Comincia con una sportiva la corsa ai mercati europei
Comincia con una sportiva la corsa ai mercati europei La Celica numero 7 antipasto delle voglie della Toyota Comincia con una sportiva la corsa ai mercati europei Alberto Bellucci FIUGGI (Munta ormai alla sua settima generazione in poco meno di treiit'anni di vita, la Toyota Celica è diventata pian piano una vera e propria icona nel settore dei coupé di taglia media, grazie anche alle molte vittorie conquistate nel mondo delle competizioni e, in particolare, nei rally. «Dal 1970 a oggi - dico José Diaz Ruiz, vicepresidente per l'Europa della marca nipponica - abbiamo venduto oltre 325 mila Celica su mercati del Vecchio Continente e molte di queste sono tuttora in uso...». Per inciso, in Gran Bretagna esistono ancora una dozzina di Celica '70, di cui un paio almeno con oltre mezzo milione di chilometri sulla groppa. Ma si sa che generalmente gli automobilisti inglesi curano le loro vetture come nessuno. In Italia la Celica - come d'altronde tutte le altre macchine macie in Japan - è giunta relativamente tardi rispetto al resto d'Europa e solo con la sesta generazione, caratterizzata dai quattro fari leggermente ovali, ha cominciato a farsi conoscere davvero. «Ma con la nuova - afferma Massimo Nordio, direttore commerciale per l'Italia puntiamo molto più in alto: vogliamo venderne almeno 200 unità al mese, 2400 cioè già nel primo anno di commercializzazione». D'altra parte, i nuovi programmi varati dalla Toyota per ia conquista dei mercati europei (dove finora è stata la numero 2 nipponica, dietro la Nissan) sono a dir poco aggressivi. «Da qui alla fine dell'anno prossimo afferma Diaz Ruiz - vogliamo lanciare dieci nuovi modelli Toyota più altri quattro della Lexus, il nostro marchio di lusso, e raggiungere così il nostro obiettivo programmato di 800 mila auto vendute in dodici mesi...». Oliasi una goccia nel mare di un programma così invasivo, la nuova Celica si presenta dunque senza neppure eccessive ambizioni. Anche perché quello dei coupé di dimensioni medie non è proprio il settore più ricco dei «2 + 2» nel Vecchio Continente, dove oggi a «tirare» sono soprattutto le taglie più piccole. E forse proprio per questo motivo, la Celica poi Mark poi VII è stata accorciata di ben 9 centimetri rispetto alla precedente (ora è lunga 4,33 m), «... ma senza alcun sacrificio per i passeggeri - si affrettano a precisare in Toyota - che anzi godono di un'abitabilità maggiore...». Il che vuol dire che gli «abitanti» della precedente versione dovevano stare piuttosto sacrificati, considerato il poco spazio attuai mente a disposizione soprattutto per chi sale dietro. Per non parlare poi delle finiture modeste per un'auto di questa classe (la plancia è tutta rigida). Equipaggiata con un unico motore plurivalvole di 1800 ce con distribuzione a fasatura variabile (146 Cv a 6400/min e 170 Nm a 4200 giri), capace di offrire prestazioni piuttosto brillanti (205 km/h e 8.7 sec. per passare da 0 a 100 l'ora) ma senza «esagerare» nel consumo (7,7 litri per 100 km è quello combinato), la nuova Celica è offerta sul nostro mercato in una sola versione volutamente ricca nelle dotazioni. Dal cambio a sei marce (le prime cinque sono «corte» e solo la sesta è adatta all'autostrada) alle ruote in lega, dai quattro airbag all'Abs + Ebd, dal clhi.it izzatore automatico allo stereo con caricatore ed, tutto è compreso nel prezzo di 41 milioni 350 mila lire. A richiesta non restano che il tetto apribile elettricamente ( 1,4 milioni) e la «solita» vernice metallizzata (altre 750 mila lire). «In Europa ne vogliamo vendere 20 mila l'anno», dicono in Toyota, ammiccando con un occhio già di natura socchiuso... La Toyota Celica ha un motore 2 litri, scarso lo spazio dietro
Persone citate: Alberto Bellucci, Diaz Ruiz, José Diaz Ruiz, Massimo Nordio
Luoghi citati: Europa, Fiuggi, Gran Bretagna, Italia, Vecchio Continente
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