Giustizia e sicurezza, Europa al via con posso lento di Francesco Manacorda

Giustizia e sicurezza, Europa al via con posso lento Hntro il 2005 dovrà essere pronta una normativa comunitaria su diritti e doveri degli immigrati Giustizia e sicurezza, Europa al via con posso lento Per ora nientefondi ai Paesi di prima accoglienza, come l'Italia Francesco Manacorda inviato a TAMPERE Immigrazione e il diritto di asilo saranno materia di politica europea, come i capi di Stato e di governo dei Quindici hanno stabilito ieri nelle conclusioni del vertice di Tarnpere, ma per ora molti ostacoli rimangono a una vera politica comune. Lo dimostra la sorte di un fondo comunitario per sostenerti gli oneri di chi accoglie ondate di sfollati, sostenuto soprattutto dall'Italia. Si trattava di 500 miliardi di lire in cinque anni, non molti, ma sono spariti. Le limature dell'ultimo momento hanno portato a una conclu- sione vaga: il Consiglio «ritiene che occorra prendere in considerazione l'opportunità di mettere a disposizione qualche forma di riserva finanziaria» in caso di crisi. A opporsi a impegni precisi soprattutto Francia, olanda e Germania, che per bocca del Cancellière Gerhard Schroeder spiega la sua posizione: «L'8()% dei rifugiati che arrivano in Italia non restano hi quel Paese e non si capisco perchè i Paesi di prima accoglienza debbano beneficiare del fondo». In ogni caso Massimo D'Alema ò soddisfatto. E' riuscito a far passare il pincipio - dice - che le frontiere esterne dell'Unione sono «un tema comune europeo». Così «l'Unione europea - dice il documento filiale apprezza e intende partecipare alla conferenza europea sul tema dello sviluppo e della sicurezza nell'area adriatico ionica» organizzata proprio dall'Italia all'inizio del prossimo anno. E dal Consiglio arriva anche la «soddisfazione» per l'accordo tra Italia e Grecia sulla cooperazione contro la criminalità proprio nell'Adriatico e nello Ionio. Lo stesso presidente della Commissione Romano Prodi parla di «un successo italiano, ma anche di una necessità perché l'Adriatico è un crocevia di traffici 'linciti che vanno combattuti con un impegno europeo». Ma a parte le questioni più vicine all'Italia, le conclusioni del vertice, sebbene annacquate rispetto alle aspettative della vigilia, rappresentano un primo passo su un terreno finora mai toccato. «Qui abbiamo costruito un nuovo pezzo dell'Europa - dice Prodi - è un mosaico che stiamo costruendo e a chi dice che lo stiamo facendo lentamente rispondo che per farlo rispettando la democrazia deve essere lento». "ui tre temi in discussione immigrazione e asilo, cooperazione giudiziaria e lotta al crimine - i Quindici hanno preso impegni e stabilito obiettivi e tabelle di marcia. Per quel che riguarda l'asilo, in particolare, «a breve termine» bisognerà «prevedere norme comuni» per l'asilo e «il riavvicinamento delle normative» europee per definire i rifugiati. Entro il 2005, si dovrebbe arrivare a un vero status di euro-rifugiato, con una procedura comune e uno status uniforme». Contro l'immigrazione illegale, invece, i Quindici si impegnano ad «adottare nonne che prevedano sanzioni severe» per là tratta di esseri umani entro fine del 2000, e puntano su accordi internazionali per rimandare nei Paesi di origine i clandestini, ma garantire agli immigrati legali «diritti e obblighi analoghi ai cittadini dell'Ue». Per la lotta alla criminalità aumenteranno i poteri di Europol - che si occuperà anche di riciclaggio - a cui si affiancherà una task force» dei capi delle polizie europee che potrà anche predisporre «azioni operative». E a fianco d' Europol, entro la fine del 2001, dovrà nascere anche Euroiust, mia «rete» composta da pubblici ministeri, magistrali o funzionari di polizia per coordinare le indagini a livello europeo. Sul fronte giudiziario i leader europei si impegnano invece al «principio del reciproco riconoscimento» delle sentenze e delle altre decisioni in campo civile e penale. Alla Commissione si chiede una proposta per ridurre le formalità di esecuzione delle sentenze da imo Stato all'altro. Il presidente della Commissione Europea Romano Prodi

Persone citate: D'alema, Gerhard Schroeder, Prodi, Romano Prodi