La domenica-choc dei Grande Sconfitto di Pierangelo Sapegno

La domenica-choc dei Grande Sconfitto Come è maturata ai box, minuto per minuto, la decisione che ha sconvolto il Mondiale La domenica-choc dei Grande Sconfitto Hakkinen, dal pianto all'euforia: «Forse sono campione» Pierangelo SAPEGNO inviato a KUALA LUMPUR Alla fine, con quella sua faccia triste, un po' cosi, sgretolata dal caldo e dalla fatica, Jean Todt sospirava: «Sono solo deluso, non riesco a dire altro». Appena 2 ore prima abbracciava Schumacher come un padre fa col figlio che è tornato a casa. Ma quelle sono state 2 ore che hanno cambiato tutto, Nessuno ci aveva creduto, quando per la prima volta era arrivata la notizia, e ieri era finito il Mondiale di Formula 1 e forse puri: qualcos'altro, Si sentivano ancora i canti di vittoria venire dai box, e papà Edmund, lo sfasciacarrozze di Newtownard, Irlanda del Nord, diceva «oh miodio, miodio» seduto sotto al sole accanto alla moglie [Cristine, scuotendo la testa di gioia come un irlandese che ha vinto a poker. Corinna era li, sull'uscio: «Io sono felice. Perché Michael e tornato d'un pezzo solo. li sono felice per lui che ha ritrovato il suo mondo». Nel gabbiotto c'erano i cronisti. E' in quel momento che ò entrato uno della televisione: «Guardate che ci dev'essere un reclamo della McLaren. Probabilmente per le gommi: lisce. Ci hanno detto che non possiamo andare via». Non era vera nessuna delle due cose, ma il giorno più brutto della Ferrari e cominciato in quel momento. ( giornalisti cantavano «Hisogna saper perdere» e nessuno s'e preoccupato. Hanno continuato a raccogliere i bandi di gioia dei vincitori, Mancavano IO minuti alle IH. Qualcuno è salito in sala stampa, e ha annunciato agli altri che Torsi! c'era un reclamo. Tutti rispondevano: «E' una balla della McLaren». Solo che proprio in quel momento, Klaus Kramer, capo ufficio stampa della Eia, cominciava a spezzare definitivamente il sogno di una giornata arrivata dopo vent'amii. Ila letto un comunicato di due righe appena ma sono bastate: «Il tecnico della Pia Joe Bauerha riscontrato un'irregolarità nei deflettori delle 2 vetture Ferrari». I deflettori sono più piccoli di 10 millimetri, spiegava Kramer. E' un'inezia, è solo un cavillo. Ma per i regolamenti basta questo, Nessuno ha presentato reclamo, chiariva: non ce n'era bisogno. Allora, tutti hanno cominciato a capire. Dieci minuti dopo esegui to un altro comunicato, anche questo di due righe: «Il team manager della Ferrari deve presentarsi immediatamente dai commissari di gara». I giornalisti sono scesi tutti sotto, e adesso cominciava una banale giornata di cronaca da appuntare sul taccuino: lo sport non c'era più. Erano le sei di sera, quando lacrima Hakkinen, l'uomo che piange più di quanto coire (anche ieri giù pianti dopo aver perso), confessava a un giornalista inglese: «Penso proprio di essere campione del mondo». Beh, aveva ragione. Solo che Claudio Beno, capo ufficio stampa Ferrari, cercava ancora di lasciare qualche speranza, stretto d'assedio dalle tv nel piazzale davanti ai box. «Abbiamo spiegato che la macchina era la stessa di Nuerburgring e che anche li l'avevano controllala e l'avevano controllata pure giovedì quando siamo arrivati in Malesia. Perché se ne accorgono solo adesso?» Gli chiedono: ma c'era quell'irregolarità? «Si i 10 millimetri c'erano». E