Il tasso riconquista spazio nei boschi e nelle foreste di Paolo Pejrone
Il tasso riconquista spazio nei boschi e nelle foreste FIORI E GIARDINI Il tasso riconquista spazio nei boschi e nelle foreste I N questi ultimi giorni, i merli I (per fortuna tantissimi, a dispetI to di gatti, falchi, corvi e ghiandaie) passano felici il loro tempo sulle piante di tasso. Ne mangiano in maniera ingorda i rossi semi: quando ci si avvicina c'è sempre un battere d'ali allegro (e un po scocciato). Infatti è alla fine dell'estate che il tasso porta a maturazione i suoi piccoli e bellissimi frutti, tanto amati, appunto, dai merli e dai tordi che ne spargono i semi un po' dappertutto nelle campagne, diventando complici di uno dei più antichi e tacili modi di diffusione. E' rassicurante pensare che di nuovo il tasso (Taxus baccata) possa riconquistare dello spazio per sé e per i propri figli nel futuro dei nostri boschi e delle nostre foreste: fu pianta combattuta senza tregua, fu odiata dai pastori (le foglie sarebbero velenose alle pecore e in particolare alle capre) e fu eliminata in modo totale da quell'Europa pastorale che per molti secoli dominò il Continente. Selvaggi, non coltivati, in Europa ne sopravvivono pochissimi esemplari: alcuni rari e antichissimi si possono trovare ormai isolati, in parti veramente remote ed inarrivabili, in posti scoscesi, lontani da tutto: famoso è un esiguo gruppo (di circa 2000 anni di età!) che cresce isolato su di una pietraia nel Distretto dei Laghi, tra l'Inghilterra e la Scozia. Altri pochi ne crescono sulle sassa¬ ie della Corsica e della Sardegna, altri in Baviera... Nella regione dell'Atlante, in Marocco, i tassi costeggiano i rari piccoli ruscelli, ma senza avere i piedi nell'acqua. Dall'alto delle piccole creste di roccia e di sassi, si affacciano nelle acque (bellissime) di quelle montagne alla ricerca di una costante, leggera umidità. Il tasso detesta una cosa sola: l'acqua stagnante. Il suo aspetto austero, la sua nobile indifferenza, elitaria e indipendente, la sua apparente immobilità, la sua rustica e vigorosa sopravvivenza lo rendono una delle piante, come il Bosso, più misteriose e più ricche di personalità nel nostro emisfero.Non per nulla, un po' come i cipressi nei Paesi mediterranei, veniva piantato vicino alle chiese e ai cimiteri nel Nord Europa. Nell'Ottocento il tasso veniva piantato nei grandi parchi romantici a gruppi sostanziosi, in particolare negli angoli ombrosi: faceva parte, con gh agrifogli, di quell'insieme di piante di media altezza, che con il numero e l'abbondanza, costituivano lo sfondo e la quinta sempreverde alle grandi maestose alberature «da parco». E' una pianta da secoli addomesticata e quasi estinta allo stato naturale, ma apprezzata e trascurata. La sua riscossa è affidata non certo agli uomini ma ai merli e ai tordi. Speriamo che sia veloce e vicina. Selvaggi, non coltivati, in Europa ne sopravvivono pochissimi esemplari: se ne possono trovare alcuni in località remote Paolo Pejrone
Persone citate: Giardini, Selvaggi
Luoghi citati: Baviera, Corsica, Europa, Inghilterra, Marocco, Nord Europa, Sardegna, Scozia
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