Bnl non dichiara la guerra
Bnl non dichiara la guerra Dopo l'intesa Sanpaololmi-Generali. Efibanca alla Popolare Lodi Bnl non dichiara la guerra «Ma siamo pronti a far valere i nostri diritti» MILANO «Bnl intende valorizzare al meglio i propri asset nell'interèsse della banca e di tutti i suoi azionisti». Lo afferma la nota dell'istituto romano al termine i Iella riunione del consigliò, convocato d'urgenza dai vertici all'indomani della pace tra Sanpaolo e Generali che prevede il passaggio al gruppo di T'orino del 01% sia di Banconapoli die di Uni Vita, due assel. partecipati da Bnl al 49% e sui quali esiste tra Bnl e Ina un diritto di prelazione reciproco. La nota prosegue spiegando che il consiglio «ha riesaminato e riaffermato i diritto di Bnl per gli aspetti giuridici, economici e strategici» e chiude ricordando che la valorizzazione dei propri asset e coerente con il «prospetto informativo stilla privatizzazione» dell'istituto e con i «per¬ corsi utili a salvaguardare e sostanziare le possibilità di sviluppo, l'identità e il valore del gruppo Bnl, a vantaggio della competitivita del mercato». Nela stessa riunione il consiglio ha scelto l'offerta della Popolare di Lodi per la cesione dell84% di Efibanca Insomma Bnl aspetta a vedere cosa succederà, pronta a far valere i propri diritti. Una posizione sulla quale si sarebbero trovati d'accordo i grandi azionisti, dallo spagnolo Bilbao alla Popolare Vicentina e all'Ina. Anche se nessuno ha voluto rilasciare dichiarazioni e il presidente Luigi Abete si è limitato a osservare che «è stata una fase di ricognizione serena e puntuale». E' tuttavia cosa ben nota che due dei grandi azionisti di Bnl perseguono a loro volta disegni precisi: gli spagnoli una possibile alleanza con Unicredit che potrebbe passare proprio attraverso Bnl, i vicentini la concpjista del Mediocredito Centrale e quindi del Banco di Sicilia, a favore della quale potrebbero calare la carte della loro presenza in Bnl per cederla 0 per decidere di tenersela (se il Tesoro a sua volta scartasse la loro proposta per il Medicredito). Quanto all'Ina, soggetta all'Opas Generali, non può fare nulla se non aspettare il verdetto del Tar del Lazio sul ricorso contro la passivity rule.che dovrebbe arrivare intorno al venti di questo mese. Mentre le vittoriose Generali fanno sapere, attraverso la relazione dei consiglio depositata inBorsa, che la proposta di offrire agli azionisti Ina 140 titoli della compagnia triestina e 1660 euro ogni duemila titoli Ina offerti all'Opas, nasce dalla «valutazione compa¬ rata delle imprese in oggetto». Intanto piazza Affari rimanda per il secondo giorno consecutivo tutti i titoli coinvolti nel tormentone al ribasso. La «perdente» Ina lascia sul parterre il 2,34%, ma le «invincibili» Generali arretrano del 2,47% mentre il Sanpaolo Imi, protagonista dell'accordo con i triestini, contiene il ribasso in un meno 1,21%. I due istituti oggetto di scambio, Bnl e Banco di Napoli calano rispettivamente del 2,3% e dell'1,39%. Non va meglio per Unicredit, «aspirante» alla mano di Bnl: retrocede del 2,05% e un mezzo punto ce lo ri inette perfino il Bilbao. In controtendenza ni settore credito Banca Intesa, unica stella brillante che guadagna il 2,28% e che, a ben vedere, è forse la vera vincitrice morale di questo duello finito in accordo, [v.s.]
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