Lavia: un anno vissuto spericolatamente di Osvaldo Guerrieri
Lavia: un anno vissuto spericolatamente Oggi lo Stabile di Torino inaugura la stagione con «Le affinità elettive» di Goethe Lavia: un anno vissuto spericolatamente «Il mio Molière oltre ogni limite» Osvaldo Guerrieri TORINO Forza, si ricomincia. Oggi pomerigj'io, oro 17,30 al Cartonano, il Teatro Stabile inaugura la nuova stagione di prosa con «Le affinità elettive» messe in senna da Matti io T'arasco e interpretate dalla Compagnia stabile cirri Laboratorio. Quella odierna è la prima di dieci recite consecutivo che, senza sacrificare una sola riga del grande romanzo amoroso di Goethe, celebreranno i 250 anni della nascita dello scrittore che, più d'ogni altro, ha saputo fondere scienza e poesia, forza degli clementi e forza dei sentimenti. A differenza degli altri classici affrontati in passato, «Li! affinila elettive» avi anno tutte le caratteristiche dello spettacolo, e non della semplice lettura, magari vivacizzata da qualche azione teatrali;. Infatti lo scenografo Carmelo Giammollo ha preparato per T'arasco un ambiente lacustre. In questa cornice il quartetto costituto da Carlotta e dal marito Edoardo, da Ottilia e dal fidanzato Capitano, si scompone e si ricomponi; spezzando i tradizionali nessi del matrimonio. Nel le acque del lago morirà il bambino concepito da Carlotta e da Edoardo in un attimo di debolezza sensuale. Fatto straordinario: il bambino non somiglia ai genitori naturali, ma ai loro rispettivi amanti. «!•;' un impegno enorme», dice Gabriele Lavia da Roma, dove è impegnato nelle reciti; di «Una donna mite» con Harbora Hobulova «E' una bellissima forma di spettacolo a puntate nella (piale ci stiamo perfezionando. Un'ottima apertura di cartellone». Un cartellone diverso dai soliti. Per la prima volta vediamo lo Stabile lavorare con altri gruppi: Teatro Settimo, Teatro dell'Angolo. «E1 vero, quest'anno avviamo il laboratorio lavorando con compagnie che appartengono al nostro territorio. L" possibile che, in lutino, la collaborazione avvenga con gruppi di altri territori o addirittura stranieri. Stiamo già facendo passi in questa direzio¬ ne. Ma concludere non dipende solo da me. Ricordiamoci che, secondo la nuova circolare ministeriale, entro gennaio dovremo presentare un programma triennale». Dalla collaborazione nascerà il ciclo dedicato alla tragedia greca. Cinque spettacoli, un festival. «Già, un vero e proprio festival. Nasce dall'accordo biennale che abbiamo stipulato con l'Istituto del Dramma antico di Siracusa, dove a maggio rappresenterò "Edipo re" di Sofocle». Quindi quest'anno non lo vedremo a Torino. «Potremmo anche vederlo, magari sotto forma di prove aperte, se si troverà lo spazio adatto. Certo l'Edipo non potrà andare al Carignano». L'altra grande produzione sarà «Il misantropo» di Molière, atteso a febbraio. «E' uno di quei guai in cui può infilarsi un regista. E' vertiginosamente difficile. Viaggio portandomi dietro il testo, per studiarlo. interrogarlo». Si sente dire che sarà un «Misantropo» avveniristico. «Avveniristico? No. Forse un po' strano». Strano come? «So ancora poco. Ho davanti a me due strade. Una è fascinosissima, fatta di proiezioni, riprese, circuiti, satelliti. Sto lavorando con un tecnico di Torino che, ho scoperto, è entrato nel Guinness dei primati per aver realizzato la proiezione più grande del mondo. Mi piacerebbe riuscisse a creare una proiezione su un grande specchio. Ma non se si potrà fare. Non so quanto costerà». E il personaggio femminile. Celimene? Si diceva cercasse un'attrice adolescente. «Ho fatto centinaia di provini. Inutilmente. Alla fine ho trovato Valeria Milillo che, oltre ad essere una brava attrice, ha la fortuna di sembrare adolescente. E poi mi dà quella garanzia di esperienza indispensabile in un personaggio cosi complesso. Celimene sarà lei. La Compagnia Stabile del Laboratorio interpreta «Lo affinità elettive»
Persone citate: Carmelo Giammollo, Gabriele Lavia, Goethe, Goethe Lavia, Valeria Milillo
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