Nuovo Ulivo, a fine anno il D'Alema bis

Nuovo Ulivo, a fine anno il D'Alema bis Una giornata di incontri e telefonate, poi la risposta all'Asinelio: «Rilanciamo il patto» Nuovo Ulivo, a fine anno il D'Alema bis IIpremier apre ai Democratici ma Vincognita è Cossiga Maria Teresa Meli ROMA La politica epistolare inaugurata da palazzo Chigi è giunta alla seconda puntata. La settimana scorsa D'Alema ha scongiurato la crisi evocata da Cossiga con una lettera in cui sembrava abbandonare l'idea dell'Ulivo, adesso, invece, che lo scenario è mutato, e che sono in Democratici a farsi avanti offrendogli un patto dal sapore ultimativo, il premier, con un'altra missiva, rilancia quel simbolo inviso all'ex Picconatore. «E' doveroso», scrive il presidente del Consiglio, aprire la stagione del «nuovo Ulivo», e andare «verso un governo rinnovato», ovvero il D'Alema bis. L'Asinelio accoglie positivamente questa presa di posizione, ma fa sapere che darà la risposta definitiva oggi, quando Arturo Parisi incontrerà l'inquilino di palazzo Chigi e scioglierà (pare positivamente) la riserva per la sua candidatura nel collegio 12 di Bologna. Il primo passaggio di questo processo dovrebbe essere una riunione dei direttivi dei gruppi parlamentari del centrosinistra con il premier, venerdì prossimo. Tutto chiaro, allora? Nemmeno per sogno. Innanzitutto non è risolta la partita odierna, nel senso che Parisi ha intenzione di chiedere al presidente del Consiglio impegni più precisi. Eppoi, benché sia già partito il toto-ministri vi è qualche ambiguità di troppo alimentata dalla disinformazione di entrambe le parti. Quel poco che si sa è che D'Alema non sprizza gioia da tutti i pori. «Sono accerchiato e devo prendere un'iniziativa», spiega il premier a quei ministri popolari che lo invitano a non aprire una crisi in fretta per accontentare i Democratici. «I tempi, comunque, sono più lunghi perchè bisogna fare prima un programma comune e io non chiudo 1a porta a Cossiga», osserva. Già, i tempi. Gli ambienti datemiani forniscono due.versioni opposte. La prima: il premier vuole sbrigarsi, il nuovo governo si farà il 15 novembre, dopo l'approvazione della finanziaria al Senato e prima delle suppletive anche perchè, candidandosi a Bologna, Parisi ha le mani legate. Stando alla seconda versione, il presidente del Consiglio non avrebbe intenzione di accelerare la dipartita del suo primo esecutivo. Meglio attendere che la finanziaria sia passata in entrambi i rami perchè così può trattare con l'Asinelio da una posizione di forza. Una crisi a finanziaria aperta, infatti, sarebbe rischiosa: in quelle condizioni un governo bisognerebbe metterlo in piedi per forza, onde evitare l'esercizio provvisorio, e qualcuno potrebbe approfittarne per fare, oltre a un nuovo esecutivo, anche un nuovo capo del medesimo. Trascinando più in là i tempi, la situazione sarebbe diversa e D'Alema potrebbe utilizzare l'arma delle elezioni anticipate. Facendosi forte del fatto che Ciampi preferisce le consultazioni a un «pasticcio». C'è poi il segretario Ppi Castagnetti che chiede di non accelerare troppo. Il leader popolare non può permettersi di perdere subito qualche ministro, magari sconvolgendo gli equilibri interni al partito. Che fare., per esempio, con Mattarella? Quello del vice presidente del Consiglio è uno dei problemi. Sarebbe diverso se l'Asinelio accettasse di federarsi con il Ppi (ma per questo ci vuole tempo)!'Per l'intera-giornata, in cui tutti si sentono con tutti (la lettera è stata concordata con Parisi) c'è un vero e proprio tira e molla sulla durata di questo processo. A cui partecipa pure Veltroni che vuole fare presto. Il ruolo del leader della Quercia è stato importante. Con la sua presa di posizione sulla Commissione Cossiga ha fatto da sponda all'Asinelio. Alla fine pare che ai Democratici vada bene che il nuovo governo non sia varato prima delle suppletive, basta che entro quella data sia siglato il «nuovo patto politico». La seconda grana riguarda Cossiga. «Se accetta di dire di sì all'Ulivo - è il ragionamento di Parisi - abbandonando quella pregiudiziale che lui pose a Prodi, allora non c'è problema». L'ex presidente per ora non si sbilancia. Oggi riunirà i suoi. Intanto ironizza: la lettera di D'Alema «è troppo complessa nel linguaggio e nei contenuti per darle un immediata risposta». I cossighiani scalpitano e con Sanza avvertono il premier: «Vai a un abbraccio mortale, consegnandoti ostaggio dei Democratici». I quali Democratici sono divisi (i dalemiani sfruttano questa loro divisione mettendo in giro la voce che RuteHrvuole fare il vice-premier) e i sondaggi li danno i n calo. Loro, ovviamente, negano e rilanciano mostrandosi pronti axondiziona^re ì'dsTulle candfffiStìS^"alÌe regionali La Quercia, per esem pio, dovrebbe fare un passo indietro in Emilia Romagna, lasciar da parte Vasco Errani, e concordare con la coalizione un altro nome. La partita è ancora complessa e per dirla alla D'Alema vincerà «chi ha più filo da tessere». Forse per novembre le modifiche a Palazzo Chigi Ma ora si attendono le mosse degli alleati E Castagnetti invita a non accelerare rapporti con il parlamento FOLLONI [BOUDON]

Luoghi citati: Bologna, Emilia Romagna, Roma