«Sicurezza, scenda in campo il Parlamento» di Fabio Poletti

«Sicurezza, scenda in campo il Parlamento» Appello di Bilie: «Ci vuole una seduta straordinaria di Camera e Senato, i cittadini sono terrorizzati» «Sicurezza, scenda in campo il Parlamento» Fabio Poletti MILANO Un fatturato annuo da 180 mila miliardi, come un terzo della Borsa italiana, due volte l'Enel, tre volte la Telecom. Queste le «entrate» della malavita in Italia, secondo i dati forniti dalla Confeommercio al «Crime day». E dall'altra parte ci sono i cittadini, che secondo un sondaggio della stessa asociazione di categoria hanno paura e chiedono misure drastiche: quattro su dieci vorrebbero cambiare città, sette su dicci sognano meno extracomunitari e più polizia, uno su due si lamenta di una giustizia troppo lenta e inefficace. Mentre quattro commercianti di Milano, Vicenza e Bari su dieci chiedono la pena di morte. «Di fronte a certi reati, a certe reazioni, le parole non bastano più. Dal vertice europeo di Tarnpere sono arrivate soluzioni per le quali ci vorranno cinque anni. Adesso ci vuole una sessione straordinaria del Parlamento, magari dopo la finanziaria», passa la palla ai politici il presidente della Confcommercio Sergio Bilie. «Basta non spaventare troppo la gente, perchè questo favorisce la criminalità», replica il ministro dell'Interno Bosa Busso Jervolino, all'inizio accolta gelidamente dalla platea di commercianti, in collegamento televisivo anche con altre città. «E' vero che da un mese e mezzo discutiamo il pacchetto criminalità, ma i tempi li sceglie il Parlamento non il governo», aggiunge lei, che strappa un applauso solo quando chiede un riconoscimento ai trecentomila delle forze dell'ordine. «Mille magistrati in più e 800 miliardi in più per l'edilizia giudiziaria. Questa la mia risposta», è la replica di Oliviero Diliberto, che propone anche l'allargamento del 41 bis per le 14 mafie stranmiere che operano in Italia. Una proposta già fatta da Silvio Berlusconi sabato, durante il «Crime day». E' il segno, come ha chiesto il leader di Forza Italia, che maggioranza e opposizione possono dialogare sulla criminalità? «Basta che non si parli a slogan», ammonisce Ottaviano Del Turco, presidente dell'Anti¬ mafia. «Il dialogo con le opposizioni è un salto di qualità», giura il Guardasigilli. «Ho ascoltato con interesse le aperture di Berlusconi, ma ho visto anche che ci sono voci contrarie nel Polo», fa i distinguo il ministro dell'Interno che chiama in causa il presidente di an Fini. E se i sindaci di Milano Albertini e di Brescia Corsini, si dividono tra possibilisti e no sull'ipotesi del «sindaco sceriffo» lei su questo non ha dubbi: «No se si chiede di avere un sindaco che faccia da coordinamento delle forze di polizia». Tra qualche contestazione in sala, il ministro Jervolino nega di voler diventare il capro espiatorio sulla criminalità - «Siamo in carica solo da un anno» - ma è dalla platea di commercianti che arrivano le accuse più pesanti. Da Napoli, dove Bosa Anita, ve¬ dova di un gioielliere ammazzato dicci anni fa chiede: «L'assassino di mio marito è libero e vive nel mio quartiere dopo solo otto anni. La vita di mio marito non valeva così poco». Da Torino, dove i parenti di un altro orafo ucciso nel '95 denunciano: «Siamo stati lasciati soli, non abbiamo ricevuto nemmeno un telegramma dallo Stato». E da Pompei, dove la farmacista Marisa Steardo ha subito 28 rapine dall'83 a oggi: «Non mi sono armata, non mi sono blindata, ma lo Stato cosa fa per me?». E allora si capiscono, i dati forniti dalla Confcommercio. Si capisce la protesta dei 23 comitati di quartiere del capoluogo piemontese contro immigrati e criminalità o i sei torinesi su dieci che vorrebbero un sindaco con più poteri. Si capiscono il sindaco I ministri Russo Jervolino e Diliberto alla manifestazione dei commercianti a Milano contro il crimine di Genova Giuseppe Pericu - «La criminalità non è di destra nò di sinistra, ma bisogna fare qualcosa» - e quel 51% di commercianti napoletani che giustificano e comprendono che gli imprenditori al Nord non vogliano investire al Sud. «Sono storie emblematiche e inaccettabili, ma io non vorrei mai che i cittadini si armassero per farei giustizia da soli. La storia recente degli Usa è un esempio di cosa possa accadere», cerca di placare gli animi il ministro dell'Interno. Anche a costo di sposare la tesi eli Sergio Bilie, che vorrebbe i commercianti come «partigiani di sicurezza». Poi Bilie ai ministri del governo D'Alema, presenta un pacchetto di proposte che prevede «il coordinamento tra le forze di polizia perchè cinque sono troppe, un potenziamento del controllo sul territorio, un aumento delle strutture giudiziarie accompagnato dalla certezza delle pene. Fino ad arrivare al coinvolgimento più concreto della polizia urbana». Il ministro Jervolino dice sì anche al fondo speciale per le vittime dei reati e rilancia i numeri della lotta all'immigrazione: «Diecimila espulsioni al mese, cinquantunmila da quando esiste la legge che alcuni vorrebbero già modificare. Ma io dico di aspettare, perchè non si può cambiare una legge che non è stata ancora del tutto applicata». Ad ascoltare numeri, annunci e programmi c'è in platea anche la vedova di Enzo Barrocci, il gioielliere ammazzato a gennaio in via Padova. Da lei arriva una sola richiesta a politici, forze dell'ordine e rappresentanti delle istituzioni: «Spero che le promesse siano mantenute. Siamo nelle vostre mani». Hill imi