«Ogni anno di ritardo costerà mille miliardi» di Bruno Gianotti

«Ogni anno di ritardo costerà mille miliardi» L'ALLARME DI INNOCENZO CIPOLLETTA, DIRETTORE GENERALE DI CONFINDUSTRIA «Ogni anno di ritardo costerà mille miliardi» intervista Bruno Gianotti GLI industriali spronano il governo: il tunnel del Bianco deve riaprire, Roma deve intervenire rapidamente su Parigi per accelerare i lavori, altrimenti l'handicap per le imprese italiane diventerà troppo pesante e continuerà a crescere il sovraccarico del Frejus, del Gran San Bernardo e del Brennero, con tutto il contorno di problemi ambientali generati da un traffico in crescita fino a punte del 50%. Un anno di lavori, se tutto andrà per il meglio: il tunnel del Bianco riaprirà fra un anno, a ottobre del 2000. Questo era l'impegno dell'ultimo vertice franco italiano, a Nimes, il mese scorso. «Ma non c'è ancora un un lavoro appaltato ed è altissimo il rischio che la chiusura si prolunghi oltre il 2000, con conseguenze davvero insostenibili», avverte Innocenzo Cipolletta, diret¬ tore generale di Confindustria. Il tragico incidente del 24 marzo, con i suoi 39 morti, potrebbe infatti avere strascichi giudiziari lunghissimi: la magistratura transalpina potrebbe mantenere la chiusura della galleria fino a quando non avrà ricostruito la dinamica della sciagura. Quanto costerà il ritardo? «Non abbiamo una valutazione macroeconomica, ma si possono stimare in mille miliardi l'anno gli extra-costi dovuti al prolungamento della chiusura. Più del triplo del costo dell'intervento, 300 miliardi» Il Gran San Bernardo ha registrato un «boom» di transiti: 52% nell'ultimo mese, rispetto a settembre '98. La scorsa settimana i valligiani della Mauriennc hanno bloccato la strada per protesta contro il raddoppiò del traffico pesante al Frejus. Esiste un'alternativa? «Oggi non esiste, ma in futuro dovrà essere creata. Non soltan- to per la ruota gommata, ma anche per la ferrovia. Altrimenti si strozzerà ancora di più il sistema dei trasporti, indipendentemente dal tunnel del Bianco». Ma anche il traforo del Frejus è agli studi preliminari... «Non c'è soltanto quel progetto. Una valida alternativa sarebbe lo sbocco ferroviario della Valle d'Aosta verso la Svizzera». Quanto sono penai izza te le industrie dalla difficoltà di valicare le Alpi? «Le 250 associazioni di Confindustria che in rappresentanza di 110 mila imprese chiedono un intervento del governo, dicono che oggi le deviazioni del traffico "costano" su base annua 60 milioni di chilometri e una perdita di tempo valutabile in 4 milioni di ore. Da Milano, il "giro" attraverso il Frejus per arrivare in centro Europa costa il 25% in più». Di fronte al crescente impatto ambientale sarà possibile un divieto di transito per i camion? «Non è possibile. E' quella è un'ipotesi di pura demagogia». E chi dovrà materialmente risolvere il problema del Bianco, esercitare le pressioni decisive sul governo francese? «Innanzitutto la Presidenza del Consiglio, insieme con i ministeri dei Lavori Pubblici e dei Trasporti. Il compito è tutto loro: negoziare con Parigi, avviare al più presto i lavori per ripristinare il tunnel e poi mettere a punto la strategia per il sistema dei trasporti». «II governo intervenga non c'è ancora un lavoro appaltato ed è altissimo il rischio che la riapertura non avvenga entro la fine del 2000» Innocenzo Cipolletta, direttore generale di Confindustria

Persone citate: Da Milano, Innocenzo Cipolletta

Luoghi citati: Confindustria, Europa, Parigi, Roma, Svizzera, Valle D'aosta