Il disappunto di Chirac

Il disappunto di Chirac Il disappunto di Chirac Per il vertice Prodi-Clinton sui nodi del commercio inviato a TAMPERE _ Un appuntamento chiesto da Romano Prodi a Bill Clinton e la Francia insorgo. Al vertice di Tampere il presidente della Commissione annuncia ai leader europei che «al pili presto» forse già il 27 ottobre, volerà a Washington per incontrare il presidente Usa. Scopo dell'appuntamento, come spiega il portavoce di Prodi: «Avere una discussione costruttiva» in vista dei negoziali dell'Organizzazione mondiale del Commercio (Wto) che si apriranno a Seattle il 30 novembre e nei quali Usa eil Europa hanno divergenze che al momento appaiono insanabili, dai cibi geneticamente modificati, alle esportazioni di prodotti agricoli. Un ruolo inedito per il presidente della Commissione, quello di ambasciatore con! merciale, ma dovuto al fatto - spiega ancora il portavoce - che «Prodi crede che sia di assoluta importanza che l'Europa vada a Seattle con una sola posizione e una sola voce» e che in ogni caso quello con Clinton «non sarà un incontro negoziale», ma destinato piuttosto a dare una linea politica alle rispettive delegazioni. Ma sono assicurazioni che evidentemente non bastano ai francesi. Nei corridoi del vertice si racconta di un Jacques Chirac furibondo, e di un Lione! Jospin appena più concili.iute verso l'iniziativa di Prodi. La sostanza, comunque, dice la portavoce di Chirac e che Prodi «non ha nessun mandato a trattare» e anzi l'unico che può farlo è il Commissario responsabile per il commercio esloro Pascal Lamy, che guardacaso è francesi'. E proprio ieri - altra coincidenza sospetta agli occhi francesi - Lamy era a Washington per preparare il negoziato Non e però solo un problema di cariche nazionali a turbare tanto Parigi: in ballo ci sono anche i contenuti dei negoziati, nei quali la Francia ha la posizione piti dura tra gli europei versogli Stati Unii:. In primo luogo per quello che riguarda gli aiuti all'agricoltura europei, che gli Stai i Unii i vorrebbero vedere sensibilmente ridot ti e di cui Parigi e invece il massimo beneficiario. E sul tavolo c'è anche il problema della «specificità culturale», cioè la richiesta fatta dalla Francia di porre delle limitazioni all'ingresso in nell'Ue di film e programmi televisivi «made in Usa» per difendere • si sostiene - la cultura europea, Proteste francesi o meno, Prodi sembra comunque deciso ad andare avanti sulla sua strada, anche perché - dice ancora il suo portavoce ritiene che si debbano assolutamente evitare guerre commerciali. E il messaggio sull'univocità del messaggio europeo sembra diretto innanzitutto ai Quindici perche sanino le loro differenze entro fine novembre. |f. man.] 9 Sopra. Olirne con Jospin In alto a destra Prodi con Blair A destra, il presidente americano Bill Clinton