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Tutto è suono FÀCCIA A FACCIA Tutto è suono Lorenzo Ferrerò s\ I UESTO secolo che si è aperto I I con la separazione fra i generi si 1 I sta avviando invece verso la Y caduta delle separazioni. Questo _vJ processe) di individuazione dei generi è stato lungo e doloroso e ha comportato anche molte ingiustizie alle quali piano piano si è riparato, riconoscendo il valore di musicisti che erano stati erronaemente collocati in un genere piuttosto che nell'altro. Per esempio oggi si riconosce il valore della musica di Cole Potter o di Duke Ellington che certamente travalica le dimensionei del genere in cui si sono espressi. E' certo che il processo opposto sarà altrettanto lungo e doloroso e comporterà anche delle momentanee obliterazioni rispetto ad alcuni aspetti specifici. Nelle nuove terre che già si possono int.ravvedere continuerà ad esserci sicuramente un ambito del grande consumo e sul quale culturalmente non c'è molto da dire, perchè sarà un grande consumo sempre più indu- stria-lizzato e costruito in provetta, Conviene invece puntare l'attenzione su quella ampia varietà di espressioni musicali che comprende la classica, il jazz, l'etnica, molte esperienze del pop-rock o addirittura le elabora zioni di dj creativi che a loro volta rimixano musica classica. Mi viene in mente un recente disco nel quale un dj ha rimixato brani di Steve Reich. In questo ampio ambito sono sempre più frequenti le interazioni, gli apporti creativi che provengono da diverse esperienze e poi soprattutto non va dimenticato che di musica classica non c'è soltanto quella occidentale. C'è quella araba, c'è quella indiana, c'è quella di Bali. Per il futuro molto lontano, si può forse immaginare una nuova musica classi ca in cui i diversi linguaggi si fondano in una ulteriore unità, come è avvenuto nel 700 in Europa (piando il barocco ha incontrato l'opera buffa napoletana dando orgine allo stile classico. Ferrero:«I nuovi linguaggi mescolano generi e ritmi» Lorenzo Ferrerò, direttore di Musica 2000