Palazzo Chigi-Ps: alta tensione

Palazzo Chigi-Ps: alta tensione SUL DOSSIER MITROKHIN ESPLODE IL DISAGIO DI BOTTEGHE OSCURE ; Palazzo Chigi-Ps: alta tensione Il partito non «digerisce» la lettera del premier retroscena Maria Teresa Meli ROMA WALTER Veltroni è nero. «Per il momento ci abbiamo messo una pezza, ma non no siamo usciti bene», confida ai suoi il segretario della Quercia. Massimo D'Alema e grigio: «Anclie nel mio partilo c'è chi non mi ha capito», spiega il presidente del Consiglio ad alcuni fedelissimi. I rapporti tra i diessini e il loro premier non Sono mai stati tesi come in questo momento. La lettera che il capo del governo ha indirizzato a Cossiga pesa come un macigno. Botteghe Oscure e i gruppi parlamentari della Quercia sono in sofferenza, «A questo punto è di nuovo Veltroni che parla ai suoi - dobbiamo marcare l'autonomia del pallilo rispetto all'esecutivo». La qual cosa, peraltro, è già avvenuta proprio nella vicenda della commissione d'inchiesta in cui la presa di posizione dei ds è stata determinante por far naufragare questa ipotesi. 10 un «lam lam», quanto mai insistente, narra di un litigio telcfo nico tra il segretario e il presidente del Consiglio, al termino del (piale il primo sarebbe sbottato cosi: «Altro che gruppi parlamentari, la rivolta la dovrei fare io». Il riferimento e all'assemblea dei senatori diessini in cui il premier e stalo messo in stato d'accusa. L'indiscrezione, in serata, viene intercettata dall'Asca e negata sia da Palazzo Chigi che da Botteghe Oscure. Ma la doppia smentita - doverosa in casi come questi - non significa che i rapporti tra ds e presidente diri Consiglio siano meno tesi. li adesso? Cià, adesso che dalle federazioni giungono telefonate di protesta per quell'offerta rivolta a Cossiga, che al Bottegone fanno i conti di quanti voti si sono perai per questa storia, cosa succede adesso, dopo quella missiva tli D'Alema a Cossiga che Veltroni ha interpretato come un «de profundis» per l'Ulivo che proprio lui voleva rilanciare alle assise congressuali di Torino? «La maggioranza confida ancora il segretario ad alcuni parlamentari amici - in questa vicenda è apparsa sfilacciata». Talmente sfilacciata che nei vertici della Quercia si fa strada un'idea: se non si riuscis- se a ricompattare. la coalizione sarebbe meglio andare alle elezioni politiche anticipate, una volta varata la finanziaria. «Questo logoramente - osserva Marco Fumagalli esponente della segreteria - ci uccide, bisogna andare ad una stretta e dire agli alleali: osostenete la maggioranza o vi assumete la responsabilità di rompere, E questo dove farlo D'Alema nel suo interesse». Insomma, anche ai piani alti di Botteghe Oscure la tentazione di rovesciare il tavolo è forte. Dunque la vicenda della coni missione ha acceso nella Quercia una scintilla che diffìcilmente potrà spegnersi conili se nulla fossi;. Il disagio, nei confronti dell'ipotesi (ormai naufragala) di una presidenza Cossiga ò stalo forte. Persino Angius, capo¬ gruppo a Palazzo Madama e dalcmiano di ferro, aveva confessato ai senatori che il nome dell'ex Picconatore era improponibili!. E Veltroni, pur non potendo esprimere pubblicamente la propria contrarietà aveva fatto di lutto per lasciar intendere come la pensasse con quel geli do comunicalo mattutino in cui dichiarava: «Le parole di stima del presidente del Consiglio nei confronti di Cossiga vanno collocate in una cornici; di rispetto dei ruoli e delle responsabilità istituzionali: infatti spetta ai presidenti di Camera e Senato indicare in piena autonomia una personalità che possa ottenero il consenso più ampio». Insomma, fra le righe di questa nota, si leggeva un «no» bello grosso all'ex capo dello Stato. I )el resto lo stesso Violante appa¬ riva risentito per la sortita di D'Alema. Questo accadeva prima del naufragio di quell'ipotesi, Dopo, ancora recriminazioni e amarezze, per la Quercia. Come dimostra questo sfogo del dicssin-ulivista Fabio Evangelisti, che osserva: «Oggi la governabilità è il solo valore. Ma quello era il valore di Bettino Craxi». Recriminazioni, amarezze, si diceva, e anche molta confusione. Tanta confusione, al punto che Veltroni, dopo aver letto sui giornali l'intervento di Claudio Petruccioli all'assemblea dei senatori della Quercia, lo accoglie nel suo studio a Botteghe Oscuro con (mesto parole: «E' vero che te ne vuoi andare?». Petruccioli nega c replica: «No, però ti dico quello che penso: la lettera di Cossiga ora indecente e (inolia indecenza si rifletteva nella risposta di Massimo. Ora dobbiamo faro qualche iniziativa forte, altrimenti i 500 giorni del governo diventeranno i 500 giorni del dossier Mitrokhin». E alla fine di questa giornata di rancori e incomprensioni ira il premier e il suo partito, i dalemiani di stretta osservanza corcano di metterci la loro, di «pezza», spiegando che il prosi- dente del Consiglio ha vinto questa partita perché si è mostrato disponibile con Cossiga ma nel contempo ha croato lo condizioni perché altri dicessero di «no». «Como in un gioco di scacchi», confida Pannano Gruciancili ad un amico. Come in un film di Woody Alien, replica un dirigente di Botteghe Oscure che vuole mantenere l'anonimato, quello in cui il regista e attore americano, dopo essere stato malmenalo, dice: «Gli ho dato un colpo di monto sul pugno e una nasata sul ginocchio». E al vertice della Quercia non si esclude l'ipotesi di andare a elezioni anticipate dopo il varo della Finanziaria per il 2000

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