«Israele può fidarsi dell'Europa» di Aldo Cazzullo

«Israele può fidarsi dell'Europa» Il Presidente conclude la visita a Gerusalemme: le nostre democrazie sono salde «Israele può fidarsi dell'Europa» Ciampi dopo il caso Haider Aldo Cazzullo inviato a GERUSALEMME «Va ben compresa la particolare sensibilità di Israele» per l'avanzata dell'estrema destra di Haider in Austria, i segnali del risorgere di sentimenti antisemiti, e «per tutto ciò che può ricordare, sia pure infondatamente, certi terribili temi del passato». Ma Israele «non deve nutrire dubbi sulla democrazia in Europa e su quello che rappresentano le forze politiche europee, comprese quelle di destra)1; perché «l'Europa non deve dare dimostrazioni di democrazia e di rispetto della dignità e dei diritti dell'uomo». Cosi, conversando con i giornalisti, Carlo Azeglio Ciampi ha chiuso la prima visita ufficiale di un presidente della Repubblica in Israele. Parole che intendono rassicurare le autorità dello Stato ebraico, che a più riprese in questi giorni, per bocca del ministro degli Esteri Levy e del presidente Weizman, si sono dette pronti alla rottura con Vienna qualora Haider entrasse nel governo. Ma che mirano anche a ribadire l'essenza del «grande disegno» che il Quirinale offre agli israeliani (e ai palestinesi): un ancoraggio al Mediterraneo, un legame con il sistema economico e politico dell'Europa. «La pace europea di cui noi parliamo - ha aggiunto Ciampi - è la pace di coloro che vogliono che i diritti dell'uomo si affermino anche là dove non sono ancora rispettati. Questo è un punto su cui non possono esserci dubbi». Dei principi democratici e dei diritti dell'uomo partecipano in Europa anche le forze di destra, è il pensiero del presidente. Che in questi giorni si è trovato a dare rassicurazioni a timori più o meno fondati; come quando un deputato del Likud gli ha espresso la propria preoccupazione per gli slogan razzisti dei tifosi della Lazio, e Ciampi ha dovuto pazientemente spiegargli che dietro certi orrendi striscioni non c'è di sicuro un'elaborazione politica. Per il presidente sono stati «tre giorni di grande interesse e di grande emozione personale». E anche l'occasione per segnare una discontinuità nella politica mediorientale italiana. Ciampi non ha rinnegato la tradizionale amicizia con i palestinesi e gli arabi in generale. Anzi, ha promesso ad Arafat l'impegno di Roma per lo sviluppo economico della regione. Ma ha fatto chiaramente intendere agli israeliani che legami preferenziali non hanno più senso, in un'area che si avvia verso la pace e verso l'integrazione con l'Europa. Una nuova linea che i giornali locali hanno dimostrato di apprezzare. «Ha'aretz» titola su una frase centrale del discorso di Ciampi alla Knesset; «Israeliani, fidatevi dell'Europa». Ma, al pari di «Yediot Ahronot» e «Maariv», riprende anche una curiosa polemica tra Barak, che, in ritardo, aveva chiesto di essere atteso per qualche minuto, e il presidente del Parlamento, il suo rivale Burg, che, d'accordo con Weizman, ha iniziato la cerimonia, costringendo il premier a guadagnare trafela- to il suo scranno a microfoni aperti. «Il futuro dell'Europa è qui», ha ripetuto ieri Ciampi a Shimon Peres, con cui ha conversato per un'ora. Lo storico leader laborista, ora ministro per la Cooperazione regionale e fautore da sempre del dialogo tra Israele e Ue, sarà uno degli alleati del presidente nel perseguire il «grande disegno». Ciampi ne riparlerà presto anche con Weizman, che ha invitato a Roma. Prima di rientrare in Italia, ha visitato la fortezza di Masada e il Santo Sepolcro: «Arrivo qui come pellegrino a pregare, auspicando la pace per questa terra», ha detto ricevendo dal custode di Terrasanta, il padre francescano Giovanni Battistelli, la Medaglia del pellegrino, che porterà dal Papa martedì prossimo, in occasione dèlia visita in Vaticano. L'altro ieri sera, dopo il ricevimento all'hotel King David, Ciampi si era recato al Muro del Pianto. Memore dell'incidente accorso due anni fa a Jacques Chirac (il presidente francese litigò con la scorta israeliana che voleva impedirgli contatti con gli arabi e i turisti francesi), Ciampi ha badato a che le sue visite alla città vecchia avessero forma strettamente privata. Il presidente della Repubblica Ciampi con la moglie ieri a Gerusalemme