Santoro supera il capitano Strogoff ma i brutti anatroccoli battono tutti

Santoro supera il capitano Strogoff ma i brutti anatroccoli battono tutti Santoro supera il capitano Strogoff ma i brutti anatroccoli battono tutti MA non doveva essere l'anno della fiction? Mediaset ha presentato la nuova stagione almeno 16 o 17 volte, vantando tutte le novità e criticando la Rai che invece fa i seguiti. Di «Commesse», del «Medico in famiglia». Mentre lei, Mediaset, presenta anche grandi e nuove produzioni kolossal. Tra cui Michele Strogoff: ma l'avventura non avvince più come una volta, signora mia. E chi legge Giulio Verne, da cui lo sceneggiato è tratto, lo legge. Senza desiderare vederlo tradotto per immagini per la quinta volta, dal 1926 ai giorni nostri. Se non lo legge, non gli interessa nemmeno la sua versione televisiva. Che cosa può fare un povero capitano dello zar contro le avventure che si vedono al cinema? La fantascienza, gli effetti speciali, le guerre stellari o di Spielberg? Il successo di «Commesse», «Una donna per amico», «Un medico in famiglia», ma anche «Ultimo», e adesso «Non lasciamoci più» dimostrano per altro che i telespettatori, sempre più diffidenti e inamovibili nei confronti dell'informazione, si aspettano dagli sceI neggiati le indicazioni sulla vita I del Paese reale. Magari con gli Alessandra Comazzi ingredienti amalgamati in salsa favolistica, i buoni contro i cattivi e tanta sofferenza ma anche tanta virtù: significativo che «Beautiful» continui a fare sfracelli, anche se non è più estate; e che la replica dell'ultima puntata di Incantesimo su Raidue sia stata più seguita della prima di Strogoff, 4 milioni 229 mila spettatori contro 3 milioni 751 mila. Ma più di tutti è piaciuto, su Italia 1, Il brutto anatroccolo, dove uno entra brutto ed esce bello, e il pubblico gradisce perché essere belli vuol dire essere buoni, come dicevano i Greci, che han già sempre detto tutto. Per Marco Balestri e Amanda Lear 4 milioni 792 mila spettatori. E poi c'era il ritorno di Santoro alla Rai, nella fattispecie su Raiuno, con Circus, oltre 4 milioni di spettatori, sempre più del soldato russo. Intanto il look: come altri presentatori suoi colleghi, Fabio Fazio, Michele Cucuzza, va in controtendenza rispetto alla moda del capello cortissimo, e si fa crescere le chiome. Poi il titolo e la scenografia, una significativa, forse sarcastica, resa al concetto attuale di televisione, il grande circo che fa ridere e che fa piangere, che mescola i numeri, che contamina la realtà con l'illusione. Poi il programma, dove non c'era D'Alema (come ripeteva Santoro, alludendo a Vespa che ha ospitato nella prima puntata un beneaugurante presidente del Consiglio), bensì Ù segretario alla protezione civile Bàrberi, Emma Bonino, il presidente della Caritas, alcune parlamentari, ma anche molta «gente comune» che in Kosovo c'è stata. Il tema del primo «Circus» per ora mensile, era dunque la polemica sui saccheggi nei campi di Valona e, più in generale il volontariato. Un tema che è stato moltissùno approfondito, ma che non era di scottante attualità, ci si aspettava piuttosto ii dossier delle spie. Ma questo deve essere im altro segnale da parte di Santoro, che ha preferito non buttare via il materiale preparato per improvvisare tre ore di diretta su una materia delicatissima. Di cui non avremmo comunque capito niente, tra accuse e controaccuse preconfezionate. Mentre un'idea sul volontariato e sul suo sfruttamento gli spettatori hanno potuto farsela. tatoj

Luoghi citati: Incantesimo, Italia, Kosovo