Ferroni: la letteratura del '900 che serve alla vita di Mirella SerriGiulio Ferroni

Ferroni: la letteratura del '900 che serve alla vita Ferroni: la letteratura del '900 che serve alla vita RECENSIONE Mirella Serri IL libro di letteratura? Un oggetto del desiderio che ci accende e che ci fa tremare. Senza questa intensa corresponsione di amorosi sensi non c'è critica e non ci sono nemmeno lettori. Cosi, lo storico della letteratura Giulio Ferroni, nella raccolta di saggi fresca di stampa, «Passioni del Novecento», mette in guardia il popolo dei lettori, da quelli specializzati e addetti ai lavori a quelli comuni: se oggi si legge poco è perché nella critica manca uno scatto di vitalità e di passione. L'odierno mondo delle Lettere, abitato da accademici paludati e da una marea di scrittori, è afflitto da una superproduzione di interventi critici e di testi letterari. Il critico, quello che un tempo si definiva militante, adesso, poveretto, soffre di indigestione, di nausea da grande boti/ fe di carta stampata. Finisce così per ritirarsi nel suo guscio e compiere il suo lavoro con molta poca partecipazione. Tutto il contrario di quello invece che dovrebbe fare una critica attiva, capace di esibirsi in uno speciale, sentimentale amplesso grondante umori e sensazioni. Con il suo piglio più appassionato, Ferroni prende in considerazione, in questo suo straordinario e movimentato viaggio nel nostro secolo (che raccoglie scritti editi e inediti) sedici autori: da Vitaliano Brancati a Giuseppe Tornasi di Lampedusa, da Carlo Emilio Gadda a Giorgio Caproni, Franco Fortini, Italo Calvino, Anna Maria Ortese. Contro i gruppi e le consorterie lettera- RECENMirSe IONE la ri rie, contro una visione algida e distaccata della letteratura, tipo manager editoriale che porta in borsa una calcolatrice e conta solo le copie vendute, bisogna ricordare che la letteratura serve alla vita. Se, per capire il Ventennio nero sono meglio Corrado Alvaro o Vitaliano Brancati di tanti tomi di storia, la chiave per il presente è nell'opera degli scrittori contemporanei e di quelli del passato. Proprio così: la nostra epoca è legata alla tradizione e contro ogni riforma scolastica tutta centrata sul Novecento Ferroni esalta gli studi classici e demonizza chi crede troppo fermamente che il passato non serva. Autori prediletti, comunque, non possono essere per il critico-lettore che quelli con cui si condivide uno speciale sentire. Lo storico della letteratura che anni fa per fare la parodia del nostro tempo adottava lo pseudonimo di Gianmatteo del Brica, il villano della favola di Machiavelli sull'arcidiavolo Belfagor, ritrova una passione letteraria molto simile a quella da cui lui stesso è animato in Lalla Romano, Consolo, Zanzotto, Giudici. Scrittori fratelli, li definisce il critico appassionato. Giulio Ferroni Passioni del Novecento Donzelli Editore, pp. 250. L. 35.000 SAGGIO

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