Il killer di Firenze; ho ucciso Basile di Lirio Abbate

Il killer di Firenze; ho ucciso Basile Ha confessato uno dei palermitani arrestati per l'omicidio del panettiere Il killer di Firenze; ho ucciso Basile Luce sul delitto delfunzkmario della Regione Sicilia Lirio Abbate PALERMO Per assassinare il funzionario regionale Filippo basile, il pregiudicato Ignazio Gi liberti avrebbe incassato 10 milioni. Questa somma sarebbe stata pagata al killer da un altro funzionario regionale, Nino Deliri Sprio, 56 anni, arrestalo ieri mattina a Palermo con l'accusa di avere commissionato un altro omicidio, quello di Antonino Lojacono, assassinato a Firenze martedì mattina. Ilj'accuse del pregiudicato fatto ieri pomeriggio ai pin della Ddn di Palermo apre un nuovo scenario sulle vicende palermitane. Giliberti, originario di Falsomielc, borgata palermitana, conosciuto dagli investigatori per aver commesso piccoli reati, ha confessato di aver ucciso per la prima volta a Palermo nel 1974. Da allora ha proseguito con questo incarico, eseguendo numerosi agguati, facendo attenzione allo stesso tempo alle vendette dei boss mafiosi che non avrebbero gradito il ruolo di «giustiziere». Giliberti ha raccontato di essere stato contattato lo scorso mese di giugno da Nino Sprio, il (piale gli ha messo in mano una busta con 10 milioni in contanti e il nome di Filippo Basile. Il questore di Palermo, Antonio Manganelli, in procinto di assumere il nuovo incarico di questore a Napoli spiega: «Sprio era entrato nelle indagini per vari motivi, era anche tra i dipendenti regionali licen¬ ziati in seguito al lavoro ispettivo di Basile. Il suo cellulare era stato chiamato da altri telefoni sensibili subito dopo l'uccisione del funzionario. La squadra mobile diretta da Guido Marino aveva cosi potuto ricostruire una rete di relazioni, ma non era in possesso dei contenuti delle telefonate scambiate a caldo, subito prima e subito dopo i'uccisione di Basile». Il «giustiziere» non avrebbe chiesto spiegazioni a Sprio dopo la commissione dell'omicidio e si sarebbe messo sulle tracce del funzionario regionale, decidendo di agire il 5 luglio. Aveva iniziato a «collaborare» con la polizia subito dopo il suo fermo all'aeroporto di Pisa, poche ore dopo l'omicidio Lo Iacono. Le prove schiaccianti che hanno prodotto gli investigatori palermitani lo hanno indotto a raccontare tutto. Da qui la confessione di avere ucciso il funzionario regionale. Filippo Basile, 38 anni, dirigente amministrativo dell'assessorato Agricoltura e Foreste, venne trovato ucciso all'interno della sua auto parcheggiata a poca distanza dall'assessorato. Venne ritrovato seduto al posto di guida, col capo reclino sul volante. Il killer lo aveva centrato alla testa con tre colpi di pistola, esplosi attraverso il fine- strino abbassato. Gli investigatori accertarono che la gomma anteriore destra era stata tagliata. Una tecnica analoga all'agguato di Firenze nei confronti di Antonio Lojacono. Il dirigente dell'ufficio del personale, Filippo Basile, sposato e con figli, aveva modificato l'organizzazione del lavoro. I colleghi lo descrivono come un «funzionario integerrimo, meticoloso, efficente, indipendente ed estraneo ai circoli politici». Una delle piste è proprio quella legata all'attività di vigilanza sul personale dell'assessorato svolta dal funzionario. Nei due omicidi di Palermo e Firenze il killer ha bucato una ruota delle auto delle vittime in modo da trattenerle. In entrambi i casi è stata utilizzata una pistola munita di silenziatore.

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