Trapattoni, la notte della verità di Roberto Beccantini
Trapattoni, la notte della verità Il campionato ritorna con i palpitanti anticipi Udinese-Lazio e Fiorentina-Parma Trapattoni, la notte della verità Roberto Beccantini IN attesa di Roma-Juventus, è Firenze il campo principale, e Giovanni Trapattoni il personaggio del giorno. Siamo appena alla sesta giornata, e già la sua Fiorentina si gioca tutto contro il Parma. L'aria che tira in città è di spaurita inquietudine. Un anno fa, di questi tempi, la Fiorentina era prima e sola. Avrebbe probabilmente ucciso il campionato, se non si fosse lasciata borseggiare dalla Roma di Zeman, dilapidando il vantaggio, sontuoso, di un uomo e di un gol. Era il 17 ottobre del 1998. La storia si capovolse in un attimo, ben oltre il fatidico novantesimo, dopo che Edmundo, all'atto di essere richiamato in panchina, aveva svuotato i suoi animaleschi cassetti di tutti gli insulti che aveva imparato, coniato, insegnato. Edmundo non c'è più: sappiamo perché, sappiamo dov'è. E' stata un'altra Roma, la Roma di Fabio Capello, a manomettere, prima della sosta, il progetto-Trap. Non sono tanto i quattro punti in meno ad allarmare, quanto le raffiche di diffidenza che, gelida tramontana, stanno piano piano raffreddando i rapporti e le ambizioni. In campionato, la Fiorentina non ha regolato che Bari e Verona. In Champions League, ha raccolto una solenne batosta, a Barcellona, e non più di un paio di striminziti, e tribolati, pareggi, fra Arsenal e Aik Solna. Mai come in questa occasione, l'allenatore ha il dovere di cavalcare l'emergenza, ma anche il diritto di sentirsi tutelato dalla società. Uno spogliatoio che avvertisse sinistri disimpegni presidenziali, potrebbe trasformarsi in un equipaggio ingovernabile, rotto a ogni tipo di abbordaggio. Trap non è nuovo a esperienze del genere. L'Argentina gli ha restituito un Batistuta onusto di gloria (il 50° gol in Nazionale), ma spremuto come un limone. Sono pedaggi che la bulimia calcistica distribuisce ai fornitori, nel nome e per conto di un calendario sempre più drogato: dal Parma (Ortega) alla Lazio, oggi di scena a Udine con Sensini, Simeone e Veron non meno disossati dell'immenso Bali. Trap deve gestire fragili equilibri. Il tridente si è rivelato per quello che era: «un» problema, non «il» problema. La personalità della squadra risente di limiti organici. I gregari non sempre riescono ad assicurare il lavoro sporco e oscuro attraverso il quale si forgia la stabilità, tecnica e tattica, del gruppo. Le ha provate tutte, il Signore degli scudetti. Fondamentale si profila il contributo di Enrico Chiesa, una rotella fra le più preziose e meno omologabili. Lo status di ex dovrebbe conferirgli stimoli speciali. Il Parma è in ripresa, e proprio a Firenze ha alzato la sua ultima Coppa Italia. Alberto Malesani ha schivato l'esonero grazie, esclusivamente, all'appoggio societario. A Vittorio Cecchi (Jori, Trap ricorda, per la serenità, il padre. Vedremo chi e che cosa gli ricorderà questa notte, in base al risultato. UDINESE LAZI0 [15] FIORENTINA PARMA [20,30] LECCE REGGINA MILAN CAGLIARI PIACENZA BOLOGNA ROMA JUVENTUS [20,30] TORINO BARI VENEZIA INTER VERONA PERUGIA
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