Conclusa l'inchiesta suIl 'Olivetti

Conclusa l'inchiesta suIl 'Olivetti De Benedetti patteggia Conclusa l'inchiesta suIl 'Olivetti Mauro Revello IVREA Finisce con 4 patteggiamenti l'inchiesta della Procura di Ivrea sui falsi in bilancio alla Olivetti. Un'inchiesta condotta dai pm Lorenzo Fornace e Alberto Hraghin, e conclusa con la richiesta di rinvio a giudizio dell'ex presidente Carlo De Benedetti, dell'amministratore delegato Corrado Passera, del direttore amministrativo Corrado Ariaudo e del suo predecessore Franco Mai. Ieri è arrivata la sentenza del gup Emanuela Gai. Tre mesi di reclusione e 15 milioni di multa ciascuno è la pena patteggiata da De Benedetti (difeso dagli avvocati Lozzi e Giordanengo) e Passera (avvocato Allevai. Per entrambi la reclusione è stata sostituita con una pena pecuniaria di 6 milioni e 750 mila lire. Il giudice, però, ha triplicato la multa (in base ad un articolo del codice penale, che tiene conto delle condizioni economiche degli imputati), determinando quindi la pena complessiva di 51 milioni e 750 mila lire cii multa ciascuno. Ariaudo (avvocato Pisapia) ha patteggiato 2 mesi e 25 giorni e 12 milioni. Meglio e andata a Mai (avvoca':: D'Alessandro): 2 mesi e 20 giorni e 7 milioni. Anche per loro la reclusione è diventata pena pecuniaria, con il raddoppio della inulta. Dovranno cosi pagare rispettivamente 30 milioni e 375 mila e 20 milioni di multa. Tutti, infine, dovranno risarcire 100 milioni alla Olivetti e 20 a Carlo Mussa, l'azionista che si era costituito parte civile. 1 4 manager erano finiti sotto inchiesta per falso in bilancio qualitativo. Secondo i magistrati, tra il '94 e il '90 avrebbero fatto figurare come crediti ciucile che, in realtà, erano giacenze di magazzino, determinando un'indebita anticipazione della contabilizzazione dei ricavi. Soddisfatti i legali della Olivetti. «Le accuse iniziali si sono rivelate del lutto infondate. E' rimasta solo una contestazione del tutto formale di falso qualitativo, che non ha avuto alcun effetto sul risultato economico del Gruppo».