Banche, si riapre la battaglia di Ugo Bertone

Banche, si riapre la battaglia IL COLOSSO IBERICO PUNTA AD UN POLO NEL MEZZOGIORNO Banche, si riapre la battaglia La Sicilia fa quadrato sul Banco, l'Ina cerca soci retroscena Ugo Bertone Mll ANO LA Sicilia alza gli scudi contro la cessione del 100% del Mediocredito Centrale e, di riflesso, del Banco di Sicilia. Il Banco de Bilbao E Vizeaya, socio del Banco Napoli, ((frena» sull'alleanza con Unicredit per l'acquisto di Bui. Ma l'iinprowisa prudenza del colosso guidato dal senor Ybarra non è motivato da un disamore per la Penisola: al contrario, il colosso bancario iberico intravvede la possibilità di far da perno, assieme a lini, Banca di Roma e Mediocredito, ad un polo bancario del Sud. Oliasi una riedizione, in senso bancario, della presenza spagnola nel Mezzogiorno,., Di fronte a tante novità, è possibile che la Borsa si risvegli davanti al «rebus» bancario. Per ora, anelli; sulla spinta delle difficoltà gravissimi; in arrivo da Wall Street, i mercati hanno reagito con forti ribassi alla giungla del credito italiano, sempre più aggrovigliata tra alleanze e intrecci di vario genere. La pace ira Sanpaolo-Imi e Generali ha avuto, come prima conseguenza, una flessione ilei 4,3b% per la banca di piazza San Carlo, addirittura del 5,91% per il Leone triestino. E l'Ina, già preda contesa in una battaglia mai iniziala, cade addirittura del 9,13%. Ma proprio l'Ina, almeno a tradurre le diplomatiche noto in arrivo da Madrid, potrebbe aver trovato nel Banco de Bilbao l'alleato internazionale per mandare in fumo la grande pace tra Torino e Trieste. Questa, per alcuni, e l'interpretazione autentica di alcune frasi criptiche della banca iberica, soprattutto quelle in cui si parla di «una nuova situazione del mercato italiano» e «di strade nuove che permettano il rafforzamento nell'interesse di tutti». Corto, la banca spagnola ribadisce la volontà di affrontare con «la massima disponibilità» i colloqui con Unicredit (pronta a lanciare un'offerta pubblica su Bnl, assieme al partner spagnolo), ma i toni della nota fanno pensare che il gruppo spagnolo, forse l'interlocutore straniero più gradito ad Antonio Fazio, abbia deciso di tenere aperte tutte le porte in attesa di verificare l'ini- patto dell'accordo tra Generali e Sanpaolo-Imi. La prospettiva, insomma, ó che la grande battaglia per il controllo dell'Ina si possa riaprire con prospettive inedito: è difficile, infatti, pensare che qualche novità possa ribaltare del tutto lo scenario della partita bancario-assicurativo. Ma non è escluso, però, che possano nascere, all'improvviso, le premesse per un'asta per il controllo del Banco di Napoli, Eppoi, c'è l'incognita Sicilia. Attorno alla partita per il controllo del credito si accendono i riflettori per un settore fino a ieri trascurato dai protagonisti nazionali e internazionali. Il ministro del Tesoro Giuliano Amato si era dichiarato a favore della cessione dell'intera partecipazione nel Mediocredito centrale e, di riflesso, nel controllato Banco di Sicilia. Ieri, un cospicuo fronte di parlamentari nazionali e regionali, in tutto una settantina di firme, si è schierato compatto per un incontro con il ministro del Tesoro, prima del via libera all'operazione. Bisogna tener confo, è il tenore del messaggio, della vocazione territoriale del Banco di Sicilia. «Non tener conto - si legge • o addirittura ostacolare tale vocazione finireb¬ be per vanificare investimenti già fatti e per ridurre la privatizzazione di Mediocredito Centrale ad un'operazione meramente finanziaria». A giudizio dei politici siciliani, infatti «in una tale prospettiva il Banco di Sicilia sarebbe votato a fungere esclusivamente da mer¬ ce di scambio o come contropartita per le operazioni in corso di riassetto del sistema bancario ed assicurativo nazionale, ignorando totalmente le specificità del Banco e la sua essenziale funzione per lo sviluppo della Sicilia». Ancor più «elettrico» il commento del segretario nazionale dei Ds, Claudio Fava, che rivela di aver scritto a Massimo D'Alema una lettera di questo tenore: «Leggo in una nota del ministro del Tesoro Amato che verranno privilegiate le offerte definitive che permettano la dismissione totale della partecipazione del Tesoro in Mediocredito. Ovvero, la cessione dell'intero pacchetto azionario ad un solo istituto di credito, presumibilmente la Banca di Roma o Unicredito». «Temo - continua Fava - che sia una soluzione controproducente per il Banco di Sicilia e per il ruolo che esso oggi può svolgere in una politica del credito proiettata verso il Mediterraneo». Novanta politici siciliani scrivono al ministro Amato: il Mediocredito non può essere ceduto in blocco Il Banco di Bilbao frena l'operazione Unicredit-Bnl Sarà Ybarra il «cavaliere bianco» cercato da Siglienti? Il ministro del Tesoro Giuliano Amato

Persone citate: Antonio Fazio, Bui, Claudio Fava, Giuliano Amato, Massimo D'alema, Siglienti, Tesoro Amato, Ybarra

Luoghi citati: Madrid, Sicilia, Torino, Trieste