Con un raggio di sole Jovanotti filosofo del pensiero forte di Franca D'agostini

Con un raggio di sole Jovanotti filosofo del pensiero forte PARLIAMONE Franca d'Agostini Con un raggio di sole Jovanotti filosofo del pensiero forte NON si può non concordare con Lorenzo-.Iovanotti, che nella sua canzone «Un raggio di sole» svolge una gentile critica del contestuali smo e del primato della razionalità pratica. C'è una ragazza che deve essere amica della fidanzata di Alex Britti, quella che litiga con i camerieri, nevrotizza il cane e non è mai contenta di nulla (e che purtuttavia gli piacel. Questa ragazza di Lorenzo le assomiglia molto, ma in una versione meno istintuale è piuttosto una teorica della discontinuità e appunto del contestualismo, del sono-così-in-questo-momenteo-e basta: questo vivere nell'attimo pragmatico sfiora lo spirito di contraddizione purchessia, perché lui tranquillo le dice «eccomi» e lei risponde «vai via», lui se ne va e lei esige «non lasciarmi». Così Lorenzo rispetto a questa ragazza si trova un po' come Habermas e Apel rispetto a Rorty, ai neopragmatisti, ai contestualisti. Si trova ad essere cioè il preoccupato difensore della teoria in un mondo che sa solo pensare da qui a lì e nel qui e ora, e in cui chiunque ogni gionio e senza conseguenze può spudoratamente cambiare idea. Due domande. Li prima è: che fare con gente di questo tipo? E' ovvio che Lorenzo nonostante tutto ama questa ragazza e la discontinuità non gli sembra granché ragione di disaffezione. In ogni caso, dopo Nietzsche e il post-strutturalismo sussiste il ragionevole dubbio che simili individui peraltro difficilmente maneggevoli abbiano ragione, che in queste irrazionalità apparenti si nasconda un senso più essenziale dell'essere e della vita. Dunque non resta che adottare qualche misura di governabilità. Lorenzo dice: «per non saper che fare io ti regalo un raggio di sole». Contro il declino del pensiero puro rialza la posta e addirittura propone l'esistenza di entità virtuali ed eteree quali oggetti empiricamente agibili: raggi di sole in fonna di bouquet, lo ti regalo un bouquet di nulla, affinché tu capisca che questa tua trascuratezza nei confronti di valori come la continuità dello spirito, la coerenza logico-formale, la consequenzialità comportamentale, oltreché umanamente disdicevole, non è ontologicamente fondata. Il bouquet di raggi significa: il qui-e-ora empirico non è tutto; esistono entità spirituali, o ai confini dell'immateriale, come raggi di sole, pertanto esiste-può esistere una permanenza del pensiero e del concetto oltre l'istante. La seconda domanda è: perché son proprio donne queste scombinate neopragmatiste, femmes fatales in versione isterica? Perché questo ritorno in grande stile del mito dell'eterno femminino? Certo si potrà trarre qualche veloce conclusione di sociologia della cultura: le donne hanno conquistato la liberta d'espressione, indi si esprimono un po' sconsideratamente da nemiche della teoria quali si ritiene siano e siano sempre state;. Ma le canzoni, come i sogni secondo Freud, son desideri: non c'è sociologia della cultura che tenga, c'è solo il desiderio maschile di avere a che fare non con interlocutrici adulte che hanno buttato a mare ogni differenza, ma con fragili nemiche e forti-deboli compagne, e soprattutto uni che, come la mamma, di cui, coinè si sa, ce n'è una sola. L«incredibile romantica» di Vasco Rossi è «un po' isterica però simpatica», è «un po' nevrotica,' ma non patetica», ma soprattutto «certo unica». Anche la ragazza di Nek è un po' misteriosa e pragniaticamente discontinua UNon si sa mai con chi stai», «prendi di quel che serve fino a che c'è»); ma anche lei è l'Unica e la Sola («tu sei molto diversa dagli altri»). Tradizione cortese, tipicamente italiana. 1 Verve, invece, non ci pensano due volte: «sono io che lancio sassi dalle stelle/ per colpire il tuo mondo scombinato».

Persone citate: Alex Britti, Apel, Freud, Habermas, Nietzsche, Rorty, Sola, Vasco Rossi