Amato: «Niente sgravi nel '99 Il gettito extra è per il deficit» di Stefano Lepri

Amato: «Niente sgravi nel '99 Il gettito extra è per il deficit» Amato: «Niente sgravi nel '99 Il gettito extra è per il deficit» Stefano Lepri ROMA Andare incontro alla Cisl sulle tasse non si può. Il ministro del Tesoro Amato è intervenuto per bloccare chi nella maggioranza - specie i popolari voleva anticipare gli sgravi fiscali a fine anno per evitare che il sindacato di D'Antoni scendesse in piazza il 20 novembre. Il comunicato del Tesoro ovviamente non fa nomi; afferma solo che «in base a una specifica norma contenuta nella legge finanziaria 1999, l'eventuale maggiore gettito fiscale registrato in corso d'anno deve essere interamente utilizzato per la riduzione del disavanzo». Altrettanto ovviamente, a D'Antoni sono fischiate le orecchie. «Nel Patto di Natale - ha subito ribattuto il leader della Cisl - c'è scritto che quanto ricavato dalla lotta all'evasione fiscale deve essere restituito alle famiglie e non destinato alla riduzione del disavanzo. Cambiare idea, come fa Amato, è legittimo ma è una lesione dell'accordo». Secondo il governo, invece, il patto sociale di Natale non portava date, e in ogni caso non avrebbe potuto modificare una legge dello Stato. «È vero che non era precisato né il quando né il quanto ha ammesso più tardi D'Antoni - ma nell'ambito della logica dell'accordo sarebbe stata necessaria una discussione». Amato ricorda che il governo italiano, nel momento in cui ha ottenuto dall'Europa la controversa deroga che permetteva un deficit massimo del 2,4% (rispetto al prodotto interno lordo) «si è impegnato a compiere ogni sforzo per rimanere al di sotto di tale limite». Perciò, anche se il ragioniere generale dello Stato Andrea Monoichio è ottimista sui conti («al momento siamo tranquillamente sotto il 2,4%» ha detto ieri) non c'è nessuno spazio di manovra. Le spese degli enti locali, che il Tesoro non può impedire e che potrebbero eccedere i limiti del «patto di stabilità interno», lasceranno nel dubbio fino all'ultimo. Sono stati Amato e il ministro delle Finanze Visco, del resto, a frenare D'Alema che agli sgravi da fine '99 era stato disponibile. «E' vero che nessun membro del governo ha mai promesso esplicitamente una riduzione della pressione fiscale già nel 1999 - riconosce Adriano Musi, segretario confederale Uil - ma è anche vero che noi ci speravamo» come moneta di scambio in un successivo negoziato. Amato, a guardar bene, non ha pronunciato un no assoluto, ha detto «no, per ora»; Guglielmo Epifani, numero due della Cgil, chiede «una parola conclusiva di chiarezza per non aumentare confusioni e incertezze»: siano presentati subito gli emendamenti alla legge finan¬ ziaria che determinano gli sgravi fiscali alle famiglie per il 2000. Se la Cisl resta in rotta di collisione, tanto più sarà difficile per il governo accelerare i tempi del negoziato sullo Stato sociale, in cui al momento giusto dovrebbero entrare anche misure per le pensioni. La Confindustria ha nuovamente incitato a non demordere. L'ipotesi principale di intervento sulla previdenza resta quella del «prò rata»: ossia applicare il «calcolo contributivo» introdotto dalla riforma Dini, solo per gli anni futuri, anche ai lavoratori (circa 3 milioni su 11 milioni di lavoratori dipendenti) che allora ne furono esclusi perché avevano più di 18 anni di anzianità. Attorno al prò rata si va lentamente costruendo il consenso politico: è previsto dal documento congressuale dei Democratici di sinistra; ieri dopo una «discussione sofferta» è stato approvato dal direttivo Cgil della regione industriale per eccellenza, la Lombardia. Per le pensioni di commercianti e artigiani saranno necessarie anche altre misure. Ieri il presidente della Confesercenti, Marco Venturi, ha rilanciato la sua proposta di un bonus, ossia di un premio di 2-300.000 lire al mese a chi potrebbe chiedere il pensionamento per anzianità e non lo fa: darebbe «1700 miliardi di risparmio». Ma i tecnici governativi - anche al ministero del Lavoro, che pure era apparso più disponibile - sono sempre più scettici.

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