L'ALIBI DELLE MINISTRE

L'ALIBI DELLE MINISTRE IL OOVHRNO, LE DONNE E IL RIMPASTO L'ALIBI DELLE MINISTRE Gian Enrico Rusconi PUÒ darsi che siano soltanto pettegolezzi quelli che lamio delle "ministre» le candidate predestinate al licenziamento nell'imminente rimpasto (o come lo si vuole camuffare). Tutti negheranno che sia all'opera un (piali he pregiudizio «di genere». Anzi, quasi certamente, se si •rocederà alla sostituzione di alcune di loro, si manterrà 'attuale quota-donne. Eppure in queste ore viene alla luce unto l'imbarazzo con cui nel nostro Paese si continua ad affrontare la questione delle donne con responsabilità politica. Dall'enfasi esagerata al momento dell'insediamento del governo D'Alema (l'esibizione delle donne-ministro serviva egregiamente a ( oprire il colpo ili mano contro Prodi) si arriva oggi alla disinvolta domanda di avere «a disposizione» i ministeri da esse ricoperti. A disposizione eventualmente per altre donne affiliate ad altre formazioni della maggioranza. I Ina normale rotazione collegiale tra donne? Non mi pare che la questione sia così lineare e innocua come ii faranno credere. Si possono avanzare infatti due interpretazioni. Prima: i ministeri affidati alle donne sono • minori» e quindi tali da prestarsi a scambi di persone senza che la linea o la politica del governo ne risenta. Ma, a parte l'ammissione die alle donne sono affidati comunque ministeri minori, la cosa non quadra. Dubito - ad esempio - che la ventilata sostituzione della ministra per la Solidarietà Sociale, Livia 'l'uri o, con una esponente dell'area cattolica significhi un sciupine turnover fra colleghe della stessa maggioranza. Un'esponente cattolica non gestirà con gli stessi criteri la politica della famiglia (o quel poco che il governo fa su un tema tosi cruciale) ò la spinosa questione dell'integrazione degli immigrati. Dietro alla sostituzione c'è un latente mutamento di linea. Ma quale? Un interrogativo analogo vale per la chiacchierata sostituzione di Rosa Russo Jervoliuo agli Interni, che non è iertamente un ministero minore. Qui vale un'altra spiegazione. Da troppo tempo si aveva la sensazione che la ministra fosse lasciata sola, spinta avanti a suo rischio e pericolo, quasi a sperimentare sulla propria pelle la reazione dell'opinione pubblica, a copertura di un governo senza una chiara strategia. Il fatto che lajervolino iosse «una donna», che cometale si prodigava e si esponeva, ha offerto un colossale alibi per liquidarla ad un governo senza idee e senza coraggio, li questo il prezzo che il governo di centrosinistra chiede alle sue donne-ministro?

Persone citate: D'alema, Gian Enrico Rusconi, Prodi, Rosa Russo