L'avvocato Frizzi non batte la risata del professor Murphy
L'avvocato Frizzi non batte la risata del professor Murphy L'avvocato Frizzi non batte la risata del professor Murphy CI sono simultaneità televisive stridenti. Prendiamo l'altra sera: su Rete 4 Mike Bongiorno, il sempreverde più verde del video italiano, conduceva davanti a 3 milioni 300 mila persone «Bravo bravissimo», una gara levigata tra piccoli fenomeni dell'infanzia. Fenomeni che cantano ballano suonano, dimostrando talenti in erba probabilmente esaltati da genitori ambiziosi. Accanto a Bongiorno, svetta Miriana Trevisan, ex velina, attuale bella ragazza che appaga l'occhio dei padri dei bambini. I quali forse si divertiranno, qualcuno vincerà anche la borsa di studio da venti milioni, l'esibizionismo non è certamente prerogativa degli adulti, ma sempre appaiono come imitazioni dei grandi. Su Raitre, invece, andava in onda «C'era una volta» di Silvestro Montanaro e Pier Giuseppe Murgia, una serie di documenti sulla vita e le condizioni dei bambini nel mondo. «Kosovo anno zero» si intitolava il film di Giancarlo Bocchi su un piccolo villaggio kosovaro ai confini con l'Albania raccontato da un gruppo di bambini. Ma soprattutto dai loro occhi. Che E" i, è riuscita a inquadrare quellacchina da presa. Occhi di Alessandra Cornarti vecchio su visi di bambini, occhi disincantati e stanchi, occhi disperati di fronte alle macerie, alle desolazioni, alle invasioni. C'era un ragazzino biondo che fungeva da narratore: aveva secoli di orrore chiusi sotto le palpebre. Dopo, è toccato a «Il sole buio» di Marcella De Palma, che non si occupa soltanto di scomparsi a «Chi l'ha visto?» ma anche della malattie che devastano l'Africa. E se ne occupa in modo asciutto e straordinariamente documentato. Introducono i filmati alcuni bambini di ogni colore, seri e consapevoli, forse anche della buona sorte che gli è toccata. Alle 9 di sera, dopo una giornata pesante per tutti, ci vuole una bella voglia, diciamo la verità, per seguire un programma come questo. Ci vogliono una determinazione e una serenità che non si possono pretendere dalla maggioranza del pubblico. Ma il pubblico comunque non è mancato: oltre un milione di telespettatori, provate a immaginarli tutti insieme in una piazza, è una cifra enorme. Molti di più, certamente, hanno scelto le storie matrimoniali, molto raiunesche (è meglio stare insie¬ me a tutti i costi) di Fabrizio Frizzi e Debora Caprioglio: 7 milioni 211 mila spettatori l'altra sera. Di più hanno fatto soltanto il film di Canale 5, «Il professore matto» con Eddie Murphy che interpreta cinque o sei parti, quasi 9 milioni di persone, e naturalmente «Striscia la notizia», 8 milioni 838 mila. E poi c'era «Fenomeni» di Chiambretti, su Raidue, che per non essere schiacciato dalla Carrà è stato schiacciato da Frizzi, due milioni e mezzo di spettatori per una puntata su Firenze, con Franco Zeffirelli mattatore e Albertazzi che recitava versi vestito da Dante. In mezzo a tante contaminazioni televisive, chissà perché proprio questa, che è divertente e irridente, infastidisce tanto? Forse perché tocca nervi scoperti del «pubblico di nicchia». Ma il programma più visto della seconda rete è stato, come accade spesso, «Tg2 Costume e Società», 3 milioni 466 mila persone. Che il gruppo di De Scalzi stia virando più sulla società che sul costume, ora che il rosa pare la scoperta del secolo? Dalla prostituzione al nomadismo ai racket ai caschi per i motorini: la controntendenza va bene al pubblico. Se non gli piace, va da «Beautiful».
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