Perquisita la casa di Netanyahu di Aldo Baquis

Perquisita la casa di Netanyahu L'ex premier israeliano messo nei guai dall'inchiesta di un quotidiano Perquisita la casa di Netanyahu L'accusa: si è appropriato dei regali di Stato Aldo Baquis GERUSALEMME A sei mesi dalla bruciante sconfitta elettorale, l'ex premier Benyamin Netanyahu ha avuto ieri la sgradevole sorpresa di trovarsi il salotto di casa invaso da investigatori della polizia intenti a stabilire se gli oggetti di valore esposti fossero suoi, o non appartenessero invece di diritto allo Stato. Dopo aver esaminato per cinque ore la casa e l'ufficio dell'ex premier (oggi uomo di affari impegnato in conferenze a pagamento e in consulenze a compagnie high tech), la polizia ha emesso un comunicato in cui afferma di aver recuperato «oggetti di valore»: monili d'oro, argenteria, quadri d'autore. Erano stati donati al primo ministro, e Netanyahu avrebbe dovuto consegnarli allo Stato una volta tornato privato cittadino. Più che per l'ispezione, Netan- yahu si è infuriato per aver appreso da giornalisti dell'imminente perquisizione due ore prima che gli investigatori bussassero alla sua porta. «Come facevano a saperlo?», ha chiesto a un collaboratore. «Come mai la polizia voleva a tutti i costi che le telecamere della televisione non mancassero alcuna fase del blitz?». Da qui al sentirsi vittima di oscuri complotti, il passo è stato breve. I dolori dei coniugi Netanyahu sono iniziati quando Sarah, la moglie, affidò il trasloco di casa a un uomo di fiducia, Avner Amedi, che non inoltrò alcuna fattura. Da allora - secondo una dettagliata ricostruzione del quotidiano «Yediot Ahronot», che ha innescato il mese scorso le indagini della polizia Amedi divenne frequentatore quotidiano di casa Netanyahu: portava fiori, puliva i pavimenti, spostava mobili. E non presentava mai fatture. La cosa cambiò bruscamente con la sconfitta di Netanyahu, nel maggio 1996, quando Amedi - sempre secondo «Yediot Ahronot» - presentò all'ufficio del primo ministro una mega-fattura da centomila dollari (circa 180 milioni di lire), che venne respinta. Negli ultimi mesi gli investigatori hanno sentito versioni contrastanti. Nemmeno i coniugi Netanahu concordano nella ricostruzione della vicenda. Intanto scoppiava lo scandalo del «Libro dei Regali di Stato», nel quale sono elencati i doni ricevuti dai capi di Stato in visita. Oggi Netanyahu e signora dovranno spiegare come mai si siano dimenticati di restituirli allo Stato. Netanyahu si sente vittima di complotti: negli Anni 60, ricorda, il generale Moshe Day un (laburista) abbellì il suo giardino con raffinati sarcofaghi egizi da lui trovati a Gaza. E nessuno allora osò fiatare.

Persone citate: Benyamin Netanyahu, Moshe Day, Netanyahu

Luoghi citati: Gaza, Gerusalemme