Verdi e comunisti all'attacco Altro che dossier Mitrokhin» di Maurizio Molinari

Verdi e comunisti all'attacco Altro che dossier Mitrokhin» Verdi e comunisti all'attacco Altro che dossier Mitrokhin» Maurizio Molinari ROMA Verdi, Rifondazione e Comunisti italiani chiedono «urgenti chiarimenti» al governo D'Alema sulle rivelazioni in merito alla quantità di ordigni nucleari americani presenti nelle basi militari in Italia, mentre il ministero della Difesa e la Farnesina ieri sera hanno evitato ogni commento a caldo lasciando comunque trasparire imbarazzo e sorpresa per quanto pubblicato dal bollettino degli scienziati atomici Usa. Il capogruppo dei Verdi in commissione Esteri al Senato, Stefano Boco, appena appresa la notizia ha ammesso di essere «esterrefatto» ed ha annunciato «passi parlamentari» per questa mattina, perché «siamo di .fronte alla pubblicazione dei veri documenti che contano sul lungo periodo della Guerra Fredda e sulle implicazioni avute ne! nostro Paese, siamo di fronte a carte assai più importanti e pesanti del tanto decantato dossier dell'ex agente del Kgb Mithrokin». «In questo Paese c'è stato un referendum contro il nucleare, abbiamo ap¬ provato il Trattato contro la proliferazipne e il parlamento non è mai stato informato sulla presenza di armi nucleari aggiunge Stefano Boco - quindi se ci sono queste armi se ne devono andare subito e il Parlamento deve ricevere delle spiegazioni inoppugnabili su quanto avvenuto fino a questo momento». Sulla stessa linea i Comunisti Italiani di Armando Cossutta. «Le carte che arrivano dall'America confermano quanto sospettavamo da anni - afferma Tullio Grimaldi, capogruppo alla Camera dei Deputati del Pdci - e obbligano il Parlamento a porre subito sul tavolo la questione delle basi militari e a chiedere al governo di spiegare al Paese cosa accade veramente sul nostro territorio e che cosa è accaduto in passato». Nella tarda serata di ieri parlamentari Verdi e dei Comunisti italiani si sono consultati sui passi da compiere in aula. Anche Rifondazione comunista di Fausto Bertinotti è pronta a dare battaglia. «Finalmente si scopre una verità rimasta celata per cinquanta anni, perché nessun governo ha mai parlato di que¬ ste armi né nessun Parlamento ha mai saputo», afferma il senatore Giovanni Russo Spena, secondo il quale «solo il Parmanento può autorizzare la presenza di armi nucleari in Italia». «Le informazioni trapelate in passato si sono rivelate esatte. Questi ordigni ad Aviano e Ghedi sono da ritenersi illegali, illegittimi, incostituzionali ed in flagrante contraddizione con il Trattato per la non proliferazione delle armi nucleari cui abbiamo aderito formalmente incalza Russo Spena - oltre ad essere pericolose per la popolazione; bisogna correre ai rimedi, il Paese deve sapere la verità». Più cauta la reazione dei Democratici di Sinistra, che con il responsabile Esteri, Luigi Colajanni, mettono le mani avanti temendo un altro polverone: «Anzitutto bisogna verificare se le informazioni pubblicate in America sono vere, e comunque c'ò da dire che la presenza di armi nucleari nel nostro Paese non è certo una novità, anzi adesso il bollettino degli scienziati parla di 30 testate mentre c'è chi in passato diceva che il numero complesivo era di 60». Per Colajanni il «problema che si pone» è nel caso specifico di altra natura: «L'esistenza di clausole segrete nei Trattati sullo status delle basi che consentono la presenza di queste armi». «I governi probabilmente hanno taciuto sulla loro esistenza - afferma Luigi Colajanni - perché impegnati da queste clausola segrete, sul cui contenuto invece è giunto il momento di informare il Parlamento». Tutti gli occhi sono puntati adesso sul ministero della Difesa. Da via XX Settembre ieri non è giunto alcun commento oltre alla riaffermazione del ben noto principio condiviso da tutti i Paesi dell'Alleanza Atlantica sulla «non ammissione né smentita della presenza di armi nucleari». E' comunque vero che in Europa è in questo momento in atto un processo di riduzione degli armamenti nucleari nell'ambito delle intese raggiunte fra Stati Uniti e Russia, e quindi non si può escludere che questo riguardi anche il nostro Paese. Profilo basso sulla vicenda anche alla Farnesina, dove ci si è limitati a far notare che la questione della deterrenza «riguarda l'Alleanza Atlantica» e non dunque i singoli Paesi. A sinistra, Il capogruppo dei Verdi in commissione Esteri al Senato, Stefano Boco. Qui accanto, il senatore Giovanni Russo Spena di Rifondazione comunista

Luoghi citati: America, Aviano, Europa, Italia, Roma, Russia, Stati Uniti, Usa