TUTTI I COLORI DEL BLUES

TUTTI I COLORI DEL BLUES BLACK & WHITE FESTIVAL TUTTI I COLORI DEL BLUES Da Vaughn alla scena di Baltimora mentre gli italiani ricordano Leadbelly ALLA terza edizione del Black & White Blues Festival, realizzata dall'Associazione Radar con il contributo dell'assessorato alla Cultura della Regione Piemonte, è riservato uno spazio «in the Club», nell'area jazz di Musica 2000. Variegata nel look, la rassegna bicolore getta l'amo su due continenti; metà dei quattro appuntamenti sono rivolti all'incontro tra Chicago e Italia e al confronto stilistico tra generazioni in blues. Al quarantasettenne Maurice John vaughn è affidata l'apertura del programma, giovedì 21, ore 18. Il chitarrista, sassofonista e cantante, portavoce delle mq^etudini urbane del blues moderno, piombò sulla scena indipendente quindici anni fa con un drammatico, memorabile «Computer Took My Job». E' alla guida di un quartetto formato dal trombonista B.J. Emery e dalla ritmica nazionale Ilaria Lantieri, basso, e Massimo Bertagna, batteria, rientrati in patria dopo aver accompagnato i due chicagoani in una lunga serie di concerti negli Usa e nelle registrazioni del nuovo ed di Maurice per la Alligator. Bave Myers, classe 1926, granitico eppure elegante specialista delle linee di chitarra basso, insieme al fratello Louis, chitarra e armonica, e al batterista Fred Below, ha rappresentato dagli anni 50 la classicca sezione ritmica da studio e da club per Muddy Waters, Sonny Boy Williamson e Little Walter. Unico so- prawissuto del richiestissimo trio free lance denominato «The Aces», Dave è ancora attivo alle corde vocali e strumentali, ha ripieso ad incidere e si è appena fatto applaudire in un tour in Brasile e Argentina. Suonerà venerdì 22, ore 21, con la Blues Gang del chitarrista torinese Dario Lombardo. L'anniversario del titano folk Leadbelly, maestro delle 12 corde, è occasione, domenica 24 al pomeriggio, dalle 15,30, per un esteso tributo culturale. Dopo la proiezione di un raro film Paramount del 1976 («Io, Re del Blues») e una breve conferenza del ricercatore genovese Luigi Monge, il repertorio di Huddie Ledbetter, detto «Pancia di Piombo», scomparso nel 1949, viene affrontato in una session acustica con Dario Lombardo, Roberto Menabò e il travolgente Street singer varesino Angelo «Leadbelly» Rossi, che l'eredità del cantore di Shreveport se la porta anche nel nomde-blues. Concludono la serata l'ex Blues Traveller Jono ManSOn e il geniale veronese Massimo Bubola, a rappresentare come la personalità di Huddie, venerato un tempo dalla subcultura skijjle e dell'impegno liberal, già mito ed esempio di poetica popolare per Woody Guthrie e Bob Dylan, per Bruce Springsteen e Kurt Cobain, mantiene la sua potente impronta anche su un giovane cantautorato «roots». Con l'acido, estroverso neweomer Reggie Wayne Morris, in azione lunedì 25 alle 21,30 si visita la scena di Baltimora. Morris non teme le contaminazioni musicali, né di riallineare i profili tematici del blues. Rilegge a reggae la «Watchtower» dylan-hendrixiana, compone in «Dont't forget Lynn behind the bar» un mantra funky per i juke joints di fine secolo e aggiorna ori àrie la tradizione orale con una scaltrita «E-Mail Blues». Edoardo Fassio MUSICA 2000 Kcggie Wayne hlorris. Sotto: Gianni Coscia

Luoghi citati: Argentina, Baltimora, Brasile, Chicago, Italia, Piemonte, Usa