MANDIAMO IN SIBERIA GLI ALLEGRI TRADITORI DI MICHELE STROGOFF di Franco Lucentini
MANDIAMO IN SIBERIA GLI ALLEGRI TRADITORI DI MICHELE STROGOFF vismiNiv MANDIAMO IN SIBERIA GLI ALLEGRI TRADITORI DI MICHELE STROGOFF Carlo Frutterò e Franco Lucentini LA disinvoltura! La supponenza! La faccia tosta! Uno si metto fiducioso davanti alla tv aspettando su Canale 5 l'ultima versione in due puntate del romanzo di Jules Verno «Michele Strogoff». Ce no sono state altre, di versioni, ma la storia del corriere dolio zar si può riproporre all'infinito, con sempre nuovi attori, cavalli più scalpitanti, stoppo piii sterminate, mezzi più grandiosi. Come all'opera, come a teatro, poco t'importa della trama, vuoi vedere come il soprano canterà l'«Addio del passato», come sarà stavolta la scena dell'accecamento, conio so la saranno cavata con la zattera sui ghiacci. Comparo sullo schermo il profilo notturno di San Pietroburgo, poi si passa in uno sfarzoso salone, un ufficiale chiama il capitano Michele Strogoff che arriva in alta uniforme, lo zar in persona gli fa tutto un elogio o consente che un orrido bambinello vestito da Prima Comunione appunti una decorazione sul petto dell'eroe. «E la sua signora?». «Aspetta il nostro primo figlio e il viaggio dalla Siboria a qui, voi capite, Maestà...». Si passa a un'elegante isbà in Siboria. dove una masnada di tartari arriva al galoppo o procede al massacro della signora Strogoff e dol frutto dol ventre suo. Nemmeno cinque minuti o il capitano e già vedovo, già ridotto a un barlxme alcolizzato nei bassifondi di San Pietroburgo. Ma stiamo scherzando? Anzitutto bisognava onestamente dircelo prima: Michele Strogoff, Secondo. Oppure, come fecero con ICS. Gardner o il suo Perry Mason: basalo su personaggi croati da Jules Verne. Por carità, nessuno ce l'ha con lo parodio, gli spunti pescati qua e là da 2500 anni di letteratura, i postiches piti o mono raffinati o postmoderni. L'ultima avventura di Ulisse concepita da Danto Alighieri è uno dei punti supremi della poesia italiana e all'estremo opposto Totò Strogoff non avrebbe dato noia a nessuno. Ma perche mai con quale coraggio, un gruppo di cineasti Ci sconosciuti al di là di Modano, si e prosa la libertà di inventarsi la coni inuazione eli un grande romanzo popolare? .siamo rimasti a guardare por una quindicina di minuti (mono quindici spoti giusto por vedere corno buttava la vampiresca operazione. Il granduca, che Strogoff ora riuscito a salvare nell'ultimo capitolo del romanzo, qui ó molto por mano tartara. Da salvare stavolta c'è, prevedibilmente, l'odioso bambinotto paffuto, l'oredo al trono. Invoco di Nadia elio va in cerca dol padre esiliato, c'è una contessa che va in corca dol padre prigioniero dei lanari Dice ina sono variant i geniali, aggiustamenti lecitissimi dopo quel che si e fatto con altri mitici eroi popolari, Sherlock Holmes. Dracula, Montecristo, Lupin. Ma qui o un pesticciale pari pari sullo unno lasciate da Verno, evitando di dichiarare il gioco, è uno scoppiazzare presuntuoso e furbesco, conio chi calcolasse: be', chi non ha lotto il libro non so n'accorgo e chi l'ha lotto vedrà elio anche noi siamo capaci di cucinare un po' di peripezie nella stoppa. Perché non continuare, a questo punto? Non ci sono limiti, Strogoff contro gli anarchici, Strogoff contro i bolscevichi, Strogoff canuto, cadente, ma sempre eroico, alla battaglia di Stalingrado Tanto, chi ci fa caso? Ma noi ci facciamo caso e rimpiangiamo che non esista più la Siboria zarista (quella di Stalin sarebbe troppo) dove spedire questi allegri manipolatori a meditare in catene sui loro misfatti.
Luoghi citati: San Pietroburgo, Siberia, Stalingrado
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