allora? «Non cambiano niente, sono ininfluenti, non migliorano le prestazioni. E poi si ò trattato di un errore di lavorazione. Possono darci una multa». Berrò ripete la difesa Ferrari: sombra un po' debole a essere sinceri. Non è colpa loro. La verità è che dove ci sono le regole gli italiani annaspano sempre: e invece le regole fanno bene. Poco più in là, Balbir Singh, il guru di Schumacher, sta portando la notizia: «E' finita», dice passando accanto a Salvatore Belgiovine, uno degli addetti alla sicurezza. Che cosa? «E' finita, li hanno squalificati». Beno nega ancora: «lo finché non vedo la carta non ci credo». Alle 18,50 arriva il comunicato definitivo: «Le Ferrari sono squalificate». Tutti gli uomini del Cavallino vengono chiamati dentro i box, a rapporto da Jean Todt. Scena mesta. 1 meccanici fuori dietro a una serranda abbassata. Teste basse. Ron Dennis, il capo della McLaren, fa il filosofo: «Queste non sono cose che fanno bene allo sport». Berrò esce, e in mezzo alla ressa traduce il comunicato davanti alla tv. Presenterete appello? La macchina era regolare? «Io non ho detto questo. Vedremo». Poco più in là, tutti gli uomini della McLaren stanno festeggiando il Mondiale come a un funerale, con sguardi cupi e lattine di Isomax. Lo sport oggi è davvero finito. Se ne riparlerà fra un anno e forse non ci saranno più tutti i protagonisti, di . oggi. C'è una bottiglia'di champa-"' gne ma non la apre nessuno, in casa McLaren. L'ordine è: niente festa. Dave Kyan, braccio destro di Ron Dennis, fa un breve discorsetto. Lo ascoltano come in un conclave, in rigoroso silenzio. Cielo nero bombardato dalle luci delle tv. A casa Ferrari Todt parla in una ressa senza respiro: «Otto verifiche e non è mai successo niente. Poi all'improvviso qualcuno l'ha evidenziato». Qualcuno chi? «Non so, non fatemi dire di più». Parte già la caccia alla spia: siamo italiani mica per niente. Non serve che Todt smentisca: «Non è stato nessuno dentro la Ferrari». Finisce proprio male. Ma non poteva finire che cosi. 1 IRVINE (Ferrari) 70 HAKKINEN 2_ 3 FRENTZEN 4 COULTHARD (Mclaren) 66 (Jordan) 51 (Mclaren) 48 5 M. SCHUMACHER (Ferrari) p 38 6 R. SCHUMACHER (Williams) p 33 COSTRUTTO*! 1 FERRARI p 118 2 MCLAREN - MERCEDES p 114 3 JORDAN MUGEN HONDA p 58 4 STEWART • FORD p 36 5 WILLIAMS SUPERTEC p 33 6 BENETTON SUPERTEC p 16 1 HAKKINEN (Mclaren) 72 IRVINE (Ferrari) 60 FRENTZEN (Jordan) 53 COULTHARD (Mclaren) 48 5 R. SCHUMACHER (Williams) 33 6 M. SCHUMACHER (Ferrari) 32 1 MCLAREN ■ MERCEDES p 120 2 FERRARI p 102 3 JORDAN MUGEN HONDA p 60 4 STEWART - FORD p 41 5 WILLIAMS SUPERTEC p 33 6 BENETTON SUPERTEC p 17 Alla premiazione il finlandese era distrutto, tra gli spruzzi di champagne dei due ferraristi Poi i primi segnali: «C'è un controllo» Lo scetticismo è diventato presto realtà, mentre ai box di Maranello svaniva la fiducia: «Potrebbero soltanto multarci, aspettiamo» PFmÓNAS MÌE» 'SIAN GRAWtpRIX Si? È La gioia è durata poco, tuttavia queste foto restano emblematiche: Eddie Irvine e Michael Schumacher festeggiano sul podio (a fianco) e all'arrivo (sotto) la straordinaria doppietta nel Gran Premio di Malesia, mentre Mika Hakkinen si dispera, ripiegato su se stesso per nascondere le lacrime Poi l'amara sorpresa di un controllo che lascia spazio a tante recriminazioni

Luoghi citati: Irlanda Del Nord, Kuala, Malesia, Maranello