Ecco i piani dei nuovi sovversivi di Giovanni Bianconi

Ecco i piani dei nuovi sovversivi Nelle perquisizioni trovato un documento dei «comitati di resistenza» che analizza il delitto D'Antona Ecco i piani dei nuovi sovversivi Musone: terroristi collesati alle vecchie Br Giovanni Bianconi ROMA Stavano ancora discutendo della riapparizione delle Brigate rosse e dell'omicidio D'Antona gli aderenti al «(Nuovo) l'aitilo comunista clandestino» incappati nelle perquisizioni ordinate in mezza Italia dal pool antiterrorismo della Procura di Roma. In due appartamenti di Milano e Napoli la polizia ha trovalo un documento di analisi critica della rivendicazione del delitto di via Salaria a Roma firmato dalle Br-partito comunista combattente; 3!) pagine di esegesi non ancora completa di quel testo, in cui ogni passaggio viene letto e criticato in chiave rivoluzionaria e di prospettiva di lotta annata, non certo di condanna per l'uso della violenza, Il punto focale di quanto sta accadendo nell'area dell «antagonismo spinto di sinistra» messo sotto osservazione dagli investigatori della Digos e del Kos ò proprio questo: se non c'è (o non c'è ancora) una risposta positiva alla chiamata alle anni fatta dalle Br con ^operazione D'Antona», ciò e dovuto a differenze di analisi e interpretazione dei «sacri testi» del marxismo-leninismo, con discussioni che all'esterno possono apparire incomprensibili, ma di cui vive chi appartiene a queste aree. Il contenuto del documento sequestrato va proprio nella direzione della critica costnitliva all'azione delle Br, contenuta già in pubblicazioni semi-clandestine come «La Voce del (nuovo) partito comunista». Nel numero stampalo a luglio - (! ritrovalo in molte delle case visitate l'altro ieri da carabinieri e poliziotti - si legge ad esempio che l'uccisione di D'Antona «ha messo in luce che la borghesia e i suoi funzionari possono essere colpiti dovunque e in qualsiasi momento». Ma poi si aggiunge: «Ovviamente al successo della nostra causa non basta colpire ora qui ora Iti; noi abbiamo bisogno di ricostruire il partito comunista, e portare la classe operaia a conquistare il potere. In questa fase ci serve colpire solo per raccogliere le forze e accumularle». Stillo stesso giornale il compagno Nicola P. (probabilmente uno dei perquisiti nella maxi-operazione di martedì) scrive, a proposito del delitto D'Antona: «Al sentire la notizia, per un momento, si sono sentili vendicati migliaia di lavoratori, padri di famiglia "esuberi" o "rottamai i"... C'è un funerale, e una volta tanto non è un disoccupato o uno sfrattato che disperato si è tolto la vita...». Tuttavia l'omicidio non può fermare la politica cui D'Antona contribuiva. «Non basta ammazzare un re per porre fine alla monarchia». Per «creare un'economia e una società comunista ci vuole ben altro che eliminare ogni tanto un servo dei padroni! Ci vuole che milioni di lavoratori si muovano insieme, a organizzare la loro stessa vita». Con questi obiettivi dovrebbe nascere il partito comunista clandestino individuato nell'operazione dell'altro giorno. «La clandestinità è la condizione della sua indipen¬ denza dalla borghesia», si legge in un altro scritto. E a questo proposito, rirreperibilità dal maggio scorso del principale leader dei Care (i Comitati di appoggio alla resistenza comunista, anima della nuova organizzazione), Giuseppe Maj, viene letta dagli investigatori come un modo per dare l'esempio. Negli ambienti «antagonisti», invece, la scomparsa di Maj - che ha 63 anni ed è una vecchissima conoscenza della Digos, dai primi Anni Settanta - viene spiegala come un segno di dissociazione dalle Br riapparse col delitto D'Anlona. Al di là delle dispute ideologiche, comunque, il lavoro di magistrati e investigatori prosegue per verificare l'oggettiva pericolosità della nuova «associazione sovversiva» e gli ipotetici contatti con chi ha ricominciato a sparare ed è ancora in libertà. Il ritrovamento di documenti italiani addosso a due terroristi della Raf tedesca, provenienti da frequentatori di circoli romani deH'«antagonismo», dimostrerebbe una certa disponibilità alla «solidarietà militante» sulla quale potrebbero contare anche altre articolazioni del partito armato. E a proposito delle Brigate rosse, il capo della polizia Masone ha spiegato ieri: «Dai nostri studi si evince chiaramente che le nuove Br affondano le radici nelle vecchie Br che hanno operato negli Anni Settanta, e sono collegate ai vecchi movimenti». Personaggio centrale dell'indagine della Procura è Giuseppe Maj, il leader sessantenne, latitante La polizia in via Salaria poche ore dopo il delitto di Massimo D'Antona il 20 maggio scorso a Roma

Luoghi citati: Italia, Milano, Napoli, Roma