Gli uomini, la tartaruga e il topolino

Gli uomini, la tartaruga e il topolino INFARTI Gli uomini, la tartaruga e il topolino c I sono novità per la prevenzione delle malattie cardiovascolari. Oltre al controllo della pressione arteriosa, del colesterolo e degli altri fattori di rischio (fumo, sedentarietà, obesità), la ricerca è indirizzata a studiare altri meccanismi più profondi. Il vecchio dogma «infarto equivale a morte della cellula» oggi è in discussione. Le ricerche in biologia molecolare infatti distinguono fra necrosi ed apoptosi. La necrosi è un evento catastrofico, violento e inaspettato (provocato dal trombo coronarico). L'apoptosi invece è una morte programmata della cellula stessa, non violenta, necessaria per consentire la continuità della vita (il termine deriva dal greco e descrive la naturale caduta dei petali o delle foglie). Nel cuore la percentuale di cellule che presentano il fenomeno dell'apoptosi è inferiore rispetto ad altri tessuti, perché questo organo deve sempre funzionare «al meglio». Oggi l'apoptosi si può misurare dosando particolari enzimi chiamati «caspasi» (è un acronimo: deriva dagli aminoacidi presenti nella molecola). Un eccesso di cellule in apoptosi indica uno stato di sofferenza. Per aumentare la sopravvivenza inoltre, si è visto che è importante normalizzare la frequenza cardiaca IR. Ferrari Università di Ferrara). Nel mondo animale vi è una stretta correlazione fra frequenza cardiaca e durata della vita. 1 due estremi sono: il topolino delle piramidi (000 battiti al minuto: vive solamente qualche mese) e la tartaruga delle Galapagos (vive 160 anni con una frequenza di 6 battiti al minuto). E' possibile che la frequenza cardiaca sia geneticamente controllata (per il ratto è coinvolto il cromosoma 111). Ciò significa che, al momento della nascita, ognuno di noi ha un numero di battiti da utilizzare j nel corso della vita. A proposito di frequenza cardiaca bisogna tener presente che ogni battito cardiaco ha un costo energetico ed è rappresentato dal consumo di Atp (acido adenosintrifosforico). Riducendo i battiti del cuore si risparmia Atp e diminuiscono le possibilità di rottura della placca aterosclerotica. Questo spiega perche la Commissione Unica del Farmaco ha autorizzato recentemente un calcio-antagonista per la prevenzione secondaria dell'infarto. I calcio-antagonisti sono molecole conosciute da diversi anni nel trattamento dell'ipertensione: riducono la disponibilità di calcio all'interno della cellula, per cui la pressione diminuisce per rilassamento della muscolatura liscia che avvolge i vasi. Alla luce delle recenti acquisizioni però (Lionel Optie-Università di Cape Town-Sud Africa) bisogna distinguere. Alcuni calcio antagonisti (ninfedipina) incrementano il battito cardiaco e possono creare problemi nei pazienti colpiti da patologie coronariche acute. Altri calcio-antagonisti invece (verapamil) hanno dimostrato di ridurre l'apoptosi, la frequenza cardiaca e migliorare la riperfusione per l'azione specifica a livello del microcircolo, oggi ritenuto indispensabile non solo per l'apporto di ossigeno, ma anche per il mantenimento dell'impalcatura vascolare e per le sostanze prodotte in continuazione dall'endotelio: (Vascular endotelial Growth Factor). In altre parole: un'arma in più per la prevenzione del reinfarto che, malgrado i notevoli progressi, desta ancora non poche preoccupazioni. Renzo Pollati

Persone citate: Cape, Factor, Ferrari Università, Lionel Optie-università, Renzo Pollati

Luoghi citati: Ferrara, Sud Africa