L'ambiguità secondo Clint

L'ambiguità secondo Clint VIDEO'CLUB L'ambiguità secondo Clint CLINT Eastwood è l'ultimo autore del cinema classico americano, e ne è insieme l'ultimo becchino. Il suo modo di girare film di genere (poliziesco, western, mèlo, psicologico, thriller, d'azione) è insieme rispettoso e snaturato, ammirato e distruttivo, di resurrezione e d'imbalsamazione. Il suo modo d'affrontare le convenzioni cinematografiche è ubbidiente e insieme rivoltoso. La sua maniera di rappresentare i protagonisti è un esercizio di mitizzazione e insieme di riduzione. Naturalmente compirà settant'anni nel Duemila, a volte ha voglia e altre volte no, a volte i film gli riescono e a volte no: ma «Fino a prova contraria» ò il film esemplare dell'atteggiamento che ha reso Clint Eastwood un autore di notevole statura, originalità, importanza. L'ambiguità è il segno dominante, nel film girato prevalentemente in semioscurità e tratto dal romanzo di Andrew Klavan «Prima di mezzanotte» pubblicato in Italia da Longanesi. La trasgressione mascherata da convenzione è la chiave della storia. C'è una trama classica: un giornalista, incaricato di scrivere un articolo patetico sull'esecuzione capitale di un nero condannato a morte per aver ucciso una commessa bianca incinta durante la rapina a un negozio, intuisce che il morituro è innocente e dispone soltanto di poche ore per trovare le prove dell'innocenza di lui, per capovolgere il verdetto della giustizia ufficiale e ripristinare la verità. Ci sono due personaggi antitetici e anticonvenzionali: il preteso criminale nero è giovane, probo, religioso, amato dalla sua famiglia, ricco di nobile dignità; il giornalista bianco è invecchiato, fallimentare, donnaiolo, bevitore, caotico, superfumatore, trattato dalla moglie con amara deplorazione e accusato dalla figlia bambina di deluderla sempre mancando alle promesse. Ci sono due percorsi contraddittori e paralleli, uno statico e uno dinamico: il condannato esegue con lentezza quel rituale regolamentare (ultima visita della famiglia, ultimo incontro con il sacerdote, ultimo pasto, ultimi passi, ultimo ago della flebo letale infilato nella vena del braccio) che designa la morte di Stato colme un atto di orrore e un dispositivo spettacolare; il reporter insegue con affanno, nel disordine ansioso della città di Oakland, della redazione della «Tribune» e della propria vita, una prova d'innocenza. La trova grazie al fiuto e all'intelligenza giornalistica, la sottopone al Governatore dello Stato che sino all'ultimo istante può concedere la grazia. Ci sono due finali contrastanti. Nel primo, allo spettatore pare che la grazia del Governatore arrivi troppo tardi, quando l'innocente è già stato ucciso dal veleno iniettatogli. Nel secondo, dedicato a chi crede in Papà Natale, il condannato s'avvia ormai libero verso casa con la famigliola dopo gli ultimi acquisti natalizi; il giornalista che lo vede appena lo saluta, e s'incammina verso la propria solitudine. Clint Eastwood FINO A PROVA CONTRARIA Usa, 1998. Warner Home Video. A noleggio THRILLER «Fino a prova contraria» è il film esemplare di Clint Eastwood, autore da considerare di notevole statura, originalità, importanza Lietta Tornabuoni Da sinistra in alto James Woods e Diane Venora interpreti del film di Clint Eastwood (a destra) «Fino a prova contraria»

Persone citate: Andrew Klavan, Clint Eastwood, Diane Venora, James Woods, Lietta Tornabuoni, Longanesi

Luoghi citati: Italia, Oakland, Usa