Par condicio, sì alle norme a anti spot

Par condicio, sì alle norme a anti spot Vìa libera dal Senato mentre si scatenano le polemiche tra maggioranza e opposizione Par condicio, sì alle norme a anti spot Berlusconi: attentato alla libertà ROMA Klnaccettabile». «Antidemocratica». «Illiberale». «Attentato alla libertà». «Marchingegno diabolico costruito sulle menzogne della sinistra». Silvio Berlusconi, nel salone di via del Plebiscito, non risparmia né aggettivi né metafore né minacce: «La par condicio? E' come giocare una partita in trasferta, con gli avversari clic pretendono di farsi le regole da soli, e con un arbitro che il fuorigioco lo fischia soltanto contro di te. Siamo di fronte a una norma da regime, a un fatto gravissimo che mina il dialogo con la maggioranza. Siamo pronti a mobilitare il Paese. Un referendum? l'orse, ma sappiamo bene che non ci sono i tempi per farcela prima delle prossime politiche...». La maggioranza, forte della prima approvazione a Palazzo Madama della legge sulla propaganda televisiva (154 voti favorevoli, 69 contrari, 7 astensioni), fa spallucce, lì già pensa alla «fase due» del programma: l'approvazione della légge sul conflitto d'interessi. Salvatore Cardinale, ministro delle Comunicazióni, manda a dire dal Canada che «si è compiuto un importante passo verso un sistema di regole certe a tutela di tutte le forze in campo». li Walter Veltroni aggiunge, quasi beffardo: «Le reazioni scomposte del Polo sono la prova migliore: le ragioni che hanno portato al sì del Senato sono giuste...». Il via libera alla normativa anti-spot (permessi soltanto in appositi «contenitori», costruiti in modo da garantire lo stesso spazio a tutte le forze politiche), arriva nella tarda mattinata, a conclusione di una nervosissima seduta a Palazzo Madama. Con le polemiche tra il Polo e il presidente del Senato che continuano a farsi stinti re per tutta la giornata: «Sui contenuti del disegno di leggo - dirà nel pomeriggio Nicola Mancino - ho avuto contatti, colloqui e discussioni con alcuni gruppi della maggioranza e dell'opposizione, al line di avvicinare le distanze. Non ci sono riuscito e me ne dispiace. I colleghi, però, sanno che non può essere rimproverato alla presidenza se le posizioni dei gruppi restano rigide...». Tanto rigide da sfociare nello scontro aperto: «La Corte Costituzionale bollerà il provvedimento come totalmente incostituziona¬ le», tuona il presidente dei senatori azzurri Enrico La Loggia. Giulio Maceratini, capogruppo di An, parla di norme «bolsceviche e comuniste»: una risposta irridente alle polemiche scoppiate a sinistra dopo che Maurizio Gasparri aveva definito «nazista» il provvedimento. Dura la replica dei Ds, affidata a Gavino Angius: «In nessun altro Paese democratico esistono segretari di partito, capi di governo e leader dell'opposizione che hanno tre tg, i loro spot, i loro talk show, i loro programmi di intrattenimento con cui fanno costantemente propaganda politica e portano i telespettatori al totale rimbecillimento», dice il capogruppo diessino. «Perla libertà - insiste - servono regole, altrimenti la libertà non è per tutti ma solo per i più forti e i più arroganti...». Poche ore più tardi, Silvio Berlusconi, sventolando il testo della legge già in vigore, parlerà di «menzogne» e di «vilipendio allo spot, figlio del disprezzo antico per la gente, che per la sinistra deve essere sempre guidata da qualche capo illuminato». Le norme - accusa il leader di Forza Italia - «ci sono già e vanno benissimo. Questo provvedimento toglie a milioni di persone l'unico strumento a loro disposizione per formarsi un'idea. Così i partiti non hanno più nessuna possibilità di comunicazione televisiva. Non solo, assegnando a ciascun partito lo stesso spazio, si costringono le tre forze del Polo a confrontarsi con le quindici che sostengono la maggioranza. E gli spettatori ad affrontare la noia mortale di un programma che nessuno vedrà mai...». Gianfranco Fini annuisce con il capo, poi aggiunge: «Avete visto la dichiarazione di Angius? Per lui gli italiani davanti alla tv sono tutti imbecilli. Evidentemente, non conosce l'uso del telecomando...». lg. tib.] HMIIHWffl^Éttll Forza Italia: la Corte Costituzionale cancellerà tutto Il ministro: finalmente delle regole certe Enrico La Loggia, presidente dei senatori di Forza Italia e Gavino Angius, capo del gruppo Ds

Luoghi citati: Canada, Roma