la Ferrari si ribella: non abbiamo rubato di Cristiano Chiavegato

la Ferrari si ribella: non abbiamo rubato Il dramma di Maranello dopo la squalifica. Todt spiega perché la Scuderia ha fatto ricorso la Ferrari si ribella: non abbiamo rubato «Sì, un errore, ma senza alcun vantaggio per noi» Cristiano Chiavegato inviato a KUALA LUMPUR I volti sono tesissimi nella piccola tenda dove l'aria condizionata spinta al massimo non riesce ad attenuare il calore delle lampade di troppe telecamere e delle decine di persone ammucchiate intorno a un piccolo tavolino basso. Arrivano Jean Todt, responsabile della Gestione Sportiva, e Ross Brawn, direttore tecnico della Ferrari. La folla ondeggia, spinge, urla. Si consuma così, dopo ore di tensione, il dramma della Ferra ri e dei suoi uomini nel circuito di Sepang, dove il gusto della vittoria più bella ha lasciato il posto all'amarezza, alla delusione, alla rabbia. Il manager francese, con un filo di voce e la morte nel cuore, racconta gli ultimi minuti vissuti nell'angoscia iù l d più totale dentro alla sala dei commissari sportivi, dove gli uomini del Cavallino erano stati chiamati a spiegare l'irregolarità riscontrate sulle F399 di Michael Schumacher e di Eddie Ervine. «Dopo l'arrivo al parco chiuso - ha spiegato Todt - come al solito sono iniziate le verifiche tecniche. Sembrava che tutto fosse a posto. Anzi, le nostre vetture erano già state fatte scendere dalla piattaforma di controllo e messe a terra e i commissari ormai stavano raccogliendo soltanto i dati da' computer». «A un certo punto - ha continuato il manager francese - le nostre monoposto sono state riportate sule pedane e sono riprese le misurazioni. Il delegato Jo Bauer ha accertato che i deflettori non erano conformi. Allora ha fatto stilare un comunicato nel quale esprimeva la propria opinione, in base alla quale riteneva le due Ferrari irregolari. A questo punto siamo stati chiamati dagli Stewart e le misure prese in precedenza sono state confermate». Ha aggiunto Todt: «Onestamente non sappiamo perché i pezzi non fossero regolari come invece lo erano i disegni. Sappiamo comunque che la diversa configurazione dagli originali non ci ha assolutamente portato vantaggi nelle prestazioni. Non ci sono parole per giustificare quanto è successo. Per tutti noi della Ferrari è una delusione enorme, un autentico disastro». Farete appello? «Lo abbiamo già presentato. Le nostre monoposto, e quindi anche i deflettori montati sulla carrozzeria, avevano le stesse specifiche usate tre settimane fa al Nùrburgring nel Gran Premio d'Europa. Erano già state controllate innumerevoli volte, anche in questi giorni, tutte le sere». L'irregolarità in cosa consiste? «Manca un centimetro in larghezza nella zona inferiore, un'inezia ininfluente». Quando verrà discusso l'appello? «Non lo so,,- (in realtà, dovrebbe essere in settimana). Quante chances avete di vincere la causa? «Non lo so». Comunque l'esito sarà reso noto prima della gara di Suzuka? «Non lo so». Lo avete detto a Schumacher e Irvine? «Sì. Michael era ancora al circuito. Eddie si stava imbarcando su un aereo, gli ho parlato al telefono. Sono entrambi a pezzi. Dopo quello che aveva fatto oggi Schumi. Questa irregolarità era sfuggita a noi e anche ai commissari tecnici. A occhio nudo era impossibile da vedere. Sospetti? Di questo non voglio parlare. Posso soltanto dire che non ci meritavamo questa conclusione». Ross Brawn, sudato e pallido come un pesce bollito, ha presentato il pezzo «incriminato». «Ne abbiamo costruiti una decina - ha spiegato -, tutti uguali. Forse c'è stato un errore nella realizzazione. Tuttavia posso assicurare che è rastremato di appena un centimetro rispetto a quando richiede l'articolo 3, paragrafo 12, comma 1 del regolamento tecnico. Nella parte bassa è leggermente più stretto e non è in parallelo con quella alta». «Questo lo ammettiamo - ha precisato Ross Brawn -, però questa differenza non offre vantaggi. Lo avevamo anche in Germania e di sicuro le nostre macchine non andavano come fulmini. Se qui in gara siamo andati così forte è perché avevamo azzeccato tutto: messa a punto degli assetti, la scelta delle gomme, la qualificazione, la strategia. Tutto inutile. Ma posso assicurare che non c'è stata alcuna intenzione da parte nostra di aggirare i regolamenti. Ogni cosa era visibile. Non so come andrà a finire, ma dimostreremo di essere competitivi anche con i deflettori riportati al loro disegno originale». Come dire nel GP del Giappone, fra 15 giorni a Suzuka. Troppo tardi, però, per il Mondiale, anzi per i mondiali piloti e costruttori, a meno di miracoli nella discussione dell'appello. Claudio Berrò, che prima di fare il portavoce della squadra corse Ferrari è stato il direttore sportivo di squadre ad alto livello, alla domanda: quante possibilità ci sono di vincere l'appello, ha risposto: «E' molto difficile». E poi ha aggiunto: «Non sono un veggente». Le speranze di Maranello sono, purtroppo, ridotto davvero al lumicino. Il manager francese: «Pareva tutto a posto poi un commissario ha fatto rifare i test Avevamo gareggiato così senza rilievi» E' partito il ricorso Nel disegno il deflettore aerodinamico posto sulle fiancate della Ferrari, dietro le ruote: serve a convogliare i flussi d'aria e favorisce il raffreddamento del motore. I 10 mm incriminati sono indicati dalla tacca nera a sinistra nella base del pezzo

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