Settimana di passione per il Mediocredito di Valeria Sacchi

Settimana di passione per il Mediocredito Oggi vertice del Sanpaolo-Imi sull'Ina. Anche Lombardini consulta gli stati generali della Bpn Settimana di passione per il Mediocredito Profumo prende tempo, Geronzi decide l'affondo Valeria Sacchi MILANO Oggi Banca roma riunisce il consiglic per discutere le modalità finanziarie da attuare se vincerà la gara per i Mediocredito Centrale. E oggi, a Torino, riunisce il comitato esecutivo anche Sanpaolo Imi, sul cui tavolo ci sono molti dossier aperti, dall'offerta per la Banca Regionale Europea alla recente presa di posizione dell'Ina che, nel definire la pace tra Sanpaolo e Generali un «accordo di spartizione», ha preannunciato possibili azioni legali a tutela degli altri importanti partner della compagnia. Ieri, intanto, in una riunione che si è protratta per diverse ore, i vertici di Unicredit hanno messo al corrente gli azionisti di due prospettive di sviluppo in qualche modo antitetiche: ossia la corsa per il Mediocredito-Banco di Sicilia e la trattativa con gli spagnoli del Bilbao, non ancora conclusa, che ha tra i suoi punti di forza la conquista di Bnl. Si tratta di due operazioni fra le quali è in certo senso urgente scegliere, dal momento che entro il 27, vale a dire entro la prossima settimana, dovranno pervenire al Tesoro le offerte definitive per il 100% dell'istituto guidato da Gianfranco Imperatori. Scelta difficilissima dal momento che, come risulta evidente dagli avvenimenti recenti che hanno visto il governatore Fazio arbitro praticamente assoluto, e come il consigliere della Crt in Unicredit Gianluigi Vaccarino ha ben sintetizzato tre giorni or sono, si tratta di vicende intricate che non possono «essere gestite con la logica del mercato» e in «base alle convenienze». E infatti, al temine di tre ore di discussione dove si è fatto il punto sulla privatizzazione del Mediocredito e sull'alleanza con Emilio Ybarra, il consiglio si è sciolto senza aver preso alcuna decisione, come hanno confermato uscendo l'avvocato Franzo Grande Stevens e Angelo Marchiò, presidente della Ras (che avrebbe recentemente accresciuto la sua presenza in Unicredit al 5%). L'orientamente generale, comunque, sarebbe quello di andare avanti nelle due ipotesi: nell'offerta per Mediocredito e nella trattativa con gli spagnoli. Ma non sono solo Lucio Rondelli e Alessandro Profumo ad essere sulle spine. Non sta meglio la Popolare Vicentina che si è vista esclusa dalla corsa al Mediocredito (per la quale si era fatta avanti per prima) avendo il Tesoro preferito la formula della cessione del 100% alla proposta della Vicentina basata sulla creazione di un nocciolo duro al 30% con il collocamento del 70% mediante Opv. Vero è che l'attivo presidente della Vicentina, Gianni Zonin, potrebbe forse trovare in questi giorni nuovi alleati da affiancare alla Popolare di Bergamo e a quella dell'Emilia, così da poter alzare il tiro sull'intero capitale del Mediocredito. Contemporaneamente sono in subbuglio i soci della Novara, che pure lei riunisce oggi il consiglio. Vogliono che il presidente Siro Lornbardini, oltre a portare avanti il dialogo con la Vicentina, verifichi subito la «percorribilità)» di altre strade. Insomma è praticamente l'intero scacchiere del credito ad essere in subbuglio, e non solo in Italia. Ieri la Caja de ahorros y pensiones di Barcellona, la seconda cassa di risparmio del mondo dopo Cariplo, ha annunciato di aver acquistato sul mercato negli ultimi mesi il 2,6% della Deutsche Bank. Un pacchetto che, ai prezzi attuali di Borsa, vale non meno di 150 miliardi di pesetas, circa 1800 miliardi di lire. Chiarisce la nota ufficiale dell'istituto iberico che l'investimento, già comunicato alla Deutsche, ha una natura «stabile e rientra nella strategia del grup- po di rilevare partecipazioni nelle istituzioni finanziarie europee». Intanto, mentre a Monaco un portavoce della Hypovereinsbank getta acqua sul fuoco del ventilato progetto di fusione con Dresdner, a Parigi il presidente del Crédit Lyonnais Jean Peyrelevade smentisce le voci che lo vorrebbero in contatto con Société Generale per una intesa sponsorizzata dalla tedesca Allianz. Tornando in Italia, domani si riunisce il Tar che dovrà esaminare il ricorso dell'Ina contro la passivity ride imposta dall'Opas di Generali. E a proposito di Generali, il prospetto dell'offerta riporta alcuno simulazioni sul futuro azionariato della compagnia triestina in caso di adesione all'Opas da parte del 100% degli azionisti Ina. Primo azionista resterà Mediobanca con il 6,8%, seguita dalla Banca d'Italia con il 4,3% e da Lazard con il 3,7%. Il Tesoro, che in Ina ha tuttora il 9%, avrebbe in Generali il 2,1 %, Sanpaolo-Imi l'I,6% che potrebbe salire al 2,6% se l'istituto decidesse di reinvestire in azioni Generali la parte di liquidità dell'Opa. Grandi movimenti di intrecci azionari anche all'estero La Cassa di risparmio di Barcellona prende il 2,6% Deutsche Bank min Cesare Geronzi numero uno della Banca di Roma