Narcotraffico, edilizia e affari: 20 anni di trame di Paolo Colonnello

Narcotraffico, edilizia e affari: 20 anni di trame UN «INVESTIMENTO» FINITO IN CARCERE Narcotraffico, edilizia e affari: 20 anni di trame personaggio Paolo Colonnello MILANO EB l'affare del secolo!». In ™ un'intercettazione telefonica del 1998, Flavio Carboni, vecchio eroe delle cronache giudiziarie, e Pasquale Centore, detto «il dottore», ex sindaco democristiano del Napoletano divenuto importante trafficante di cocaina, disegnano scenari per il futuro del turismo in Sardegna. Dopo aver reinvestito, secondo le accuse, i proventi dei traffici di droga in un villaggio di lusso in Costa Smeralda (lo «Smeralda Village») e in diversi immobili sparsi tra Roma e Milano, hanno messo gli occhi sulla Costa Turchese, sempre nella zona di Olbia, dove i due immaginano la costruzione di nuovi complessi alberghieri e il riciclag gio di altre vagonate di dollari. Peccato che quei terreni, come risulta dagli atti della monumentale inchiesta che ieri ha portato in carcere Carboni e nel febbraio scorso ha fatto arrestare Centore (divenuto il mese dopo un «pentito»), appartengano alla Edilnord di Paolo Berlusconi e da anni siano al centro di un lungo braccio di ferro burocratico con gli enti locali. In che modo Carboni e Centore ipotizzano una speculazione edilizia su terreni non loro? E' uno dei misteri che gli inquirenti della procura milanese e della Divisione investigazioni antimafia stanno cercando di accertare, passando sotto la lente d'ingrandimento le migliaia di documenti sequestrati ieri. Di certo Paolo Berlusconi non figura nella lista degli indagati e ieri, durante una conferenza stampa, gli investigatori hanno decisamente smentito che il gruppo Fininvest abbia avuto un ruolo in questa gigantesca vicenda di riciclaggio di narcodollari. La Fininvest in un comunicato «ha preso atto» e ribadito «la propria estraneità». Ma è anche un fatto che nei verbali di Centore e in diverse intercettazioni non solo il nome dell'imprenditore vie- ne fattopiù volte, ma soprattutto viene tirato in ballo Romano Comincioli, ex consulente Fininvest ed ex proconsole di Forza Italia in Sardegna e già inquisito da Mani pulite per una storia di false fatturazioni con Publitalia. Del resto lo stesso Carboni, sentito come teste durante l'inchiesta su Publitalia, descrisse alla procura milanese Comincioli come un collaboratore di Silvio Berlusconi per operazioni immobiliari nell'isola, in particolare per l'abortito progetto «Olbia due», dove Comincioli, ex compagno di scuola di Carboni, svolse il ruolo d'intermediatore. Anzi, fu proprio per questa storia, finita poi agli atti del processo Ambrosiano, che di Comincioli iniziarono ad occuparsi, a cavallo tra gli Anni Settanta e Ottanta, anche gli uomini dell'Antimafia, che in un rapporto dell'epoca lo indicarono come amministratore unico di alcune società sarde, tra cui la «Prato Verde spa», infiltrata, attraverso altri giri societari, da mafiosi di rango: la stessa impresa che secondo le più recenti risultanze investigative si sarebbe trasformata nel tempo in «Smeralda '94», la società utilizzata da Carboni e Centore per costruire, con i soldi del narcotraffico, il villaggio sequestrato ieri in Sardegna. 1 due, Carboni e Comincioli, sono talmente amici che nelle carte della nuova inchiesta si parla anche di un loro viaggio in Sudan, assieme ad altri «importanti fun- zionari Fininvest», alla ricerca di nuovi affari. Viaggio, risulterebbe dai visti d'ingresso del Paese africano, cui avrebbe partecipato anche il narcotrafficante Centore, arrestato nel febbraio scorso in un appartamento a Milano 3. Ma nel 1998, quando Carboni e Centoro ipotizzano i nuovi investimenti edilizi, non sanno che la nuova operazione è già nel mirino degli inquirenti e costituirà quello che nel palazzo di giustizia milanese viene; adesso considerato «il terzo tempo» di questa inchiesta. Un «terzo tempo» che si gioca su un campo fangoso, dove a tratti riemergono storie e rapporti di un passato che sembrava sepolto. Non è un caso che nelle 2.17B pagine dell'ordinanza firmata dal giudice delle indagini preliminari Maurizio Grigo, oltre a scritture nettari li, rogiti, ipoteche e distinte bancarie, siano stati acquisiti anche gli atti di vecchie; inchieste che avevano visto come protagonista l'ex piduista Flavio Carboni: da quella sulla morte del banchiere dell'Ambrosiano Roberto Calvi a quella sul tentato ornici dio di Roberto Rosone, ex vicepresidente della banca milanese, per continuare; con le indagini sulla «banda della Mugliami», con la quale Carboni, negli Anni Ottanta, ebbe molteplici contatti. I pubblici ministeri, infine, intendono chiedere ora l'acquisizione dei verbali di Stefania Ariosto, la teste «omega» dell'inchiesta Toghe sporche, che tra le tante cose parlò anche dei rapporti tra Carboni e; Berlusconi. Il villaggio vacanze era previsto su un terreno di proprietà di Paolo Berlusconi LA «CARTA D'IDENTITÀ» j IL PERSONAGGIO. Flavio Carboni, 66 anni, di Torralba (Sossari). CATTIVITÀ'. Noto «faccendiere», dall'inizio degli anni Settanta è al centro di iniziative finanziarie e imprenditoriali sfociate in diverse giudiziarie. Con amicizie «potenti» nel mondo della finanza, dell'editoria, e dell'industria ha operato con alterno successo sopralutto nel seriore immobiliare e in quello editoriale. J LE ACCUSE. E' stato più volte arrestato e coinvolto in inchieste giudiziarie per truffa, favoreggiamento, armi, stupefacenti, falso, ricettazione e reati valutari. Negli anni Ottanta e Novanto il suo nome compare in alcune delle inchieste più «clamorose» della storia repubblicana: l'attentato al vicepresidente del Banco Ambrosiano Roberto Rosone, l'omicidio del banchiere Roberto Calvi e la Bancarotta del Banco Ambrosiano. Il faccendiere Flavio Carboni, ex P2, arrestato a Milano con l'accusa di riciclaggio di denaro sporco proveniente dal narcotraffico