Diliberto: ma fu il Polo o svuotare le carceri di Maurizio Tropeano

Diliberto: ma fu il Polo o svuotare le carceri Diliberto: ma fu il Polo o svuotare le carceri Maurizio Tropeano TORINO «La domanda è semplice: che cosa ha fatto il Polo contro la microcriminalità quando è stato al governo? Anche la risposta è semplice. Ha prodotto una sola cosa: un decreto legge passato alla storia come "decreto Biondi" che, da un giorno all'altro, il 14 luglio 1994 ha rimesso in libertà 2739 individui che si trovavano in custodia cautelare per reati come borseggiamento, ricettazione, detenzione anni, lesioni, rissa, prostituzione e truffa. Esattamente quei reati di criminalità diffusa per i quali oggi il centrodestra sta facendo la manifestazione». Oliviero Diliberto, ministro di Grazia e Giustizia, sceglie il palco della Conferenza nazionale dei Comunisti Italiani sulla sicurezza nelle città per commentare il security day voluto da Forza Italia. L'affondo arriva subito dopo: «Insieme a questi malfattori furono liberati anche 196 colletti bianchi accusati, tra l'altro, di concussione, corruzione, peculato e altri reati del genere. Quindi allo scopo di liberare quelli che erano incappati nelle maglie della giustizia a causa di Mani pulite furono liberate oltre duemila persone. Il Polo alterna la tolleranza zero all'ipergarantismo come quando a Milano o a Palermo ci sono processi che coinvolgono suoi esponenti». La replica di Forza Italia non si è fatta attendere. «Come può restare in carica un ministro quando lo stesso Presidente del Consiglio ha smentito brutalmente tutte le sue idee per intervenire sulla criminalità?», si chiede Gaetano Pecorella, responsabile della Giustizia azzurro. Aggiunge: «Il ministro continua a mentire forse nel tentativo di far dimenticare agli italiani che fa parte di un partito politico che è stato al servizio di un sistema totalitario e feroce». Polemiche a distanza. La conferenza nazionale dei Comunisti Italiani organizzata a Torino ha assunto, infatti, la forma di una contro-manifestazione contro il security-day berlusconianc anche se il presidente nazionale del partito, Armando Cossutta, la pensa diversamente: «Noi stiamo cercando di ragionare sulla questione e non ci interessa rispondere a quel genere di manifestazioni che si caratterizzano per la loro strumentalità». Di fatto, però, negli interventi dei responsabili nazionali della Giustizia dei Ds (Leoni), popolari (Carotti) e Udeur (Manzione) l'attacco alle «iniziative propagandistiche del Polo» è stato molto duro. E anche Diliberto ha rimarcato le differenze con il centro-destra: «La nos'ra concezione di giustizia è diversa da quella del Polo e muove dal presupposto che non può esistere in base al modello 740, e cioè in base al fatto che chi ha soldi può pagarsi i migliori avvocati e dunque è in grado di usufruire di tutti i benefici previsti dalla legge. Dobbiamo essere in grado di garantire il giusto equilibrio tra la necessità di sicurezza e i! rispetto delle garanzie e dei diritti di tutti». Da qui la difesa del «pacchetto sicurezza» presentato dal governo che prevede pene più severe per scippi, furti in appartamento e aggressioni e l'introduzione del¬ l'aggravante per chi commette reati contro le persone più deboli. Non solo. Il ministro ha anche sottolineato la necessità di «governare il fenomeno dell'immigrazione garantendo la legalità». Spiega: «Dobbiamo evitare che si generino forme di razzismo inverso: gli immigrati hanno certo i nostri diritti ma anche tutti i nostri doveri, dunque io sono pronto ad estendere ed ad applicare alle mafie straniere gli stessi metodi di lotta usati contro la grande criminalità italiana», dall'articolo 41 bis alle altre misure restrittive. E il ministro ha indicato altre due priorità. La prima: «Se vogliamo garantire la sicurezza dei cittadini dobbiamo dare motivazioni, gratificazioni, prospettive di carriera e salari migliori alle forze dell'ordine». La seconda: «Il sistema dei diritti e delle garanzie vale anche nelle fabbriche e nei cantieri edili. Il ministero vuole intervenire su questa materia e sta organizzando un grande convegno sui diritti e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro». Oliviero Diliberto ministro della Giustizia e Rosa Russo Jervolino ministro dell'Interno

Persone citate: Armando Cossutta, Carotti, Diliberto, Gaetano Pecorella, Leoni, Manzione, Oliviero Diliberto, Rosa Russo Jervolino

Luoghi citati: Milano, Palermo, Torino