Berlusconi jr: belle le Veline ma a Mediaset lavoro sodo di Ugo Bertone

Berlusconi jr: belle le Veline ma a Mediaset lavoro sodo SI RACCONTA «HO COMINCIATO A 25 ANNI, QUANDO PAPA' E' ENTRATO IN POLITICA» Berlusconi jr: belle le Veline ma a Mediaset lavoro sodo intervista Ugo Bertone inviato a COLOGNO MONZESE MISTER tv approda, tra le nebbie, nella cattedrale dell'etere poco dopo le otto del mattino, alla guida della sua Jaguar. Ne uscirà solo a tarda sera, dodici ore e più di lavoro alle spalle. Ma, prima di mettersi all'opera, il giovin signore dell'etere ha già alle spalle un'ora di corsa nel parco di Arcore e qualche esercizio nella palestra di casa. E, almeno qualche volta, c'è anche il tempo per un saluto a Cheka Doli, la cavalla del cuore: 11 anni, «un quarter horse - dice con affetto - , la razza più veloce del mondo sul quarto di miglio: scattante, imprendibile, il cavallo dei cowboys». Piersilvio Berlusconi, classe 1969, primo maschio di «sua Emittenza», vicedirettore generale in Mediaset, è a casa sua sia ad Arcore («Ci vivo da quando avevo quattro anni») che qui, nel suo ufficio di Cologno, al secondo piano del quartier generale della fabbrica più importante dell'impero di famiglia, davanti a sei monitor e in attesa che gli piovano addosso le mille «grane» quotidiane che toccano al leader delle tre reti della tv commerciale, tanto più pesanti quando si porta un nome così pesante. «Papà mi ha coinvolto nel mestiere fin da piccolo confessa -. Avevo 12 o 13 anni e mi sono trovato a dir la mia, naturalmente sui programmi per i più giovani». Una bella responsabilità... «Dai tempi del liceo - incalza - ho partecipato ai famosi comitati del venerdì, quelli in cui papà, assieme ai vertici aziendali, decideva l'impostazione globale della tv commerciale». Sembrava l'avvio di una carriera dorata e facile, dalle tappe ben scandite. Poi, perà, c'è stata, all'improvviso, la «chiamata alle armi»: la nascita di Forza Italia, l'ingresso in politica di Silvio Berlusconi. «E nuove, pesanti responsabilità per me in Mediaset - confessa Piersilvio - e per Marina in Fininvest». Adesso, cinque anni dopo 1'«arruolamento» vero nell'esercito di Mediaset, Piersilvio, l'erede, accetta di raccontarsi nel pubblico e nel privato. Dalla passione per d Milan («Il trainer preferito? E' come la musica, l'ultimo disco è quello che si gusta di più...») a quella per Hermann Hesse («Ho letto tutto di lui, anche le opere meno conosciute»). Dal karaté alla medicina psico-neuro-endocrinologica, ovvero lo studio degli ormoni e dei loro effetti su mente e corpo. «Di quell'argomento confessa - ho letto tanto». Le «sue» reti, intanto, rosicchiano terreno, colpo su colpo, al «nemico» Rai. «Canale 5 risale - mormora felice davanti al mattinale dell'audience -. Sì, ci ho lavorato molto in questi mesi. Assieme a Costanzo». Ed è questa la soddisfazione che conta di più per il responsabile degli stabilimenti virtuali più importanti d'Italia, uno che mastica tv dalla nascita. Signor Piersilvio racconti il suo mestiere in poche parole... «Devo sforzarmi di ottenere il massimo con il minimo dei costi. Assieme ad un gruppo di dirigenti che è in gamba, bisognadecidere le politiche di investimento, saper mantenere la qualità editoriale delle reti, fare il lavoro di gestione quotidiano, far funzionare la macchina televisiva. Aggiungo la cosa più importante: considerare ogni cosa anche dal punto di vista del rappresentante dell'azionista principale di Mediaset. Devo saper miscelare ruoli diversi» Come uno chef di alta cucina... «Vero». Ma è difficile che uno chef sia figlio d'arte... «Papà mi ha insegnato molto. Purtroppo oggi è quasi impossibile chiedergli un parere. E certe volte lo vorrei, anche perché nessuno conosce la tv meglio di lui». Ma vi sentite poco, di que¬ sti tempi. O no? «No, anzi. Negli ultimi tempi capita di passare assieme il weekend ad Arcore, di passeggiare insieme nel parco. E poi la domenica c'è il Milan». Il suo è un mestiere invidiato, Piersilvio. Lei dirige le Veline di «Striscia...», «lo passo la giornata tra comitati, riunioni e mille emergenze improvvise. La tv, vista da questa scrivania, è ben diversa da come se l'immagina il pubblico. Ma guardi, le Veline piacciono anche a me». Messa così sembra una vita noiosa... «Tutt'altro, anche perché non passa giorno senza un'emergenza improvvisa» Del tipo? «Una serata da smontare, una crisi con una star». E deve scendere in campo un Berlusconi... «E' una cosa che dà garanzie». Ricci e «Striscia la notizia» devono dare dei bei problemi... «E' un programma