Medio Oriente, la diplomazia dell'acqua

Medio Oriente, la diplomazia dell'acqua Riuniti a Torino i rappresentanti di 27 Paesi delle due sponde del Mediterraneo Medio Oriente, la diplomazia dell'acqua Peres: «Potrà essere la causa della prossima pace» TORINO «La diplomazia dell'acqua»: l'espressione è del premio Nobel per la pace Simon Peres, ex ministro degli Esteri israeliano, oggi ministro della Cooperazione regionale nel governo di Ehud Barak, intervenuto ieri a Torino alla Conferenza euro-mediterranea per le risorse idriche. Un'occasione importante, che ha visto seduti allo stesso tavolo i rappresentanti di tutti i Paesi interessati al processo di pace in Medio Oriente. Alla Conferenza hanno partecipato infatti i 15 Paesi dell'Ue e i 12 partner della sponda Sud del «Mare nostrum»: Algeria, Autorità palestinese, Cipro, Egitto, Giordania, Israele, Libano, Malta, Marocco, Siria, Tunisia e Turchia. La Libia, mai invitata a partecipare al «partenariato» a causa delle sanzioni Onu, doveva essere presente ieri per la prima volta con una delegazione di osservatori, che però non si sono visti. Ma perché l'acqua è così importante? Lo ha spiegato il vicepremier Sergio Mattarella, ricordando che «attualmente 28 milioni di persone dell'area euro-mediterranea vivono al di sotto della soglia minima di disponibilità di acqua, fissata in 500 metri cubi l'anno prò capite». Entro il 2025 la popolazione aumenterà come minimo di 90 milioni, peggiorando la situazione. «Il crescente deficit della risorsa idrica e il decadimento crescente della qualità delle acque», ha aggiunto Mattarella, potrebbero addirittura portare a «una sorta di collasso idrico mondiale». Non è un problema serio per l'Italia, ricca di risorse che pure non sempre vengono ben utilizzate (siamo i maggiori consumatori mondiali d'acqua, dopo Canada e Usa). Ma nel Mediterraneo del Sud la situazione è spesso drammatica. «Senza il governo della politica, lo sfruttamento delle risorse idriche può divenire fonte di tensioni internazionali difficilmente dominabili sottolinea il vicepremier - senza una visione globale, i conflitti si estenderanno, finendo col creare la convinzione che la ricchezza dell'acqua possa divenire una sorta di strumento di pressione internazionale». Di fatto, spesso è già così. Anche nel Mediterraneo, dove proprio sulla disponibilità idrica sono scoppiate accese polemiche che hanno coinvolto, ad esempio, Turchia, Siria e Iraq. L'intuizione europea è quindi quella di fare dell'acqua una sorta di risorsa strategica comune, sull'esempio di quel che venne fatto dopo la Seconda guerra mondiale con la Comunità europea del carbone e dell'acciaio. E' possibile? «Sì, certamente - dice Peres l'acqua può essere la causa della prossima pace. Il fuoco divide i Paesi, l'acqua dovrebbe unirii. Possiamo produrre acqua molto più facilmente che non armi». E il ministro israeliano si spinge a prevedere che «per il Medio Oriente, a un certo punto, diventare parte dell'Europa sarà più naturale di quanto non lo sarà per l'Europa Orientale». Fadel Ka'wash, il rappresentante palestinese, ò però assai scettico: «Gli israeliani dicono che non c'è acqua sufficiente, e che bisogna portarla da fuori. La verità è che loro controllano 1*86% delle nostre falde, assai ricche, con cui riforniscono gli abitanti di Tel Aviv. Inoltre noi non abbiamo alcun accesso all'acqua del Giordano, il che significa che in totale loro usano il 92% dell'acqua disponibile nei Territori, e a noi lasciano l'8%». Bisogna partire allora dai fatti concreti. L'Italia ha già stanziato 253 miliardi per progetti in tutti i Paesi della sponda Sud tranne Israele, che dovrebbero essere ultimati l'anno prossimo. Ma lo scopo della Conferenza, che si concluderà oggi a Palazzo Carignano, è l'approvazione di un «Piano d'azione» per lanciare, forse già nel 2000, una serie di progetti regionali destinati a migliorare sensibilmente la situazione. I finanziamenti maggiori dovrebbero venire dalla Banca europea degli investimenti e dal programma Meda dell'Unione europea. Ma come molti hanno indicato ieri, è necessario diffondere una «cultura dell'acqua». Un bene che, ha detto Mattarella, «non può essere a costo zero». If.sq.] Sedute allo stesso tavolo delegazioni di tutti gli Stati coinvolti nel dialogo nella regione Forfait dei libici Mattarella: 28 milioni di persone dell'area vivono al di sotto di quel che viene considerato il minimo vitale di fornitura

Persone citate: Ehud Barak, Fadel, Mattarella, Meda, Peres, Sergio Mattarella, Simon Peres