La medicina dei desideri fa i conti col portafogli di Marina Verna

La medicina dei desideri fa i conti col portafogli Rimini, il presidente dell'Ordine dei Medici: risolti i bisogni primari, sono arrivati quelli del benessere La medicina dei desideri fa i conti col portafogli Le risorse economiche sono inferiori alla nuova domanda di salute Marina Verna inviata a RIMINl Se il tatuaggio fatto in un momento di baldanza è diventato fastidioso, l'intervento chirurgico per rimuoverlo fa parte del «diritto alla salute» e in quanto tale dev'essere fornito gratuitamente dai servizi pubblici, o è un privatissimo capriccio? Finora, se ben motivato, l'intervento era gratuito, o quasi. Presto però non lo sarà più. Per una ragione semplicissima: le risorse economiche saranno sempre inferiori alla domanda di salute e all'offerta scientifica. E imporranno dei criteri, oggettivi e condivisi, per includere o escludere questa o quella terapia. Della salute che non ha prezzo ma ha un costo si parla in questi giorni al Centro Ricerche Pio Manzù di Rimini, che ha organizzato la 25" edizione delle sue celebri Giornate Internazionali di Studio. «Oggi il pa¬ ziente sta sempre meglio e si sente sempre peggio». Il giudizio del presidente dell'Ordine dei Medici, Aldo Pagni, che lo spiega così: «Sono stati risolti i bisogni primari e sono arrivati quelli del benessere. Nella domanda di salute oggi si mescola di tutto, il successo, l'appagamento, la realizzazione di sé». Ma è davvero compito della medicina soddisfare tutti questi bisogni, rincorrere una frontiera della salute che si sposta continuamente in avanti, mescola e confonde malattia organica e male di vivere, desideri e diritti? Se c'è stato un equivoco, se le scienze della vita hanno suscitato desideri impossibili, ora tocca alla «scienza triste», l'economia, porre i suoi vincoli, far sentire la forza della ragione. Dice l'economista della Bocconi, Elio Borgonovi: «L'economia può aiutare a capire che i propri desideri di salute hanno un limite nei biso¬ gni di salute di altri ancora largamente insoddisfatti». La salute dell'uomo occidentale non è mai stata così florida. In Italia, ricorda un epidemiologo dell'Istituto Mario Negri di Milano, Carlo La Vecchia, cinque persone su sei raggiungono i 70 anni. Se solo una piccola parte arriva a 100 anni, è perché l'orologio biologico della specie umana sembra essere tarato sugli 85-90 anni. Ma La Vecchia porta un altro dato in aperta contraddizione con il nostro desiderio di salute eterna: tutte le cause di morte sono in diminuzione, dall'ulcera agli incidenti stradali, salgono solo l'aids e il tabacco. Come dice Pagni, «la salute è un concetto culturale, per ottenerla occorre sacrificarsi, e questo è poco gratificante». Nell'epoca della divulgazione scientifica e del consenso informato, ognuno può fare ragionevolmente le sue scelte di salute: pagare in anticipo, con la frugalità, una vita lunga oppure firmare dei «pagherò» in cambio di tanti piaceri costantemente ripetuti e aspettarsi il conto da un momento all'altro. Quello che invece non è ragionevole è l'illusione sociale che non ci sia limite al diritto alla salute. Dice ancora Elio Borgonovi: «Nei sistemi di sanità, i desideri diventano attese, speranze, presunti diritti. E così, anche a causa delle inefficienze pubbliche, si ritiene che certe mancate risposte ai problemi di salute derivino non dall'impossibilità della scienza di risolverli, ma dalle incapacità delle istituzioni di risponde¬ re ai reali bisogni dei cittadini. Occorre uno strumento per riportare un giusto equilibrio tra desiderio e ragione». Lo strumento invocato ò il metodo scientifico accoppiato ai principi dell'economia. «L'economia conclude Borgonovi - può aiutare a dare un ordine di priorità alle politiche e agli interventi pubblici. E poiché il suo compito è aumentare l'efficienza e la produttività, può raccogliere la sfida dei sistemi sanitari di oggi: ampliare la sfera dei diritti realmente garantiti e dei bisogni realmente soddisfatti». Anche il nostro Piano sanitario nazionale fa i conti con quella che l'economista Nerina Dirindin, responsabile della programmazione al ministero della Sanità, chiama «la medicina dei desideri». «La domanda di prestazioni sanitarie nasce quando si percepisce un divario tra la salute che si vorrebbe avere e quella che si ha. E' vero che tutto può essere considerato benessere, ma non tutto dev'essere a costo pubblico. Per questo io considero una grande conquista etica e culturale l'introduzione di criteri di esclusione rispetto ai bisogni sanitari». Per esempio, se il vostro tatuaggio non vi piace più, dovrete pagare di tasca vostra. Alcune terapie saranno escluse dal servizio pubblico perché i fondi non sono più sufficienti, come l'intervento per eliminare un tatuaggio ti •» :v - ■ L'intervento per eliminare un tatuaggio non sarà più fornito gratuitamente dal servizio sanitario pubblico

Persone citate: Aldo Pagni, Borgonovi, Carlo La Vecchia, Elio Borgonovi, La Vecchia, Manzù, Nerina Dirindin, Pagni

Luoghi citati: Italia, Milano, Rimini