DISCO ROSSO di Paolo Passarini

DISCO ROSSO DISCO ROSSO Paolo Passarini E5 possibile a questo punto che agli italiani venga risparmiata una commissione di inchiesta sull'affare Mitrokhin, essendosi chiarito ieri che, oltre a non desiderarla una parte della maggioranza, non la voleva neppure l'opposizione. E' stata una strana storia: la contrarietà dell'opposizione è esplosa ieri a scoppio ritardato, dopo che Silvio Berlusconi ha sostanzialmente messo in riga Gianfranco Fini; mentre il mal di pancia di parti consistenti della maggioranza è agevolmente trapelato pur attraverso la consegna di fare quadrato attorno al premier, che aveva dato disco verde a Francesco Cossiga. Inoltre, i dubbi sulla commissione sono montati seguendo un percorso inverso: prima si è coalizzata un'esplicita e sotterranea insofferenza verso il nome di Cossiga, che era il proponente della commissione e il più forte candidato a presiederla, e poi questa si è cristallizzata contro la commissione stessa. E' una vicenda non facile da capire, nella quale si sono evidentemente intrecciati almeno due fili diversi. VADE RETRO. Il primo filo riguarda Cossiga. La lettera di D'Alema a Cossiga aveva scatenato il finimondo nei diessini, critici verso tanta condiscendenza, e spinto sul piede di guerra i democratici prodiani. Questo per quel che riguarda la maggioranza. L'opposizione ha motivato ieri il suo dissenso con due argomenti: campo di indagine per la commissione proposta da Cossiga troppo stretto e tempi troppo corti. In realtà anche l'opposizione non gradiva affatto che a Cossiga venisse affidato il ruolo di riscrivere la storia patria, assumendo quel ruolo centrale che cerca invano da tempo. I DUE COMPARLSecondo filo: ma, perché, viste le crepe nella maggioranza, Berlusconi ha deciso di non approfittarne? Le ragioni sembrano essere due. Primo, neppure il Polo gradisce che a Cossiga venga data corda per ricostruire il Centro. Secondo: Berlusconi si è trovato di fronte all'alternativa tra sostenere la proposta D'Alema, puntando poi ad approfondire i suoi problemi con la maggioranza; oppure bocciare formalmente la proposta D'Alema, ma facendogli in realtà il favore di chiudere il discorso Mitrokhin. Berlusconi ha scelto la seconda alternativa, confermando di non desiderare che i guai del governo si aggravino oltre a un certo limite. paopass(«'tin.it LA NOTA ROMANA