«Noi, medici con lo pistola»

«Noi, medici con lo pistola» Provocatoria richiesta dei sanitari che prestano servizio di guardia: «Vogliamo in massa il porto d'armi» «Noi, medici con lo pistola» Lecce, troppe aggressioni negli ambulatori Sandro Tarantino LECCE In una mano lo stetoscopio e nell'altra la pistola. Forse non 10 farebbero mai perché non vogliono diventare sceriffi, ma i medici leccesi che prestano servizio di guardia hanno paura e minacciano di chiedere in massa il porto d'armi per difendersi dalle aggressioni. Isolati, indifesi e quotidianamente esposti ai pericoli della notte e soprattutto dei tossicomani che cercano di procurarsi psicofarmaci, parlano attraverso 11 sindacato Cumi, la confederazione unitaria dei medici italiani che provocatoriamente annuncia iniziative clamorose e chiede soluzioni rapide ed efficaci. Sistemi di allarme, sorveglianza costante, garan¬ zie di sicurezza. Nulla di straordinariamente complicato. Richieste ragionevoli, eppure ancora inascoltate dalle autorità sanitarie. Nel Salento e non solo (nelle ultime ore un episodio in Abruzzo, un medico malmenato da un tossicomane), le aggressioni ai danni di guardie mediche sono ormai giornaliere. Ma dopo l'omicidio della dottoressa quarantenne Maria Monteduro avvenuto a Gagliano del Capo nella notte tra il 24 e il 25 aprile ad opera di un tossicomane (arrestato) e dopo l'aggressione di un un altro medico, Antonio Coronese, 38 anni, derubato del portafoglio, dell'orologio, di un televisore e picchiato mercoledì scorso nell'ambulatorio di Racale (tre giovani sono stati arrestati), la protesta ha assunto le forme di un ultimatum: «Siamo stanchi di semplici promesse e abbiamo deciso di ricorrere a risoluzioni autonome durissime, come l'acquisizione generalizzata del porto d'armi per difesa personale» dice il segretario provinciale del sindacato Raffaele Giancane in modo assai più deciso del segretario nazionale Salvo Cali. Il quale manifesta la solidarietà ai colleghi leccesi, ma prudentemente sottolinea che la categoria dei medici non ama le armi perché sono un pericolo anche per chi le usa. I medici fanno fatica ad abituarsi alla paura. Il dottor Fernando Petrachi, guardia medica per nove anni, ricorda di avere rischiato la pelle per tre volte: «Lo scorso inverno un tossicomane mi minacciò con un coltello. Me la sono cavato con la ragionevolezza, cercando di indurre la persona che mi stava di fronte a non commettere sciocchezze. Ma mi domando che cosa sarebbe accaduto se, al posto di un medico grande e grosso come me, si fosse trovata una donna». Armarsi, allora? «Consigliabile» dice il dottor Petrachi. Il questore di Lecce, Vincenzo Caso, replica dicendo che «questa è solo una provocazione» ed è bene stare alla larga da iniziative simili. Quindi, «non essendo pensabile armare tutti i medici di guardia», è opportuno provvedere all'installazione di sistemi di allarme collegati alle forze dell'ordine o a istituti di vigilanza. Il prefetto Giovanni D'Onofrio ha convocato per martedì una riunione accogliendo l'invito di Luigi Pepe, presidente dell'Ordine dei medici di Lecce, e pensa a una riorganizza¬ zione degli ambulatoli che passi dal loro trasferimento nelle strutture ospedaliere a una sorveglionza costante regolamentata da convenzioni tra le aziende sanitarie locali e istitu¬ ti privati di vigilanza. Una bozza di convenzione esiste già e il prefetto è intervenuto sugli istituti per ottenere tariffe non eccessivamente elevate. Intanto l'assessore regionale alla sanità. Michele Saccomanno, critica i dirigenti delle aziende sanitarie ai quali dice - «avevo rivolto alcune raccomandazioni». Cioè l'uso di videocitofoni in grado di collegare gli ambulatori alle forze dell'ordine e di radio portatili per le visite domiciliari. Poiché questo non è avvenuto, i dirigenti delle Asl, dice Saccomanno, si sono esposti a «responsabilità penali». I medici rischiano mollo di piu. E spesso non denunciano le aggressioni. Manno paura di ritrovarsi, la notte successiva, con un coltello alla gola, L'ambulatorio della guardia medica di Gagliano del Capo dove fu uccisa la dottoressa Maria Monteduro

Luoghi citati: Abruzzo, Gagliano Del Capo, Lecce, Racale, Salento