Anche la poesia si può riparare con le ricette irlandesi di Heaney di Claudio Gorlier
Anche la poesia si può riparare con le ricette irlandesi di Heaney UN LIBRO AL GSORNO Anche la poesia si può riparare con le ricette irlandesi di Heaney Claudio Gorlier 1 Icancv PREGNANTE e a suo modo enigmatico, il titolo La ripara zione della poesia di questa nuova raccolta di saggi di Seamus Heaney, premio Nobel e uno dei maggiori poeti viventi, non soltanto di lingua inglese. Nell'acuta prefazione al libro, Massimo Bacigalupo rammenta che l'italiano «riparazione» cerca di rendere il gioco di parole (redress) dell'originale, ove si fondono due spunti teorici: l'idea del «risollevare» e quella del «ricondurre sulla via giusta, appropriata». Ecco allora Heaney, che è saggista raffinato e sottile non meno che creativo, in dieci lezioni tenute dalla prestigiosa, quasi leggendaria, cattedra di poesia di Oxford, fare il punto sulla poesia in termini di principio ma anche di analisi critica diretta dei testi. La poesia, ammonisce Heaney, va ristabilita e dunque, se si vuole, «riparata» nel suo significato autonomo, va difesa, e la sua libertà esclude ogni finalizzazione e ogni sudditanza. Ma la linea di forza del libro, che lo percorre dall'introduzione alle pagine conclusive, scaturisce dal principio più volte riaffermato da Heaney della «frontiera della scrittura», il confine tra la vita vissuta e la vita dell'immaginario, del fantastico; dato di fatto essenziale per un poeta lucidamente visionario qua) è Heaney, singolare inventore di immagini, di simboli, di metafore sempre radicate nella realtà naturale e insieme nel mito. In questo senso, mi affido proprio alla chiusa dell'ultima le/ione, quando Heaney cita una sua poesia del '91, contenuta in Veder cose, ove si riprende una leggenda medievale, la storia dei monaci in preghiera che d'improvviso vedono «sopra di loro, in aria, una nave». La poesia è realtà concreta o anche visione, persino magia, miracolò? La poesia, sotto questo profilo, è sonorità, musica, ma non soltanto questo. Al di là dei due saggi teorici. Heaney SeamuLa riparazionFazi E262 pagine Heaney e della poesia itore 30 mila lire affronta negli altri otto una serie di poeti non tutti noti al pubblici' taliano ma non per questo meno cruciali. In un arco che va dal Cinquecento al nostro scix,»u, 11°»ney punta con forza su Geor» Herbert, il grande poeta metafisico seicentesco in cui visione, concet tualità, trascendenza e invenzione verbale si fondono, per approdare nel Novecento sull'americano Wallace Stevens, poeta inventivamente concettuale e saggista di singolari' lucidità. Nel poemetto seicentesco Ero e Leandro di Christopher Marlowe l'uenergia sovversiva» dall'autore riplasma le sollecitazioni di una straordinaria storia d'amo re. Teniamo bene a mente, comunque, che Heaney è irlandese cattolico, nato e cresciuto nell'Ulster e divenuto poi cittadino dell'Eire Una bella rivinc',a. per lui, saliti1 sulla cattedra di poesia di Oxford, speci:'si'si considera che, pur non essendo un militante, egli si è trovato sempre vicino a posizioni nazionalistiche. In questo volume intere parti riguardano una simile identità culturale, più che politica in senso stretto. Lo spazio dedicato a poeti che scrivono in gaelico o, come Hugh MacDiarmid, in scozzese, testimonia di un rapporto privilegiato. Ma, a costo di riprendere quello che sta diventando un luogo comuni', è la supposta marginalità della cultura irlandese a diventare una forza, a rendere possibile da un lato il recupero di valori ancestrali, dall'altro l'acquisizione di unii prospet tiva diversa, più mossa e più libera di quella inglese. Oliando Heaney trovii in Marlowe soluzioni prejoyciane si servo di una simile prospettiva e al tempo stesso si ricollega a uno dei suoi modelli prediletti. Così diventa possibile - e tale mi sembra essere il messaggio che Heaney affida alle ultime pagine del suo non facile libro -, autentica sfida al lettore, «conciliare due ordini di conoscenza che potremmo chiamare pratica e poetica». li 1 Icancv li Seamus Heaney La riparazione della poesia Fazi Editore 262 pagine. 30 mila lire
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