiche anche alla televisione, alle tecnologie satellitari e a quelle via cavo Carlo Azeglio Ciampi accolto all'Eliseo dal presidente francese Jacques Chirac per un pranzo insieme con alcuni ministri

Luoghi citati: Francia, Italia, Parigi, Roma