La corazzata Montecitorio

La corazzata Montecitorio BUONGIORNO istmoGran.ell.ni La corazzata Montecitorio NCOR prima di incominciare, la crisi di governo ha già stufato tutti, compresi i politici che la interpretano e i giornalisti che la devono raccontare. Questa cerimonia sacrificale che si rinnova a ogni autunno, in concomitanza con la Finanziaria e il ritomo dell'ora solare, viene celebrata nei tg della sera secondo un rituale preciso, che prevede: 1. sfilata di facce accaldate in perenne movimento verso luoghi imprecisati, inseguite da microfoni pelosi a forma di cono; 2. totale scollamento fra le medesime facce, straviste fino alla noia, e le sigle cangianti e misteriose di cui si dichiarano leader; 3. goffo dispendio di parole inglesi e latine; 4. uso giocoso e violento di termini drammatici come «regime», «nazista», «bolscevico»; 5. abuso di vecchi notabili alla Cossiga, scritturati per alleggerire il copione con battute d'avanspettacolo o criptiche allusioni da film iraniano d'avanguardia. Ci stavamo già addormentando quando è arrivata la votazione sulla «par condicio» (eccolo, il latinorum). Sugli spot ognuno è libero di pensarla come vuole, ma la decisione di sostituirli con un aumento di «tavole rotonde» stabilito per legge ci sprofonda tutti nel terrore: meglio, allora, la «politica leggera» del salotto di Vespa, meglio persino la «Corazzata Potemkin» che una flebo di dibattiti animati (si fa per dire) dalle facce che vediamo alla tele in queste ore.

Persone citate: Cossiga, Vespa