Celentano, predica contro l'aborto di Alessandra Comazzi
Celentano, predica contro l'aborto La seconda puntata di «Francamente me ne infischio» con Tom Jones, Joe Cocker e Jovanolti Celentano, predica contro l'aborto Polemizza con Pelù: «Io sono d'accordo col Papa» Alessandra Comazzi Un dibattito a dot: sull'aborto, e ancor;] una volta non in un programma di informazione, o nemmeno in una fiction, ma in un varietà, cioè nella seconda puntata di «Francamente me ne infischio», l'«evento» di Raiuno firmato da Adriano Celentano. Dopo una grande «Svalutation» di coppia, Celentano ha ricordato quella volta che il collega mise un preservativo su) microfono di Mollica, per invitare i giovani ad usare gli anticoncezionali («l'ho trovato geniale»); ma soprattutto ha riesumato lo scontro che ebbero quando «Felù aveva parlato in modo irriverente del Papa», e lui reagì male. Ci fu uno scambio di battute acide tramite i giornali, anche Jovanotti e Ligabue intervennero, a favore dell'ex Liifiba, L'episodio dello scontro era quello delle suore stuprate in Bosnia, cui il Papa aveva suggerito di non abortire. Con l'appoggio di Celentano, che ha spiegato (come fa sempre anche la dottoressa Cardini di «Una donna per amico», guarda caso, sempre su Raiuno) che una vita umana è più importante di lutto, e che «dal male può nascere il bene». Applausi, ma applausi soprattutto per Polii, nella laica fabbrica accanto a Milano. Poi visioni terribili di animali sofferenti, torturati, macellati e maciullati (Jovanotti aveva appena dichiarato di essere vegetariano). E ancora esecuzioni sommarie, morti ammazzati, razzi lanciati contro popolazioni inermi, occhi sgranali di bambini dall'infanzia negata, Ancora drappi insanguinati ad inframmezzare, con il solo commento della musica vibrante sui toni bassi, la nuova, attesa puntata di «Francamente me ne infischio», «evento» autunnale di Raiuno firmato da Adriano Celentano. Ancora immagini cruente mandate in onda come flash, in mezzo a un dialogo, subilo dopo o subito prima della canzone (che può essere di Ranisti, «ma il coraggio di vivere, quello ancora non c'e»), quasi a ricordare che cosi è la vita, così è l'alternarsi di bene e di male. Ancora provocazioni («mi chiedo ehi è il cattivo tra Hamhi e Hitler»), ancora un programma lunghissimo. Sapremo oggi se ancora il pubblico ha gradito questa sorta di telegiornale in musica, come il telegiornale pieno di banalità («la cullu- ra una volta era sana, adesso è senz'anima»; «la felicità è come un seme che tu metti nella terra e con pazienza aspetti che germogli») m; anche di emozioni. Raiuno vive i programma e il suo successo corni visse (niello di Gianni Morandi: godendosi il risultato, la formula azzeccala, la promozione riuscita, i punti dishare. Diverse le ragioni del pubblico: le due trasmissioni sono assai dissimili, ma un elemento in comune ce l'hanno, Ed è il totale protagonismo di un personaggio, che prima di tutto la musica ha reso mitico. La musica, veicolo emozionale piii forte della televisione. Proprio con la musica, e come sempre infedele alle anticipazioni, Celentano ha cominciato la puntata con un brano a sorpresa: «Il conformista», una delle belle canzoni di Giorgio Gaber, lucide e disincantate e controcorrente, quelle che l'anno di lui uno dei più granili autori d'Europa, come ha riconosciuto lo stesso uè." ■■ii conduttore. Siccome le canzoni di Gaber sono tutte di parola, e «di p;irolo ce ne sono tante», Celentano ne ha sbagliate, o dimenticate, svariate. Niente di personale, sbaglia anche le proprie, lo ha beccato Roberto benigni: conoscendo a memoria «Il mondo in mi settima», a Mollica del T'gl il nostro Oscar ha ricordato che la canzone non era proprio come l'aveva cantata il suo autore la settimana scorsa. Comunque, pur sba¬ gliando qualche verso, Celentano è riuscito a mantenere lo spirito del pezzo di Gaber. Che non lascia molto spazio alle illusioni di nessuno sulla libertà di pensiero e di azione: e messo li, all'inizio del programma, prima ancora della sigla, è apparso come un manifesto programmatico. Poi è partito tutto, i ricordi (il suo recchio gruppo, di cui facevano par .e Gaber e Jannacci, Tenco, e le prime tournée, senza soldi), i raccon ti (lo zio partigiano salvato perché era il sarto del fucilatore fascista) le pause, gli impappinamenti, i bicchie ri d'acqua le considerazioni, la musica. Celentano servito da tutti, da Beldi il regista, dai «coristi» France sca Neri, Adolfo Margiotta e Massi mo Olcese, dai coautori, Miki Del Prete, Gianpiero Solari, Claudio Fasu lo. E da Diego Cugia, che alle spalle ha tanti racconti gialli e soprattutto «Alcatraz», aspro successo del «catti vismo» radiofonico. Poi J cantini.!. Iridtdìne di appari zione: Tom Jones, ex minatore dal capello molto tinto e dalla voce sempre strepitosa; Joe Cocker; Piero Pelù; Emir Kusturica con la sua band «No smoking», Paolo Rossi e, tardissi mo, Jovanotti. Condanna gli hooligans e l'eccesso di calcio in tv, parla di preservativi, mostra immagini di bambini trucidati, e animali torturati, sofferenti, macellati Adriano Celentano e Tom Jones ieri sera su Raiuno. A sinistra, Piero Pelù, che ha cantato «Svalutation» in un duetto con il Molleggiato; qui sopra, Joe Cocker, anche lui ospite di «Francamente me ne infischio»
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