eccezionale. Non solo per gli indici d'ascolto, ma anche perché è un ottimo esempio di tv calda, di quel vantaggio che la tv generalista ben fatta avrà sempre rispetto alle reti a pagamento». Fidanzato? «Ho una ragazza fissa. Una relazione importante, ma non si è mai parlato di matrimonio». Gli amici preferiti? «I compagni delle elementari e delle inedie, quelli di Arcore insomma. Purtroppo, anche da bambino, ho dovuto passare lunghi periodi in Svizzera e in Spagna dopo minacce di sequestro. Ma il mio cuore è rimasto ad Arcore. O al liceo Zucchi, sezione di Vimercate». Università? «Ho cominciato Filosofia alla Statale. Poi, nel '91, ho avuto un grave incidente di moto alle Bermude. Per nove mesi non ho camminato. Una volta guarito mi sono iscritto a Scienze Politiche: un paio d'esami e poi basta. Sentivo l'esigenza di qualcosa di più concreto». Di qui l'ingresso in azienda. Prima tappa Publitalia... «Sì, ho cominciato la mia gavetta da lì, dove mi hanno insegnato le regole-chiave che stanno dietro la tv commerciale: prima il marketing, poi le telepromozioni, infine mi hanno messo a seguire i venditori di pubblicità». E poi? «Poi sono passato alla redazione di Italia 1. Con un compito più operativo, per fortuna. Ma, proprio mentre imparavo a muovermi, papà è entrato in politica...». Cos'è cambiato? «Tutto. Dall'oggi al domani i manager del gruppo hanno cominciato a chiedere il mio parere, a farmi partecipare a comitati, riunioni, scelte sempre piti impegnative...». Una bella prova del fuoco, a 25 anni. Vi ha aiutato qualcuno? «Fu una chiamata alle armi, per me e per Marina. Confalonieri è stato determinante. E' un vero saggio... Papà? Qualche volta, vedendomi così impegnato, mi ha detto: non esagerare. Era un bel complimento, almeno per come la vedo io». Qualcosa che ha sconvolto la vostra vita di eredi d'oro. Eppure avreste potuto vendere per miliardi di dollari. E forse, dice qualcuno, lo farete, prima o poi. «Non abbiamo in programma per Mediaset né cessioni né fusioni. La nostra è un'azienda eccellente, che può aspirare ad un ruolo da protagonista in Europa e può scegliersi i propri partners. Terremo comunque in mano il controllo dell'azienda e ne manterremo salda l'identità nazionale». Avete fatto l'alleanza con Kirch. «E' un primo passo importante verso la creazione di una tv europea in grado di competere con i grandi gruppi Usa. Ci permette di passare dalla fase del broadcaster, ovvero del distributore di prodotti, a quello del proprietario dei contenuti, perciò fare i produttori. Anche ad Hollywood». E in Italia... «Anche qui, in prospetiva, dovremo comprare sempre di meno all'esterno e puntare sempre di più su programmi tv prodotti da noi: intrattenimento, molta fiction e informazione». E la politica l'interessa? «Certo, come cittadino, come manager e imprenditore. E come figlio, natiiramemo». Tutto qui? «Non ho in progromma di fare politica». Il leader più simpatico. A parte suo papà, naturalmente... «Diciamo che tra Aznar e Blair scelgo Aznar». L'incontro con il «giovin signore» finisce qui. Di cose da dire ce ne sarebbero ancora tante, dal conflitto con la Hai («Una potenza economica immensa - dice - che copia sempre di più la tv commerciale») al video del futuro («La nostra fiction - anticipa - sarà una vera e propria rivoluzione»). Ma mister Tv ha il tempo contato. Alla porta di Cologno bussa Maurizio Costanzo: quante decisioni da prendere nel giro di poche ore, se non di minuti. E papà è lontano... Piersilvio smentisce cessioni o fusioni «La nostra è un'azienda eccellente, ne terremo comunque il controllo» «Non ho in programma di far politica. Il leader più simpatico oltre apapà?MipiaceAznàr» «Vorrei occuparmi delle "Veline" ma passo la giornata tra riunioni e mille emergenze. La mia tv è diversa da come l'immagina il pubblico» CARTA D'IDENTITÀ NOME: Piersilvio Berlusconi, detto «Dudi» ETÀ': 30 anni STATO CIVILE: celibe, padre di una bambina, Lucrezia Vittoria, nata nel 1990 PROFESSIONE: vicedirettore generale di Rei (società titolare delle concessioni di Canale 5, Retequattro e Italia PROGRAMMI TV PREFERITI: Striscia la notizia. Geo e divulgazione scientifica in genere MUSICISTI PREFERITI: Vivaldi. Borodin, CiaikowskiJ SPORT: calcio, equitazione, karaté, sub Piersilvio Berlusconi con la sorella Marina e Fedele Gonfalonieri, presidente del gruppo fondato dal padre Silvio Bm Piersilvio Berlusconi al suo tavolo di lavoro come vicepresidente del gruppo Mediaset a Cologno Monzese Qui accanto Berlusconi iunior con la sua cavalla Cheka Doli un «auarter horse" di undici anni