Nissan prova la «cura Renault» di Renzo Villare

Nissan prova la «cura Renault» Da Fiat ancora « no comment» a voci di intesa con i tedeschi Nissan prova la «cura Renault» Impianti chiusi, 21 mila posti a rischio Renzo Villare TORINO Dall'universo dell'auto ogni giorno, o quasi, arrivano notizie, alcune fondate, altre frutto di illazioni. La giornata di ieri non ha fatto eccezione. Da Tokio, nell'ambito del Motor Show che si svolgerà dal 22 al 31 ottobre, è giunto l'annuncio di una cura shock per Nissan, la seconda azienda automobilistica giapponese dopo Toyota, da anni in profondo rosso. Da Berlino è rimbalzata l'ennesima «voce» di trattative per una cooperazione nel settore auto, con scambio di componenti e anche partecipazioni incrociate di capitali, tra Daimler-Chrysler con Fiat e Peugeot, mentre viene esclusa una acquisizione. A riportarla è slato il quotidiano tedesco di Duesseldorf «Handelsblatt», subito smentito da Torino («non commentiamo voci giornalistiche», ha detto un portavoce della Fiat) e da Stoccarda («non commentiamo le indiscrezioni» ha dichiaralo quello del Gruppo tedesco). Secondo «Handelsblatt», un manager di Daimler-Chrysler avrebbe affermato che «una sorpresa è del tutto possibile» e che una prima decisione potrebbe essere presa alla riunione del Consiglio di sorveglianza del Gruppo di Stoccarda fissato per il 10 dicembre. Il piano Nissan, definito di «rivitalizzazione», ò invece assolutamente vero. Esso intende ridurre, entro il mar/o 2003, i costi della società per 1.000 miliardi di yen ((piasi 17mila miliardi di lire) e dimezzare il debito da 1.400 a 700 miliardi di yen. Ma per arrivare a tanto, permettendo all'azienda di tornare al profitto già nell'anno fiscale 2000 e di arrivare ad un utile operativo consolidato del 4,5% sulle vendite entro il 2002, si dprniMvfdri2snlRpvnrdlnnsc dovranno poro tagliare 21 mila posti di lavoro nel mondo, ricorrendo al part-time e al prepensionamento, chiudere tre fabbriche in Giappone, compresa quella di Murayama che produce 300mila veicoli all'anno, riorganizzare la fornitura di componenti, scendendo dagli attuali 1.145 fornitori a 600 entro il 2002 e ridurre del 20% i costi operativi e amministrativi. L'annuncio è stato dato ieri nella capitale nipponica da Carlos Ghosn, già vicepresidente di Renault, inviato da Parigi in Giappone come responsabile operativo di Nissan, non a caso soprannominato «cost killer» dopo avere realizzato la ristrutturazione della Casa francese. Il piano, sviluppato da un gruppo internazionale di 200 managers Nissan, non è stalo un fulmine a ciel sereno, essendo atteso, forse non così drastico, fin dal marzo scor¬ so, quando Renault aveva acquisito il 36,8% di Nissan (che significa il controllo) e il 22,5% di Nissan Diesel, realizzando il quarto Gruppo mondiale del settore, dopo Gm, Ford e Toyota. Il programma - ha detto Ghosn sottolineando «l'orgoglio dei dipendenti della società e la loro preparazione tecnica» - permetterà alla Nissan di agire in maniera decisiva ed è stato accolto «con calore» dal presidente della Casa nipponica Yoshikazu Hanawa: «Questo piano segna l'inizio di una nuova era per la nostra orgogliosa Compagnia e noi lo attueremo con indomita risolutezza». Un'affermazione che ribadisce la profonda differenza tra le culture occidentale e orientale. La «rivitalizzazione» di una società in perdita da sette anni, che ha visto passare la sua quota nel mercato mondiale dell'auto dal 6,6% nel 1991 al 4,9% di oggi, prevede anche una nuova strategia produttiva, sfruttando le opportunità di business fornite dall'alleanza con Renault. Essa porterà all'espansione della gamma con 4 nuovi modelli entro il 2002, al completo rinnovo di quelli europei entro il 2003 e alla riduzione, entro il 2004, dalle attuali 24 piattaforme in 7 fabbriche di assemblaggio a 12 in 4 stabilimenti (dovranno già scendere a 15 nel 2002). Un altro obiettivo è quello di ridurre dagli attuali 12-18 mesi a 3 l'intervallo che intercorre tra una vettura lanciata in Giappone e l'eventuale commercializzazione in altri mercati. «Per essere di nuovo forti - ha concluso Ghosn - dobbiamo essere audaci, poiché il nostro obiettivo è di fare crescere la Compagnia, non di ridurla». L'«audacia» sembra proprio non fare difetto, ma le azioni Renault alla Borsa di Parigi hanno perso ieri quasi il 4%.

Persone citate: Carlos Ghosn, Ghosn, Yoshikazu

Luoghi citati: Berlino, Giappone, Parigi, Stoccarda, Tokio, Torino