La tv è una macchina degli affetti: produce gioia e tristezza, educa il gusto

La tv è una macchina degli affetti: produce gioia e tristezza, educa il gusto RECENSIONE Rosalba Conserva La tv è una macchina degli affetti: produce gioia e tristezza, educa il gusto CHI oggi non ama parlati; della televisione, della sua enorme influenza - buona o nefasta, dipende dal punto di vista: di chi la televisione la programma (o la possiede), di chi la guarda con occhio critico, di chi la subisce... Oggi, ogni scolaretto, e non solo gli esperti, sa di teorie della comuni cazione, della visione, dell'ascolto, dell'arto di strutturare messaggi, di tecniche di manipolazione dell'informazione. Ed esiste una vasta letteratura che il successo della tv lo spiega mettendo allo scoperto i «trucchi» a cui ricorrono ì media per fare breccia nello spettatore. Molte di queste, pur se convincenti, sono però spiegazioni che Gregory Bateson chiamerebbe «dormitive»: «L'oppio, sapienti dottori, contiene un principio dormitivo» - risponde il neo dottore RECENRosCon IONE ba rva del Malato immagi natio di Molière a chi gli chiede perché l'oppio faccia dormire. In verità, osserva Bateson, la sostanza contenuta nell'oppio diventa «dormitiva» solo se combinata con un metabolismo che produce quel particolare effetto: ed è così per ogni tipo di messaggio: un messaggio produce informazione solo se il tessuto delle premesse cognitivo, fisiologiche, psicologiche, in una parola: mentali - ha una struttura in grado di accoglierlo, di attribuirgli significato (altrimenti non si capirebbe come mai un maestro spiega e c'è uno studente, pur attento, che però non capisce). E' in una chiave per l'appunto «non-dormitiva» che Serena Dinelli nel libro La macchina degli affetti indaga sul successo della televisione: «Capire la Tv è per molti aspetti un attraversamento della natura umana». Psicologa clinica e di comunità, con ampi interessi per la comunicazione e le tecnologie, Serena Dinelli ci aiuta a capire all'interno di una visione sistemi¬ ca, ricorsiva, cibernetica - perché e attraverso quali strade, con quali esiti la televisione educa il gusto e i sentimenti; come essa utilizzi la nostra predisposizione - sedimentata nel corpo e nella mente allo stesso tempo - alla relazione e alla dipendenza dalla relazione, a tradurre la percezione a livelli simbolici, all'astrazione, quindi, ohe ò un livello primario dell'organizzazioneidella conoscenza di ogni creatura vivente. Come dialogando cpn il lettore (lo stile della scrittura ha molto del parlato colloquiale), Serena Dinelli ci porta a riflettere su ciò che significami teimiini affettivi la nostra consuetudine; a contemplare e ascoltare una «macchina», a cominciare dal fatto che quella «comunicazione a una via» non avviene in un contesto qualunque ma «nel luogo degli affetti per eccellenza»: nella nostra casa. E entra nella nostra casa nel modo più antico, cioè quello della comunicazione «diretta» -se pure non reciproca <■ tra esseri umani, così diverso dalla comunicazione «in assenza» qual è quella realizzata dalla scrittura. Strutturato in 25 capitoli suddivisi in numerosi brevi paragra¬ fi, ricco di riferimenti, di storie, puntigliosamente documentato, questo libro parla a un vasto pubblico, a tutti quelli che la televisione la vedono, praticamente a tutti. Leggendolo, scopriremo ciò che già sappiamo senza averne consapevolezza: che l'uscita dalle nostre personali «gabbie del tempo» (dai pensieri e dalla vita «reale») verso un «tempo sospeso», verso esperienze «senza tempo», è ciò che l'umanità ha sempre cercato. La televisione fa bene o male? è una domanda a cui Serena Dinelli preferisce non rispondere: saranno i lettori a deciderlo, quando avranno preso atto, alcuni forse con sgomento, che i propri «affetti vitali» - la gioia e la tristezza e ogni altre «sentimento di base» -, evocati e appresi nell'intensità e nella durata delle relazioni, vanno crescendo in quel rapporto (a volte distratto, a volte attento, ma potenzialmente senza fine) con una macchina che regola, acquieta, eccita il nostro umore, e va disegnando (o ha già disegnato) la più generale «estetica del vivere» - con la nostra inconsapevole complicità, s'intende. \'A Serena l .lineili La macchina degli affetti. Cosa ci accade guardando la Tv? Dalla televisione ad oltre tecnologie dell'emozione Franco Angeli, pp.219. L 28.000 SAGGIO

Persone citate: Bateson, Franco Angeli, Gregory Bateson, Rosalba Conserva, Serena Dinelli