Telecom, esuberi trattabili di Roberto Ippolito

Telecom, esuberi trattabili Incontro con Cgil-Cisl-Uil che oggi potrebbero indire uno sciopero Telecom, esuberi trattabili Colaninno: forse meno di 13 mila Roberto Ippolito ROMA La cifra e; trattabile. Potranno i.'ssorc: meno eli 13 inil;i gli esuberi della Telecom Italia, li' Koberto Colaninno, l'amministratore delegato, a garantire ai sindacali che la dimensione dei tagli (nei quali sono compresi 9 mila pensionamenti non rimpiazzati) può esse re rivista. Ma la mossa distensiva (prcannunciata nei giórni scorsi nei conlatti con (di investitori) non tranquillizza la Cgil, la (lisi e la UH, incontrale ieri pomerìggio. Tanto che le tre organizzazioni continuano a parlare di «mobilitazione», chiedono un incontro al governo, sono sul piede di guerra per la definizione del piano industriale. E Oggi stesso il coordinami -lito unitario del settore delle telecomunicazioni potrebbe proclamare uno sciopero nazionale di due ore per la Telecom Italia. Del resto le segreterie di Roma e del Lazio hanno già deciso lo slato di agitazione per tutti i dipendenti della direzione generale a di quella regionale: accusano l'azienda di «comportamento inammissibile e particolarmente scorretto» e di aver avanzato «ridicole offerte economiche» a chi rinuncia al posto. V. lunedi Iti temperano un'ora i 500 dipendenti del Centro prodotti sistemi di Roma e Lazio contro l'affidamento all'esterno di attività. Si apre cosi un nuovo fronte per Colaninno i cui programmi non sono graditi dalla Borsa, sono contestati da alcuni fondi esteri, provocano qualche! malumore nel governo e non trovano il conforto dell'Autorità di garanzia delle comunicazioni. I sindacali confederali, con una nota, esprimono «netto dissenso sulle indicazioni aziendali relative alle previsioni dell'occupazione». I 13 mila esuberi sono stimati dai programmi originari di Colaninno per un recupera di efficienza e produttività Ma ai sindacati non basta che l'amministratore delegato abbia assicurato, come riferisce il segretario confederale della lJil l'aolo l'irani, che l'entità dei tagli non e un vincolo al negoziato sul piano industriale essendo soltan- to «una valutazione unilaterale dell'azienda». I sindacati imputano a Colaninno ritardi nella presentazione del piano industriali!, atteso per novembre. Por il 4 novembre è comunque in programma un incontro dedicalo alla ristrutturazione del settore informatico (la Finsiel), «Colaninno ci ha annun¬ ciato grandi cose sull'informatica» dice Giampiero Castano, segretario I-'iom. Pur vivendo giorni agitati, Colaninno si mostra sicuro di sé: in un'intervisla al settimanale Panorama afferma che nel 2002 sarà «ancora alla guida» della Telecom: «Non vedo perché non dovrei esserci». L'amministratore delegato, artefice della vittoriosa offerta pubblica di acquisto, esclu de defezioni tra i compagni di cordata, gli imprenditori bresciani: «Anche sul piano formale esiste un patto che scadrà nel 2002. l'ino a quella data nessuno vende». Un nuova smentita poi alle voci di fusione con la Montedison: «Niente Olimont. Tutti i nostri sforzi sono concentrati su Telecom». Per quanto riguarda l'avviato trasferimento della Tim dal controllo della Telecom a quello della Tecnost (il braccio operativo dell'Opa realizzata dall'Olivetti), Colaninno afferma che «da nessuna parte c'è scritto che avremmo fuso Tecnost con Telecom» e pertanto «l'operazione non e mai cambiata». Sul gruppo di telecomunicazioni interveniene anche Silvio Berlusconi, leader dell'opposizione, sollecitando il governo a disinteressarsene: «Il governo non deve intervenire. Il mercato ha già le sue regole e la Consob vigila su aziende e gruppi perché rispettino queste regole. Il governo di un paese liberale non deve intervenire». Berlusconi parla poi di «dichiarazioni contraddittorie di ministri sull'uso della golden share» (la miniquota azionaria con diritti speciali nella gestione di società privatizzate); uno strumento per lui da non utilizzare. II presidente e amministratore delegato di Telecom Roberto Colaninno

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