Il Securhy-doy divìde i sindaci del Polo

Il Securhy-doy divìde i sindaci del Polo Oggi due comizi di Berlusconi per la «giornata dell'ordine pubblico» voluta dal centrodestra Il Securhy-doy divìde i sindaci del Polo Sceriffi, Alberimi contro Guazzaloca Fabio Poietti MILANO __J Prima di tutto, si mettano d'accordo, Almeno alla vigilia del security day di Silvio Berlusconi, oggi doppio comizio ci Milano, ai mattino in collegamento con cento città e poi al pomeriggio alla Festa Tricolori: di An, dove domenica arriverà pure Gianfranco Fini. Perché per adesso sulla sicurezza c'è più di un'anima sotto le bandiere del Polo. A partire da quello che pensano i due sindaci simbolo del centrodestra, Gabriele Alberimi a Milano e Giorgio Guazzaloca a Bologna. Alla festa di An il sindaco di Milano ripete la sua parola d'ordine: «Non mi piace il termine sceriffo, ma ci vuole un sindaco coordinatore delle forze di polizia», Quellodi Bologna lo smentisce con due (Vasi: «Proposta suggestiva ma difficilmente applicabile. Meglio lottare contro il degrado delle città e non pensare di risolvere tutto con il vigile di quartiere». (Ili applausi dei cinquanta che ascoltano sotto i tralicci d'acciaio della discoteca Alcatray. vanno a lutti e due. Ma alla festa di An tema: «Sicurezza e legalità» - c'ò spazio per tutti. Anche perii consigliere comunale milanese del partito di Pini, De Nicola, che esibisco alcune bombolette di Mace, il gas paralizzante vietalo in Italia, che oggi pomeriggio intende regalare ai «cittadini stanchi di un governo che non la niente per proteggerli», comi; dice per la milionesima volta. Ma pure sul governo, tra Alberimi e Guazzaloca non c'ò accordo. Negativa la valutazione del sindaco di Bologna: «Abbiamo assistito solo a operazioni cosmetiche. D'Alema davanti a cinquecento questori ha detto una cosa chi! tutti gli italiani sanno già: chi; esiste un'emergenza criminalità». Possibilista quella di Alberimi, che a gennaio, in piena emergen za, quando in dieci giorni si sono contati nove morti, è riuscito a far correre a Milano sia D'Alenia che il ministro Jorvolino. li adesso Alberimi da quasi l'assoluzione: «Una volta si diceva che la sinistra pensava più alle cause; della criminalità e la destra alla repressione. M i sembra che ora la sinistra si sia ravveduta. E anche l'attenzione del governo e migliorata». Resta chi decidere cosa fare. Guazzaloca punta sulla prevenzione: «( ;i vuole un recupero di credibilità, se no la gente si chiude in casa per paura». Alberimi sulla repressione: «Più polizia, più vigili di quartiere. Per chi vive sulla sua pelle anche un piccolo scippo, non c'è differenza tra micro e macrocriminalità». Anche se poi il sindaco di Milano ammette che ridisegnare le città possa essere altrettanto utile: «Su 2770 miliardi di investimento per M ilano, il 70% sono per le periferie. lì 144 miliardi per l'illuminazioni!. Perché cinquecento poliziotti in una via buia fanno meno di uno in una strada illuminata». Ma Milano, più che Bologna, ò anche la città delle ronde, delle fiaccolate, delle manifestazioni contro la criminalità. Guazzaloca non tollera: «Sono contro le ronde. Il dilagare di un sentimento di sfiducia e di panni è pericoloso. Ma è vero chi; a Bologna per far capire che il fenomeno criminale non era un'invenzione, c'è voluta un'inchiesta del Sole 24 Ore che assegnava alla mia città il terzo posto come città meno sicura». Albertinici fai conti: «Certe proteste sono spiegabili e giustificate. Anche perché certe questioni, come la gestione degli extracomunitari, decise centralmente non sono concepibili». li questo è l'altro grandi; capito? lo, che per il Polo va da sempre di pari passo con l'emergenza criminalità. Tanto che nei dieci punti del security day, dopo la richiesta di maggiore polizia, ripristino del carcere duro per i mafiosi, meno benefici per i detenuti e diecimila ausiliari straordinari da reclutare per il Giubileo, c'è appunto il capitolo extracomunitari. Liquidato in due righe: «Rigore contro l'immigrazione clandestina considerando reato l'ingresso illegale nel nostro Paese e vietando le sanatorie». La ricetta del sindaco Guazzaloca tende a dividere il problema: «C'è un patto per il lavoro per gli extracomunitari regolari. Se sono in condizioni di rimanere va bene, se no a casa. Se gli immigrati sono una risorsa usiamoli». Albertini punta invece soprattutto alla limitazione degli accessi: «Perché bisogna essere rigorosi nel difendere i confini del territorio». Quasi sulla stessa linea del presidente della Confindustria Possa, anche lui alla Festa Tricolore, che propone di giocare d'anticipo: «Investimenti c sicurezza vanno di pari passo. A questo punto, vai la pena di andare in Albania a creare scuole e formazione professionale». «Sì al coordinamento delle forze di polizia» «No, meglio eliminare il degrado cittadino» Il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi